Quartiere San Salvario, quale futuro per il Teatro Baretti
La sala teatrale e la parrocchia del quartiere San Salvario stanno cercando un accordo che consenta il proseguimento dell'attività teatrale in questa apprezzata sala torinese. La vicenda è ricostruita sul settimanale diocesano La Voce del Popolo nel numero del 22 marzo
Si cercherà un accordo che consenta il proseguimento delle attività dell’Associazione culturale Baretti nel teatro della parrocchia Santi Pietro e Paolo, a Torino. Si discuterà nelle prossime settimane, dopo il primo incontro tenuto il 12 marzo con gli enti locali (Comune e Circoscrizione 8) per esaminare il problema dei costi di gestione dell’apprezzato teatro nel quartiere San Salvario. La parrocchia è proprietaria dei locali ma desidera uscire dalla corresponsabilità dell’azienda teatrale, limitandosi a concedere la sala in affitto: in questa prospettiva ha chiesto di aggiornare il canone di locazione a 18 mila euro l’anno: i gestori ne offrono meno, 10 mila. Un comunicato diffuso dal Comune di Torino dopo l’incontro del 12 marzo, presenti il parroco don Mauro Mergola e l’economo diocesano don Beppe Trucco, ha reso nota «la volontà comune di continuare l’attività del Baretti per l’importanza sociale e culturale; le parti si incontreranno per definire un nuovo contratto che assicuri la sostenibilità delle iniziative e consenta alla Parrocchia di sostenere le spese dell’immobile».
La vicenda ha avuto vasta eco sui giornali cittadini, che a margine di essa hanno condotto inchieste sui costi di gestione delle parrocchie della diocesi. Fino ad oggi il Teatro Baretti è stato inquadrato fra le opere della parrocchia Santi Pietro e Paolo, affidato in gestione a un soggetto esterno. «In futuro– spiega don Mergola – vorremmo uscire dalla titolarità del teatro e limitarci ad affittare il locali. Avevamo ipotizzato di aggiornare il canone d’affitto in modo di coprire tutti i costi di gestione e di garantire un minimo di reddito per la parrocchia: da un costo annuo complessivo per il gestore di circa 5 mila euro (affitto di 600 metri quadrati e Imu) a 18 mila euro. Torneremo a discuterne per cercare un punto d’incontro, che abbassi magari i canoni d’affitto ma affidi al gestore una parte delle manutenzioni straordinarie».
Esiste la candidatura di un gestore alternativo all’Associazione Baretti. Sulla vicenda è intervenuto personalmente il Sindaco Piero Fassino, auspicando che il Teatro di San Salvario continui la sua attività a servizio del quartiere e della città. Non sarebbe fuori luogo, a nostro parere, se anche gli Enti locali contribuissero al proseguimento dell’esperienza del Baretti, considerata di interesse collettivo, con sovvenzioni o sgravi Imu come accade a Firenze. Più in generale la vicenda del Baretti pone il problema delle sovvenzioni e delle agevolazioni pubbliche alla cultura popolare, alle sale di quartiere, ai piccoli cinema; e alle istituzioni come le parrocchie, lasciate sempre più sole nell’animazione culturale ed espressiva del territorio.
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