Bergoglio: "Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe"
Il tema della famiglia e dei figli nella catechesi dell'Udienza generale in piazza San Pietro
“Che bella questa fiducia dei genitori, e questa risposta di Gesù! Come vorrei che questa pagina diventasse la storia normale di tutti i bambini!”. Con queste parole il Papa, durante l’udienza generale di oggi, ha commentato la pagina del Vangelo di Matteo che descrive l’atteggiamento di Gesù verso i bambini. “È vero che grazie a Dio i bambini con gravi difficoltà trovano molto spesso genitori straordinari, pronti ad ogni sacrificio e ad ogni generosità”, ha riconosciuto il Papa: “Ma questi genitori - ha aggiunto - non dovrebbero essere lasciati soli! Dovremmo accompagnare la loro fatica, ma anche offrire loro momenti di gioia condivisa e di allegria spensierata, perché non siano presi solo dalla routine terapeutica”.
Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti?”. È la provocazione lanciata oggi dal Papa, che nella catechesi del mercoledì ha completato la riflessione sui bambini, che “sono il frutto più bello della benedizione che il Creatore ha dato all’uomo e alla donna”. “Abbiamo già parlato del grande dono che sono i bambini - ha esordito Francesco - oggi dobbiamo purtroppo parlare delle storie di passione che vivono molti di loro”. “Tanti bambini fin dall’inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro”, la denuncia del Papa: “Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso!”. “Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe!”, l’ammonimento del Papa: “I bambini non sono mai un errore. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abbandono”. “Tanti bambini sono abbandonati per le strade”, ha aggiunto. “E non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità”, ha proseguito: “Tanti bambini che non sanno cosa è una scuola”, ha detto ancora fuori testo. “Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità”, l’invito del Papa.
“Con i bambini non si scherza!”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi ha ricordato che “anche in questa nostra epoca, come in passato, la Chiesa mette la sua maternità al servizio dei bambini e delle loro famiglie. Ai genitori e ai figli di questo nostro mondo porta la benedizione di Dio, la tenerezza materna, il rimprovero fermo e la condanna decisa”. “Pensate che cosa sarebbe una società che decidesse, una volta per tutte, di stabilire questo principio: ‘È vero che non siamo perfetti e che facciamo molti errori. Ma quando si tratta dei bambini che vengono al mondo, nessun sacrificio degli adulti sarà giudicato troppo costoso o troppo grande, pur di evitare che un bambino pensi di essere uno sbaglio, di non valere niente e di essere abbandonato alle ferite della vita e alla prepotenza degli uomini’”, ha aggiunto il Papa. “Io dico che a questa società, molto sarebbe perdonato, dei suoi innumerevoli errori”, ha detto rivolgendosi ai fedeli: “Molto, davvero”.
“Coloro che hanno il compito di governare, di educare, ma direi tutti gli adulti, siamo responsabili dei bambini e di fare ciascuno ciò che può per cambiare questa situazione”. È l’appello del Papa, secondo il quale “ogni bambino emarginato, abbandonato, che vive per strada mendicando e con ogni genere di espedienti, senza scuola, senza cure mediche, è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che abbiamo costruito. E purtroppo questi bambini sono preda dei delinquenti, che li sfruttano per indegni traffici e commerci, o addestrandoli alla guerra e alla violenza”. “Ma anche nei Paesi cosiddetti ricchi - ha ammonito Francesco nella catechesi dell’udienza generale di oggi - tanti bambini vivono drammi che li segnano in modo pesante, a causa della crisi della famiglia, dei vuoti educativi e di condizioni di vita a volte disumane”. “Sono infanzie violate nel corpo e nell’anima”, le parole del Papa: “Ma nessuno di questi bambini è dimenticato dal Padre che è nei cieli! Nessuna delle loro lacrime va perduta! Come neppure va perduta la nostra responsabilità, la responsabilità sociale delle persone - di ognuno di noi - e dei Paesi”.
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