Non tagliare i buoni scuola
Regione in rosso, famiglie in allarme di fronte all'ipotesi di perdere contributi alla scuola paritaria
Per ogni studente iscritto a una scuola cattolica paritaria le casse dello Stato risparmiano 6 mila euro. L’eloquenza di questo dato dovrebbe bastare a respingere l’ennesima proposta di ridurre – anzi di cancellare per il 2013/2014, secondo i disegni dell’assessore Pd Giovanna Pentenero – il già modesto rimborso spese che la Regione Piemonte riconosce agli studenti delle paritarie subalpine («buono scuola»). La scuola paritaria, pagata quasi interamente dalle famiglie, non rappresenta un costo collettivo, ma un risparmio: dev’essere sostenuta nel suo servizio.
Dopo anni di piccoli, progressivi tagli (18 milioni il budget regionale per i buoni scuola nel 2003, 9 milioni quello del 2013) mai era arrivata una proposta come quella ventilata il 5 settembre dalla Pentenero: far quadrare i fragili conti dell’Assessorato lasciando senza rimborso spese le famiglie, già con riferimento al vecchio anno scolastico. Suor Anna Maria Cia, presidente della Federazione Scuole Cattoliche Piemontesi (Fidae), chiede di non farlo: migliaia di famiglie hanno pagato le rette d’iscrizione del 2013 confidando nel rimborso regionale; decine di istituti religiosi hanno anticipato le rette alle famiglie indigenti. La cancellazione dei buoni scuola vorrebbe dire calo delle iscrizioni, crisi delle scuole, perdita di posti di lavoro.
Sono in corso tentativi di mediazione in seno alla Giunta Chiamparino, in Consiglio regionale e nelle file del Partito Democratico, ove il segretario Davide Gariglio ha pubblicamente preso le distanze dal suo assessore. Comunque vada a finire il braccio di ferro sui buoni scuola (la Pentenero punta a sospendere l’erogazione per riformare la legge) si conferma l’ormai decennale tendenza della Regione a smantellare, un pezzo per volta, l’impegno economico su questo fronte. Il metodo che porta ai tagli pubblici – non solo rispetto ai buoni scuola - è ogni volta lo stesso: minacciare la cancellazione dei sussidi, poi fare marcia indietro, ma solo in parte. È quello che potrebbe accadere anche al termine di questa ennesima sortita; è accaduto prima dell’estate agli asili Fism che rischiavano la perdita di posti di lavoro; quasi certamente accadrà fra qualche settimana (succede ogni anno) agli asili cattolici di Torino, che ad ogni tornata del Bilancio municipale vedendo calare l’importo dei contributi.
Ben scarso, complessivamente, è l’impegno di denaro pubblico nella scuola paritaria rispetto a quello assorbito dalla statale: una sussidiazione media nazionale (dalla materna alla secondaria) di 450 euro per studente delle paritarie, rispetto a 6.500 euro impiegati negli istituti statali. «Nessuno ha mai chiesto di equiparare le cifre – attacca l’ex assessore regionale Giampiero Leo, autore della vecchia legge piemontese sui buoni scuola – ma occorre almeno respingere il meccanismo dei progressivi compromessi al ribasso. A furia di accettare arretramenti, piccoli tagli, non resterà più nulla. La proposta di cancellare il buono scuola è ideologica, chiaramente insensata, va respinta; bisogna però anche evitare soluzioni intermedie, tagli parziali, che quasi certamente faranno capolino nei prossimi giorni come proposte di male minore rispetto alla minaccia di cancellare i sussidi completamente». Il riferimento è a una proposta di mediazione del segretario del Pd Gariglio: mantenere i buoni scuola per due anni, riducendoli del 50%. Secondo Leo «si tratterebbe di una finta soluzione: equivarrebbe a cancellare un anno di sussidi».
Il nodo è politico, culturale. La destra contro Pentenero, l’estrema sinistra a favore, il Pd diviso. Sul piano finanziario, una soluzione potrebbe arrivare a sorpresa - se si volesse - non dall’Assessorato ma dalla presidenza del Consiglio regionale, ove i contabili hanno recentemente comunicato l’importo del «tesoretto» risparmiato dall’Aula nelle ultime tornata di spending review: 10 milioni di euro. Si parla di un loro possibile impiego per il sostegno alla parità scolastica.
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