Brunetti Vescovo di Alba, pastore nella misericordia

Domenica 13 marzo nella cattedrale di Alba l'ordinazione episcopale di mons. Marco Brunetti, che inizia il suo ministero nella capitale delle Langhe nel segno della misericordia. Ad accompagnare l'ingresso solenne tutta la diocesi di Alba e numerosi sacerdoti e fedeli della Chiesa torinese. Gallery fotografica

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Brunetti Vescovo di Alba, pastore nella misericordia

«Vengo come apostolo della misericordia invitando tutti ad essere misericordiosi come il Padre». Sono le prime parole che il Vescovo Marco Brunetti ha rivolto alla Chiesa e alla città di Alba dopo l’ordinazione episcopale avvenuta domenica 13 marzo presso la cattedrale albese.

Tutta la diocesi di Alba, i vescovi del Piemonte, numerosi sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e fedeli della Chiesa torinese hanno affollato il Duomo e il sagrato per accompagnare l’ingresso del nuovo pastore, nominato lo scorso 21 gennaio da Papa Francesco. Presenti, inoltre, il sindaco della città Maurizio Marello, insieme alle autorità civili e militari e a tutti i primi cittadini dei comuni della diocesi.

Ha presieduto la celebrazione l’Arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, che ha imposto le mani per l’ordinazione episcopale di mons. Brunetti insieme con il cardinale Severino Poletto, il vescovo emerito di Alba mons. Giacomo Lanzetti e, quindi, gli altri vescovi concelebranti.

Mons. Brunetti dopo il saluto del sindaco sul sagrato è entrato in cattedrale con i vescovi, sacerdoti e diaconi varcando la Porta Santa della Misericordia, segno concreto dell’inizio del suo ministero che, come il motto episcopale scelto, «misericordes sicut pater», quello dell’Anno Santo, sarà improntato sullo stile di Gesù pastore misericordioso, per testimoniare misericordia in ogni ambiente della comunità delle Langhe che guiderà.

«Del ministero della misericordia e di consolazione – ha sottolineato l’Arcivescovo mons. Nosiglia nell’omelia – che Papa Francesco definisce 'una carezza sulle nostre ferite di peccato' -  mons. Brunetti, sei stato annunciatore e servitore nei vent’anni del tuo intenso servizio verso i malati e sofferenti nell’Ufficio per la Pastorale della Salute nella Diocesi di Torino. Conosci dunque bene per esperienza come sanare le ferite del corpo e dell’anima nei momenti più veri e intimi della vita delle persone, che sono appunto la malattia e la solitudine: lo testimoniano l’impegno che hai profuso in questo campo per sostenere i cappellani degli ospedali e delle case di riposo e le tante realtà associative che operano con frutto in questa pastorale, i numerosi pellegrinaggi ai santuari mariani che hai guidato e animato, l’autorevolezza che hai ottenuto presso le competenti autorità sanitarie, il tuo indefesso e quotidiano impegno di vicinanza e solidale sostegno ai sacerdoti anziani in momenti spesso difficili che hanno bisogno di accoglienza e tenerezza». «Insomma – ha evidenziato l’Arcivescovo - credo che tutto ciò sia un patrimonio di umanità, di forte spiritualità e di concreta pastorale proprio di quella Chiesa in uscita e che sa abitare le periferie esistenziali dell’uomo di oggi, così fortemente voluta e promossa da Papa Francesco».

Ad accompagnare l’ingresso solenne c’erano in particolare i fedeli delle parrocchie e realtà in cui don Marco ha svolto il suo fecondo ministero di sacerdote e che al termine della celebrazione ha voluto ricordare e ringraziare una per una ripercorrendo le tappe della sua vita e vocazione.

«Tutto è partito da una 'periferia della periferia' – ha sottolineato un parrocchiano della parrocchia Sant’Edoardo Re di Nichelino, la comunità di origine di mons. Brunetti, dove ha vissuto la propria infanzia e giovinezza e dove ha maturato la propria vocazione».

Quartiere operaio, luogo di immigrazione di famiglie provenienti dal Sud Italia negli anni Sessanta, con una piccola chiesa 'baracca' sulle rive del torrente Sangone per riunire la comunità del nascente borgo. È da lì che il giovane Brunetti iniziò ad operarsi, insieme al compianto parroco don Gioacchino Valentini, per la costruzione della parrocchia e dell’oratorio, e sopratutto della comunità. È da lì che decise di entrare in Seminario, spronato da subito all'amore misericordioso verso i più fragili.

Ed ecco poi il servizio nelle altre parrocchie di Nichelino, SS. Trinità e Regina Mundi, dunque, dopo l'ordinazione sacerdotale, l’esperienza di viceparroco a Santena e Settimo torinese; poi di parroco a Valle Sauglio di Trofarello e a Testona di Moncalieri. Infine gli oltre vent’anni alla guida della Pastorale della Salute della diocesi torinese, delle Case del Clero e a sostegno dei sacerdoti anziani e ammalati.

«Ho imparato dalla testimonianza dei malati e di chi vive la fragilità e la sofferenza – ha detto mons. Brunetti – ad essere missionario della misericordia, ad accogliere ogni fratello con la propria dignità e valore. Esperienza che cercherò di far fruttare in mezzo a voi, tra i sacerdoti, le famiglie i giovani e i malati».

«Mi permetto infine di dirti – ha confidato mons. Nosiglia al nuovo Vescovo - anche perché io stesso l’ho sperimentato, che ti sosterrà molto nel ministero di vescovo la tua cara mamma, con una presenza che riempie la vita e sostiene come nessun’altra persona: a lei va la riconoscenza della Chiesa e l’augurio che possa accompagnarti per tanti anni, passo passo nel percorso del tuo episcopato».

Dopo la celebrazione tutta Alba ha salutato in festa il suo nuovo pastore con la sfilata degli sbandieratori, la banda, le campane a festa, l’accoglienza e l’affetto della comunità, che hanno segnato l’inizio del nuovo cammino.

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