Profughi, l'aiuto di Roma per liberare il Moi

Torino modello nazionale - il ministro dell'interno Minniti incontrando il sindaco Appendino e il prefetto Saccone ha lodato la "strategia" subalpina per la ricollocazione dei rifugiati, un piano condiviso da enti locali, diocesi e Compagnia di San Paolo

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Profughi, l'aiuto di Roma per liberare il Moi

Sul caso «Moi» il paziente lavoro di Comune, Regione, Prefettura, diocesi di Torino e Compagnia di San Paolo per collocare in strutture attrezzate i rifugiati mano a mano che gli enti locali e il terzo settore individuino sistemazioni alternative viene premiato dal Governo.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti il 5 settembre ha incontrato al Viminale il sindaco Chiara Appendino e il prefetto Renato Saccone. Tra i temi affrontati emerge il sostegno da parte del Ministero dell’Interno alla realizzazione del progetto «Moi» (migranti, opportunità, integrazione) messo in campo dalle istituzioni locali e dalla diocesi.

La "strategia" torinese di liberare gradualmente le palazzine dell’ex villaggio olimpico «Moi» in via Giordano Bruno coinvolgendo i migranti, che le occupano da 4 anni, in progetti di inclusione sociale e abitativa attraverso soluzioni che non producano più la concentrazione di centinaia di persone nello stesso luogo allontana il rischio di violenze e rivolte, come accaduto a Roma lo scorso 24 agosto durante lo sgombero di 400 profughi in via Curtanone.

Per il ministro Minniti il progetto per sgomberare le palazzine del Moi, dove vivono 750 profughi censiti, è considerato un modello da replicare su scala nazionale per affrontare situazioni analoghe.

Ed ecco, dunque, la decisione del Viminale di stanziare ulteriori fondi per sostenere lo sforzo di Torino, che si aggiungono ai 500 mila euro già erogati all’indomani dei disordini dello scorso novembre che avevano messo in moto l’operazione dello sgombero.

I primi trasferimenti sono previsti questo autunno, il comune offrirà 150 alloggi, la diocesi metterà a disposizione 80 posti a turnazione per tre anni, alla Compagnia di San Paolo è affidata la regia finanziaria e progettuale attraverso lo stanziamento di fondi a sostegno del piano. Si lavora su agenzie interinali, borse lavoro, progetti di pubblica utilità per dare risposte lavorative a migranti. Il progetto prevede la liberazione completa delle palazzine entro il 2020 con la ricollocazione dei migranti con il loro consenso, a piccoli gruppi.

In materia di emergenza abitativa, infine, il sindaco Appendino ha manifestato la volontà di proporre in sede Anci una semplificazione delle procedure per le ristrutturazioni di infrastrutture destinate all'housing sociale. 

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