I fasti decadenti della New York anni Trenta
Cafè Society (Usa, 2016). Regia: Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Parker Posey
Anni Trenta. Tempi d’oro per Hollywood, i dollari scorrono a fiumi, il cinema degli States è popolato da divi noti quasi ovunque, la luce di queste star abbaglia e illude frotte di aspiranti al successo. Party nelle ville favolose gremiti di gente che parla, fuma, beve, combina affari in un mondo di apparenze dorate, in parte fasullo, in parte terribilmente reale. Questo annota Woody Allen nel suo ultimo film con uno sguardo pungente e preciso, a tratti sarcastico particolarmente verso la famiglia ebrea di New York che ne è protagonista. Lontanissimi dai fasti californiani, sono lo specchio del mondo sociale in cui vivono che talvolta si rivela spietato.
Da queste piccole esistenze fugge il giovane Bobby che ottiene un posto a Beverly Hills, dallo zio ricco, noto agente di attori famosi. Bobby è un modesto pesce fuor d’acqua che ritrova ardimento e sorriso quando si innamora perdutamente di Vonnie, l’affascinante segretaria di suo zio. Le propone di sposarlo, di andare con lui a New York, abbandonando il mondo fatuo e falso dello star system. Verrà respinto perché Vonnie non è solo la giovane segretaria del maturo agente, ma molto di più.
Bobby torna a New York e diventa direttore del Café Society, il night club del gangster suo fratello. Bobby saprà trasformarlo in un locale di successo e gran moda. Saprà sopravvivere ai rovesci legali, nuotando abilmente in un mondo che comunque non gli va. Nel suo cuore spezzato ci sono ancora gli occhi del primo amore.
Un gran bel film da non perdere, disincantato e malinconico, con fotografia e colonna sonora straordinarie, diretto alla perfezione da Woody Allen, ottuagenario saggio e sofisticato.
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