Aperture domenicali, ricomincia la battaglia
Fra pochi giorni la camera discute il disegno di legge sulle aperture festive. Il testo prevede 12 festività con i negozi chiusi, ma sono già stati presentati 150 emendamenti. Confcommercio Veneto contro le aperture indiscriminate e le voci di un nuovo aumento dell'iva: «Siamo pericolosamente vicini all’orlo del precipizio».
Aperture festive dei negozi, paventato aumento dell’Iva: Confcommercio Veneto non abbassa la guardia. Il disegno di legge che reintroduce 12 festività con i negozi chiusi arriverà alla camera la settimana prossima con un carico di 150 emendamenti. E con il rischio, per effetto di questi ultimi, di vanificare lo spirito dello stesso provvedimento lasciando ancora una volta mano libera alle aperture indiscriminate.
A questo si aggiungono le indiscrezioni su un eventuale aumento delle aliquote agevolate iva sui beni di prima necessità, che andrebbero a colpire ancora una volta i redditi medio-bassi, e sul turismo, che spingerebbero fuori mercato le nostre imprese.
«Allungare gli orari di vendita oggi – spiega il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – ha un unico risultato certo per le aziende: l’aumento di costi, dovuto soprattutto all’incremento delle ore lavorate, ma non quello delle vendite totali del settore. Lo confermano i dati Istat, dimostrando che le liberalizzazioni volute dal governo Monti hanno fallito nel tentativo di rilanciare i consumi. Con una aggravante: non potendo usare liberamente la leva del prezzo perché il consumatore non è disposto a spendere di più, i margini di profitto delle aziende si sono ridotti all’osso. Risultato: dall’entrata in vigore delle liberalizzazioni Monti a oggi hanno chiuso oltre 170 mila aziende commerciali al dettaglio (13 mila nel solo Veneto), solo in parte compensate da new entry. Il saldo – ricorda Zanon – è stato di 16 mila aziende in meno in Italia e di 1.500 in meno in Veneto».
Come non bastasse, gli ultimi dati dati descrivono una situazione drammatica per il commercio, sulla quale pesa anche una stagione estiva senza precedenti: 120 milioni di euro di ricavi persi nel commercio in Veneto a causa del maltempo.
«A peggiorare la situazione – aggiunge il presidente di Confcommercio Veneto – c’è la notizia, e mi auguro sia solo un’indiscrezione priva di fondamento, di un eventuale aumento delle aliquote via, un’eventualità da scongiurare a tutti i costi e con ogni mezzo possibile: sarebbe una scelta scellerata, un peso umanamente impossibile da sostenere sia per le famiglie, i cui redditi sono arretrati ai valori del 1986, sia per le imprese. Allora ditemi dove sta la novità, se l’originalità di questo governo si traduce nel solito giochino logoro e prevedibile di dare (a pochi) con una mano e togliere (a molti) con l’altra?».
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