Occhiello
I dati della disoccupazione
Secondo l'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ad agosto in Italia è stato del 44,2%, in aumento di un punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti nei dodici mesi.
Il Piemonte è una delle regioni italiane maggiormente colpite dalla crisi che ha investito tutti, da operai a imprenditori, dagli adulti ai giovani. E sono proprio i ragazzi a subire il peggio di questo periodo nero. La disoccupazione giovanile, comprendente la fascia tra i 15 e i 24 anni, tocca in Italia il 45%. All’interno di queste cifre ci sono ragazzi che non lavorano e che non studiano, poiché sono esclusi gli studenti. Propio nella nostra regione, secondo il report di Francesco Montemurro eCristiano Roner pubblicato dall’associazione Ires Lucia Morosini, si sfiora il 40% di giovani disoccupati e le singole province rivelano dati ancora più allarmanti.
Le peggiori sono Vercelli, Alessandria e Torino. In quest’ultima il tasso raggiunge quasi la cifra record del 50% nel 2013, in pratica circa 30 mila ragazzi. Secondo l’economista Mauro Zangola è normale che si sviluppi una situazione del genere contro i ragazzi, fragili e a volte poco informati, in una zona ancora molto legata all’industria. Sicuramente la provincia torinese è stata sempre molto legata alle sue aziende e alle sue grandi fabbriche, ma negli ultimi anni si è decisamente diversificata da tutto ciò. E’ quindi impensabile definirla una situazione normale, perché normale non lo è.
Il progressivo aggravamento della situazione torinese risulta evidente - secondo lo studio - dal confronto fra i tassi di disoccupazione giovanile della provincia di Torino con quelli delle principale aree di riferimento che sono Italia, Lombardia, Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Mezzogiorno registrati negli ultimi dieci dal pre crisi del 2004 al 2013. Dice Zangola: «Dal confronto risulta che a partire dal 2006 i differenziali fra la disoccupazione giovanile di Torino e quella delle altre aree è progressivamente peggiorata con un deciso aggravamento della situazione nel corso del 2013. Il dato più eclatante emerge dal confronto con le aree più ricche come il Nord-Est e quelle più povere».
Nel primo caso il differenziale di disoccupazione giovanile è passato da più 6,3 punti nel 2006 a +19,5 nel 2013. Nel secondo caso la provincia di Torino registrava nel 2006 un tasso di disoccupazione giovanile inferiore di 21 punti percentuali a quello del Mezzogiorno: i giovani in cerca di lavoro erano 10 mila 500. Nel 2013 il differenziale è sceso a 5,2 punti e i giovani senza lavoro sono cresciuti del 150 per cento: da 10.500 a 26 mila.
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