Su campi avversi: storie di chi la terra non ha più
Una esperienza di migrazione, da Saluzzo (foto Radio Beckwith www.rbe.it)
Su quella fetta di terra espropriata a Martin che faceva il contadino, oggi c’è il Foro Boario e le case popolari. Siamo a Saluzzo, città del cuneese ricca di storia e di arte che ogni estate è meta di centinaia di braccianti della frutta, tutti a pelle scura. E lì, sulla terra che una volta era coltivata da Martin, oggi si accampano loro. Sono più di 500, da maggio a novembre, da due anni accolti e accompagnati dal progetto Caritas “Saluzzo migrante”.
I braccianti della frutta vivono nelle tende; Martin in una scalcagnata roulotte. E su quel terreno che accomuna oggi la sofferenza di storie così diverse, ma vicine, si sono mosse le telecamere di Matteo Tortone e Andrea Fenoglio, giovani registi piemontesi che raccontano nel docu-film “Su campi avversi” quello che succede a Saluzzo, come a Calais, come a Idomeni, dove si stanno scrivendo pagine amare della storia europea con inchiostro intinto nella sofferenza di migliaia di persone. Matteo Tortone per realizzare la prima parte ha piantato la sua tenda in mezzo a quelle dei braccianti della frutta, perché il racconto della loro storia e delle loro avversità nascesse da una condivisione profonda. Andrea Fenoglio ha invece passato tanto tempo con Martin e ne ha ascoltato la storia, da dietro quel recinto di alberi dove oggi vive nella sua roulotte e nella sua rabbia.
I migranti sprofondano nella nostalgia della loro terra, dei loro affetti; Martin di un tempo, di una terra che oggi non ha più. Obiettivo della produzione, spiegano gli autori è “offrire al territorio uno strumento di conoscenza”, perché si sappia quello che succede nel campo del Foro Boario o oltre il recinto lì accanto, attraverso una narrativa che è empatica, “perché nasce dall’incontro e dalla partecipazione alla vita dei personaggi” di queste storie, che sono realtà.
"Su Campi Avversi" è stato possibile grazie alla collaborazione di numerosi enti e al contributo di fondazioni e associazioni. Si inserisce in un progetto attivo dal 2013, “La terra che connette”, che negli anni passati ha raccontato i volti di immigrati e autoctoni utilizzando il blog, la carta stampata, facebook, twitter e instagram, nello sforzo di “portare allo scoperto il nostro presente per sapere leggere meglio il futuro che attende la società in cui viviamo”, spiegano gli ideatori. Da quell’esperienza è nata l’idea di “Su campi avversi”. La distribuzione del film è partita da Saluzzo, dove il 1 febbraio scorso c’è stata l’anteprima. Oggi il film, nato nel 2015 è tra i 10 finalisti della sezione “Panoramica Doc” al 15° Piemonte Movie gLocal Film Festival (Torino, 9-13 marzo) e sarà proiettato a Torino il 9 marzo (ore 18, Sala Il Movie, Via Cagliari 40) (http://www.laterracheconnette.it).
Immigrazione
archivio notizie
Dagli Scout del “Torino 55” un accorato appello per lo "Ius soli"
Appello alle forze politiche dal gruppo Agesci Torino 55, quartiere Mirafiori: "gli immigrati ci affidano i loro figli, li stiamo educando insieme, è urgente riconoscere a questi ragazzi la cittadinanza italiana"
Accolti dalla Diocesi di Torino i primi 53 profughi allontanati dall'ex Moi
Davide Ricca, presidente della Circoscrizione 8, annuncia l'avvio della liberazione delle palazzine occupate a Torino da 800 rifugiati in via Giordano Bruno. Completata l'operazione negli scantinati: trasferite senza incidenti le prime 68 persone, la Diocesi ne ha accolte 53.
Profughi, l'aiuto di Roma per liberare il Moi
Torino modello nazionale - il ministro dell'interno Minniti incontrando il sindaco Appendino e il prefetto Saccone ha lodato la "strategia" subalpina per la ricollocazione dei rifugiati, un piano condiviso da enti locali, diocesi e Compagnia di San Paolo
Non si può chiudere gli occhi, la sfida dei rifugiati
Il direttore dell'Ufficio per la Pastorale dei Migranti della diocesi di Torino su "La Voce e il Tempo" illustra l'impegno di enti locali, diocesi e Compagnia di San Paolo sul caso "Moi"