Deephan, una nuova vita non solo tragica
DEEPHAN. UNA NUOVA VITA
(Francia, 2015)
Regia: Jacques Audiard
con Jesuthasan Antonythasan, Kalieasvari Srinivasan, Claudine Visanithamby
“Deephan”, l'ultimo film di Jacques Audiard, ha preso la Palma d'oro a Cannes 2015, un premio che non è stato gradito a parte della critica, forse perché, all'inizio della fase progettuale, doveva essere un remake di “Cane di paglia” di Sam Peckinpah e, inoltre, doveva ispirarsi parzialmente a “Lettere persiane” di Montesquieu. Al contrario, la Palma d'oro è ben meritata: Deephan è quadro allegorico della rinascita alla vita dalla disperazione e dalla paura, una storia descritta con crudo realismo, con una regia dalla freddezza esemplare, quasi con il tocco del documentarista che riprende la feroce lotta delle belve nella savana. Gli attori non sono professionisti, il protagonista è stato ragazzo soldato nelle Tigri Tamil, nella guerra civile che, dal 1983 al 2001, anno in cui è stata firmata la tregua tra governo e tamil, ha insanguinato lo Sri Lanka (che un tempo si chiamava Ceylon).
“A volte mi piace vedere volti nuovi e nuovi colori – ha dichiarato Jacques Audiard – Poi se un attore non è bravo non puoi farci niente, se un non attore non è bravo potrai comunque tirare fuori qualcosa di buyono da lui”. Deephan fugge dal terrore della guerra che gli ha sterminato la famiglia, per essere accolto in Francia finge di essere sposato con Yalini e padre della ragazzina Illayaal. I tre, legati dal patto segreto, si comportano come una famiglia, cercano lavoro a Parigi per sopravvivere, non sanno la lingua, Deephan troverà un posto come custode di stabili nella banlieue, casermoni dominati dalle gang in lotta per il territorio e il controllo delle attività da delinquenti. Dal loro appartamentino al piano terra Deephan e Yalini alla sera vedono la violenza nella strada: “sembra un film” dice lei, che diventerà la badante di un boss arabo ammalato e ritroverà violenza e paura. I tre, ormai famiglia di fatto, dovranno affrontare questa nuova guerra per andare finalmente a vivere in pace. Da vedere per riflettere sulla complessità di certe situazioni.
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