Step to stop alla violenza
Il cammino di Grazia Andriola, partita da Santa Maria di Leuca a fine giugno, transitata da Torino martedì 6 settembre
Un messaggio in Facebook: “Quando passa dalla mia città, posso venire a camminare con lei?”. La risposta è positiva. E dopo qualche giorno un uomo si incammina al suo fianco alle prime luci del giorno. Qualche parola di presentazione, qualche scambio di battute e poi lui, a bruciapelo,”sono appena uscito dal carcere” afferma. Lei, senza scomporsi, ribatte: “Ho in tasca un coltellino svizzero.” “No, non le farei mai male. Non le botte che ho dato a mia moglie e al suo amante quando li ho scoperti insieme.”
Ecco, il cammino di Grazia Andriola, partita da Santa Maria di Leuca a fine giugno, transitata da Torino martedì 6 settembre, direzione Santiago di Compostela, è diventato, giorno dopo giorno, un confessionale, un luogo protetto, in cui raccontare violenze procurate o, molto più spesso, subite. È quello sportello Rosa che sta chiudendo i battenti in diverse città italiane per mancanza di fondi e scelte politiche poco accorte. Per molti Grazia è diventata attimo di grazia, momento di respiro in quello stato di apnea, provato da molte donne, e, parrà strano, anche da alcuni uomini che non reagiscono alla violenza delle proprie compagne perché consapevoli del male che può fare un loro schiaffo.
Tante le testimonianze raccolte da questa simpatica camminatrice durante il suo lunghissimo cammino. E la sua non è solo denuncia, è grido di incitamento racchiuso nella frase che porta stampata sulla maglietta: “Io cammino da sola!” per dire che ogni donna ha gambe per camminare in autonomia. Troppo spesso la favola di Cappuccetto Rosso è realtà. Troppo spesso la violenza, la disistima, l’oppressione si rivestono con una parvenza di amore. E quasi sempre la donna, pur riconoscendo il lupo dalla bocca troppo grande, fa finta di vederci la nonna.
Tanti i compagni che hanno accompagnato e accompagnano la nostra amica Grazia con il cammino condiviso, con il pensiero da lontano, con l’ospitalità, con le serate organizzate per farle raccontare a un pubblico più o meno numeroso il come e il perché di quanto sta facendo.
Il cammino è ancora lungo, conta di arrivare a inizio novembre nella città dove San Giacomo è presenza importante. Ancora due mesi prima di tornare a Seregno, ad abbracciare compagno e figlio diciannovenne, a reindossare il suo camice da infermiera e riprendere la sua attività di prevenzione nel Canton Ticino, Paese in cui persino l’attività in palestra viene ritenuta medicina preventiva. Potete seguire Grazia passo passo ascoltando l’audioracconto delle sue giornate su www.radiofrancigena.it oppure leggendo i post sulla sua pagina FB e sulla pagina di WeWorld Onlus.
Famiglia
archivio notizie
"Difendiamo i nostri figli", il Comitato torinese chiede più onestà sui gender
Polemiche sulla Giornata di Rivoli, molto rumore sulle discriminazioni "di genere" (1% del totale), "perché nessuno parla mai delle discriminazioni razziali (60%) o religiose (18%)?"
Mons. Nunzio Galantino: "Unioni civili, la fiducia del Governo è una sconfitta per tutti"
La risposta alla domande dei giornalisti del segretario della Conferenza Episcopale Italiana a margine di un convegno sulle tossicodipendenze
Amoris Laetitia, intervista ad un padre sinodale: "Famiglie, camminate!"
All'indomani della presentazione dell'Amoris Laetitia di Papa Francesco il commento di don Mario Aldegani, uno dei padri sinodali, superiore generale dei Giuseppini del Murialdo, che ha partecipato all'assemblea in rappresentanza dei religiosi
L'Esortazione post-sinodale "Amoris Laetitia", il bene famiglia
Il commento dell'Arcivescovo di Torino e l'invito a lavorare sul documento