Accolti dalla Diocesi di Torino i primi 53 profughi allontanati dall'ex Moi
Davide Ricca, presidente della Circoscrizione 8, annuncia l'avvio della liberazione delle palazzine occupate a Torino da 800 rifugiati in via Giordano Bruno. Completata l'operazione negli scantinati: trasferite senza incidenti le prime 68 persone, la Diocesi ne ha accolte 53.
I primi 53 profughi, fra i circa 800 che occupano l'ex villaggio olimpico Moi di Torino (via Giordano Bruno), sono stati trasferiti lunedì 20 novembre in tre strutture di accoglienza messe a disposizione dalla Diocesi di Torino. Altri 15 sono stati accompagnati in strutture convenzionate con la Prefettura. "La delicata operazione coordinata dalla Prefettura stessa - riferisce a La Voce e Il Tempo il presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca - è iniziata lunedì mattina alle 8 ed è proseguita senza incidenti fino a metà mattina. Verso le 10.30 le operazioni hanno subito una interruzione per la resistenza di una decina di abusivi che rifiutano di abbandonare gli scantinati; solo la sera di martedì 21 gli ultimi occupanti hanno accettato di uscire dai locali sotterranei, che sono stati chiusi con cancellate di ferro". Nelle palazzine dell'ex villaggio olimpico vivono circa 800 stranieri, 80 dei quali stavano nei sotterranei: la prima fase della liberazione ha riguardato questo gruppo, altre fasi seguiranno nei prossimi mesi. La decisione di cominciare la ricollocazione dei profughi a partire dagli scantinati è stata presa per motivi di sicurezza: nelle cantine non c'è acqua, gli allacciamenti elettrici sono di fortuna, le condizioni igieniche sono molto scarse e si segnala la presenza di decine di bombole di gas. Il progetto Moi - acronimo di Migranti Opportunità Integrazione - è stato messo in campo con Prefettura, Comune di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Diocesi e Compagnia di San Paolo.
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