Sette testimoni sulle orme di Cristo, esempi di santità moderna
Domenica 16 ottobre Papa Francesca proclama sette donne e uomini: presbiteri, religiosi e laici nel mondo dall'Italia, al Messico, dall'Argentina alla Francia
Due martiri vittime, uno della Rivoluzione francese e un ragazzino della persecuzione religiosa in Messico; un vescovo spagnolo; due sacerdoti italiani, uno lombardo e uno campano; un prete argentino; una monaca carmelitana francese. Domenica 16 ottobre, Giornata Missionaria mondiale, Papa Francesco proclama sette nuovi santi.
Salomone (Guillaume-Nicolas-Louis) Leclercq (1745-1792) – Entra tra i Fratelli delle scuole cristiane, fondati da san Giovanni Battista de La Salle nel 1767: insegnante, direttore, economo e segretario del superiore generale. Esplosa la Rivoluzione francese, non vuole sottostare all’assurda legge che obbliga i sacerdoti a prestare giuramento di fedeltà e che sopprime le Congregazioni religiose. Fugge in clandestinità ma è catturato e rinchiuso nel convento dei Carmelitani di Parigi, trasformato in carcere. Il 2 settembre 1792, con altri sacerdoti e religiosi, è ucciso a colpi di spada. È beatificato il 17 ottobre 1926 insieme a 94 compagni di prigionia, primo martire dei Fratelli delle scuole cristiane.
José Luis Sånchez del Río (1913-1928) – Nasce il 6 febbraio 1913 a Sahuayo, nello Stato di Michoacan in Messico. Frequenta la scuola nella città natale e poi a Guadalajara. Quando nel 1926 scoppia la «guerra cristera» - sollevazione popolare dei cattolici contro il governo del presidente Plutarco Elías Calles, anticlericale e massone - i suoi fratelli si uniscono alle forze ribelli. Anche José è arruolato e incaricato di portare lo stendardo di guerra. I «cristeros» lo chiamano «Tarcisius» in onore dell’adolescente romano martirizzato mentre tenta di proteggere l'Eucaristia dalla profanazione. I governativi catturano e imprigionano José nella città natale in una chiesa parrocchiale profanata, devastata e trasformata in pollaio. José è torturato e costretto ad assistere all'impiccagione di Làzaro, un altro ragazzo, tutto per fargli rinnegare la fede, ma José non cede. Il corpo di Làzaro, ritenuto morto, è trascinato e abbandonato nel cimitero. Ma si finge morto, riesce a scappare e a salvarsi. José scrive: «Mia cara mamma: sono stato preso prigioniero in combattimento. Penso al momento in cui andrò a morire; ma non è importante. Ti devi rimettere alla volontà di Dio; muoio contento perché sto morendo al fianco di Nostro Signore. Non ti preoccupare per la mia morte. Invece, di' ai miei altri fratelli di seguire l'esempio del più piccolo e farai la volontà del nostro Dio». Il 10 febbraio 1928 è giustiziato fra atroci torture: gli scuoiano la pianta dei piedi e lo costringono a raggiungere il cimitero a piedi, lo mettono davanti alla fossa e lo pugnalano non mortalmente per farlo soffrire di più, gli chiedono di rinnegare la fede, ma José a ogni ferita grida «Viva Cristo Re». Prima di morire traccia con il suo sangue una croce sul terreno.
Manuel Gonzâlez García (1877-1940) - Nato a Siviglia, per mantenersi in Seminario deve lavorare come domestico. Sacerdote nel 1901, dal 1915 vescovo di Malaga, vive il dramma della guerra civile spagnola (1936-1939): deve intervenire la Santa Sede per metterlo al sicuro prima a Madrid - da dove continua a guidare la diocesi Malaga - e poi a Palencia della quale è nominato vescovo nel 1935. Muore a Madrid il 4 gennaio 1940. La sua eredità spirituale continua nella Famiglia eucaristica riparatrice che fondò.
Lodovico Pavoni (1784-1849) – Bresciano di nobile famiglia, si avvede presto del contrasto tra i benefici di pochi e la sofferenza di molti. Decide di diventare sacerdote per spendere interamente la vita a servizio dei poveri. Ordinato prete il 21 febbraio 1807, è segretario del nuovo vescovo di Brescia, mons. Gabrio Maria Nava. Per i giovani sbandati e disorientati fonda uno dei primi oratori della città, poi l'istituto San Barnaba e nel 1824, prima in Italia, una scuola tipografica. Fonda una famiglia religiosa con l'erezione canonica l’11 agosto 1847: i Figli di Maria oggi Figli di Maria Immacolata Pavoniani. Durante le gloriose «dieci giornate di Brescia», porta in salvo sotto la pioggia i suoi giovani ma si ammala e muore il 10 aprile a 64 anni.
Alfonso Maria Fusco (1839-1910) – Si distingue per l'assiduità al servizio liturgico e per la diligenza nell'amministrazione dei Sacramenti. Fonda ad Angri (Salerno) le Suore di san Giovanni battista (Battistine) del Nazareno. Dedito al ministero tra i contadini, predilige la formazione dei giovani poveri e orfani. Non lascia molti scritti, ama parlare con la testimonianza della vita: le sue frasi sono ricche di sapienza evangelica.
José Gabriel del Rosario Brochero (1840-1914) - Sacerdote dell'arcidiocesi di Còrdoba in Argentina, destinato nel 1869 parroco della cittadina di San Alberto, migliora la vita dei parrocchiani in tutti i campi. Lo chiamano «el cura gaucho, il prete gaucho» perché, come i famosi cavalieri argentini, percorre chilometri e chilometri a dorso di mula, per visitare tutti. Condivide la condizione della sua gente fino a contrarre la lebbra per aver bevuto dell'infuso di erba mate con alcuni ammalati. Muore il 26 gennaio 1914. Papa Francesco ha una grande devozione per questo santo della povera gente. È il primo santo dell’Argentina mentre il primo beato dal 2007 è Cefirino Namuncurà (1886-1905), figlio di un bellicoso «cachico, capo», allievo dei Salesiani, giunto a Torino nel 1904 e ricevuto da don Michele Rua, primo successore di don Bosco. Il ragazzino morì a Frascati.
Elisabetta (Elisabeth) della Santissima Trinità Catez (1880-1906) – Nasce a Bourges in Francia. Si sente chiamata alla vita religiosa ma può farlo solo al compimento della maggiore età. Nel 1901 entra nel Carmelo di Digione e assume il nome di suor Elisabetta della Santissima Trinità. Nel 1903 le si manifestano i sintomi del morbo di Addison con gravi problemi alla ghiandola surrenale: l'accetta con il sorriso e vive immersa nell'unione delle tre Persone Divine. Muore a 27 anni.
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