Una famiglia che cammina insieme: amore, comprensione e perdono
Nel giorno della Festa della Santa Famiglia di Nazareth, Papa Francesco ha celebrato Santa Messa ed Angelus in Vaticano: “È bello aprire sempre il cuore gli uni agli altri, senza nascondere nulla”
Rifacendosi alle letture del giorno, Papa Francesco ha dipinto un bellissimo ritratto della Santa Famiglia, impegnata a camminare, crescere e pregare insieme: “la cosa più bella posta oggi in risalto dalla Parola di Dio è che tutta la famiglia compie il pellegrinaggio”. Papà, mamma e figli, insieme, si recano alla casa del Signore per santificare la festa con la preghiera. E’ un insegnamento importante che viene offerto anche alle nostre famiglie”.
L’importanza di fare le cose insieme
“Come è importante per le nostre famiglie - ha osservato il Papa - camminare insieme e avere una stessa meta da raggiungere! Sappiamo che abbiamo un percorso comune da compiere; una strada dove incontriamo difficoltà ma anche momenti di gioia e di consolazione”.
“Cosa può esserci di più bello – ha proseguito Francesco - per un papà e una mamma di benedire i propri figli all’inizio della giornata e alla sua conclusione. Tracciare sulla loro fronte il segno della croce come nel giorno del Battesimo. Non è forse questa la preghiera più semplice dei genitori nei confronti dei loro figli?”.
“Come è importante per la famiglia ritrovarsi anche in un breve momento di preghiera prima di prendere insieme i pasti, per ringraziare il Signore di questi doni, e per imparare a condividere quanto si è ricevuto con chi è maggiormente nel bisogno!”.
Sono tutti piccoli gesti, che tuttavia esprimono il grande ruolo formativo che la famiglia possiede nel pellegrinaggio di tutti i giorni.
Il pellegrinaggio finisce quando si torna a casa
Al termine del pellegrinaggio, Gesù tornò a Nazareth ed era sottomesso ai suoi genitori (cfr Lc 2,51). Anche questa immagine contiene un bell’insegnamento per le nostre famiglie: “Il pellegrinaggio - ha sottolineato il Papa - non finisce quando si è raggiunta la meta del santuario, ma quando si torna a casa e si riprende la vita di tutti i giorni, mettendo in atto i frutti spirituali dell’esperienza vissuta”.
Gesù, invece di tornare a casa con i suoi genitori, si era fermato a Gerusalemme nel Tempio, “provocando una grande pena a Maria e Giuseppe che non lo trovavano più”. Per questa sua “scappatella”, probabilmente anche Gesù dovette chiedere scusa ai suoi genitori. “Il Vangelo non lo dice - ha osservato Papa Francesco - ma credo che possiamo supporlo”.
La domanda di Maria manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l’angoscia sua e di Giuseppe. Tornando a casa “Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza”. Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l’amore e l’obbedienza.
La gioia del perdono reciproco
L’augurio del Papa è che, nell’Anno della Misericordia, ogni famiglia cristiana “possa diventare luogo privilegiato di questo pellegrinaggio in cui si sperimenta la gioia del perdono”. Il perdono è l’essenza dell’amore che sa comprendere lo sbaglio e porvi rimedio. “Poveri noi se Dio non ci perdonasse!” E’ all’interno della famiglia che ci si educa al perdono, perché si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere.
La Chiesa e il mondo hanno “bisogno più che mai” di questo pellegrinaggio domestico di tutti i giorni. “Non perdiamo la fiducia nella famiglia! E’ bello aprire sempre il cuore gli uni agli altri, senza nascondere nulla. Dove c’è amore, lì c’è anche comprensione e perdono”.
Il Papa abbraccia le famiglie
All’Angelus il primo pensiero del Papa è andato alle tante famiglie incontrate a Filadelfia, nei Viaggi Apostolici, e più in generale alle famiglie di tutto il mondo che “in questo nostro tempo sono soggette a incomprensioni e difficoltà di vario genere che le indeboliscono”.
Papa Francesco ci ha invitato a prendere esempio dalla Santa Famiglia: “ogni nucleo familiare cristiano è chiamato ad essere chiesa domestica, per far risplendere le virtù evangeliche e diventare fermento di bene nella società”. Perchè “è nella famiglia unita che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia”.
Il Santo Padre si è soffermato proprio sul tema della gioia che si sperimenta nella famiglia: “non è qualcosa di casuale e fortuito”, ma è “frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita”. Alla base della gioia sempre c’è la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti.
Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società.
Le difficoltà dei migranti cubani
Al termine dell’Angelus, tutto dedicato alla famiglia, Papa Francesco ha ricordato le difficoltà delle famiglie cubane e dei tanti migranti che spesso, in Centro America, diventano vittime del traffico di esseri umani. Il Santo Padre ha rivolto un appello ai Paesi della Regione a “rinnovare con generosità tutti gli sforzi necessari per trovare una tempestiva soluzione a questo dramma umanitario”.
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