Riparte a fare strada il clan universitario Torino 110

All'abbazia della Novalesa l'uscita di accoglienza delle matricole nel clan universitario torinese

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Gli scout del 110 in un momento "atletico"

Nei giorni 15 e 16 ottobre, i 30 scout del Clan/Fuoco universitario “Iridescente”, gruppo AGESCI Torino 110, ha inaugurato il nuovo anno universitario con una prima uscita per l’accoglienza delle matricole. La comunità si è arricchita di volti nuovi, Rover e Scolte provenienti da tutta Italia, studenti e studentesse universitari fuori sede che, mossi dal desiderio di scoperta e di servizio tipici della vita scout, hanno scelto di proseguire il proprio cammino tutti insieme, percorrendo nuovi sentieri, a Torino.

Il magico scenario della valle di Susa porta con sé simboli suggestivi che ci stanno a cuore, davanti ai quali non possiamo rimanere indifferenti. L’ipotesi che nell’antichità l’esercito di Annibale abbia attraversato le Alpi nei pressi di questi luoghi dona a queste montagne il potere di mostrarci dei confini e ci dà l’opportunità di guardare oltre, desiderando di valicare i piccoli e grandi limiti che incontriamo lungo il sentiero. Le orme dei pellegrini fanno in modo che i nostri occhi, specchio di storie ed esperienze diverse, ci indichino una direzione, tracciando un nuovo punto di partenza comune. La storia di S. Eldrado, monaco santo venerato a Novalesa, tiene viva in noi la voglia di camminare per ricaricare le nostre forze, passo dopo passo, e metterci al servizio del prossimo.

Il silenzio di un monastero immerso nella natura ci ha permesso di respirare aria pura, incontaminata dalla frenesia della quotidianità e di apprezzare l’essenza delle nostre scelte, dando la giusta importanza a una vita comunitaria fatta di spiritualità, comunione, confronto e condivisione. Sulla scia di queste suggestioni abbiamo vissuto due giorni emozionanti.

Ognuno di noi ha svuotato lo zaino che aveva riempito negli anni e ha messo a disposizione del nuovo clan il suo contenuto: strumenti, competenze, volti, storie e idee derivanti da esperienze pregresse, luoghi distanti e tradizioni diverse adesso appartengono a un’unica comunità pronta a mettersi in gioco e sporcarsi le mani al fine di raggiungere nuovi obbiettivi che ci vedano crescere nella fede e nel servizio.

Ci auguriamo di saper sfruttare al meglio la nostra iridescenza ed essere da esempio per una società che spesso fatica ad accettare la diversità e che probabilmente ha solo bisogno di uomini e donne capaci di far interferire costruttivamente la propria luce.

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