Papa Francesco: si alle riforme no alla fabbrica del fango

L'intervento del Pontefice dopo una settimana complicata e piena di notize che lo hanno amareggiato 

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Papa Francesco: si alle riforme no alla fabbrica del fango

Papa Francesco e il Vaticano procedono sulla strada delle riforme, della trasparenza e della buona amministrazione. Alle chiacchiere e alle polemiche, agli assalti mediatici e alle palate di fango e di acrimonia dei media italiani - soprattutto delle testate laiciste e anticristiane - è meglio rispondere con i fatti. Questa la linea di condotta imposta da Papa Francesco che sta facendo le riforme.          

          

– Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, denuncia due libri che attingono a documenti riservati e sono «il risultato di un’attività illecita», favorita dai due «corvi», arrestati e sotto processo. Alla riforma, voluta da Francesco,  ha lavorato la Commissione sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative (Cosea) della Santa Sede, istituita il 18 luglio 2013 e sciolta a fine incarico. Due libri «frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito», pubblicazioni che «non concorrono a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose». Chi fa soldi e cerca fama con questi libri – che escono dalla pattumiera – fa un’operazione scorretta dal punto di vista giornalistico ed etico.

BENI INGENTI FINALIZZATI AL BENE – La Santa Sede non nega che i beni di cui dispone «nel complesso, sono ingenti» ma devono sostenere «attività vastissime gestite a Roma e nelle diverse parti del mondo. Le origini delle proprietà sono varie». Lombardi ricorda gli accordi economici fra Italia e Santa Sede nei Patti Lateranensi del 1929. Pio XI volle «un’efficace amministrazione, riconosciuta come saggia e lungimirante».

OBOLO DI SAN PIETRO PER LA CARITÀ DEL PAPA – Gli impieghi «sono vari a seconda delle situazioni, a giudizio del Papa, al quale l’Obolo è dato con fiducia dai fedeli per sostenere il suo ministero. Le opere di carità del Papa per i poveri sono una delle finalità essenziali per il bene della Chiesa universale, per la Curia, per le iniziative a Roma e nel mondo», per diffondere il magistero nelle diverse parti del mondo, per le 180 rappresentanze diplomatiche che servono le Chiese locali.                                                                               

 DALLA STAMPA SI ESIGE SERIETÀ - Il portavoce sollecita da giornalisti, scrittori e case editrici «la serietà per approfondire le situazioni e i problemi, in modo da riconoscere il molto che è stato fatto e che è assai più di quanto si dica» ma che viene sistematicamente taciuto. Per esempio i laicisti tacciono sistematicamente sulle tasse pagate da istituti e parrocchie. Anzi accusano la Chiesa di evasione fiscale. La riforma è tuttora in corso: per adesso sono stati riorganizzati i Dicasteri economici, è stato nominato il revisore generale che ha competenza su tutti i bilanci, sono in attività le istituzioni per il controllo delle attività economiche e finanziarie, è stata istituita la Segreteria dei media vaticani.                                                                                                                 

IL CORAGGIO DI PAPA FRANCESCO – La macchina del fango «non rende in alcun modo ragione al coraggio e all’impegno con cui il Papa e i suoi collaboratori affrontano la sfida di un miglioramento dell’uso dei beni temporali». La Santa Sede rassicura: «La strada della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza continua e procede senza incertezze. È questa la volontà di Papa Francesco e non manca chi vi collabora con piena lealtà e con tutte le forze». Indagini sono in corso su operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconducibili a Gianpietro Nattino. L’Ufficio ha richiesto la collaborazione dell’Autorità giudiziaria italiana e svizzera mediante rogatorie inoltrate  il 7 agosto 2015».       

                                                                                                                            

LA FONDAZIONE BAMBINO GESU’ VOLTA PAGINA - Si è riunito il nuovo Consiglio direttivo della Onlus dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede, nominato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Nuovi consiglieri, nuovo statuto e nuova missione. Presidente è Mariella Enoc: nata a Novara nel 1944, dopo gli studi in Medicina si è sempre occupata di amministrazione e gestione delle strutture sanitarie, è stata presidente della Confindustria Piemonte, è procuratore speciale dell’Ospedale «Cottolengo», è vicepresidente della Fondazione Cariplo e presidente delle Fondazioni Ismu, don Gino Rigoldi, don Mario Operti, ora anche del Bambino Gesù.

IL CARDINALE BERTONE SI DIFENDE DALLE CALUNNIE – L’81enne segretario di Stato emerito Tarcisio Bertone sbotta con il «Corriere della Sera: «È una vergogna, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile. Di nuovo la faccenda dell'appartamento. Gli appartamenti assegnati ai cardinali di Curia sono di proprietà del Governatorato vaticano o dell'Amministrazione patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e vengono ristrutturati dalle amministrazioni. L’appartamento mi è stato assegnato, d'accordo con Papa Francesco e il Governatorato».                               

«HO PAGATO IO CON I MIEI RISPARMI» - L’amministrazione «mi ha comunicato che nel 2013 non era stata messa a bilancio alcuna somma per la ristrutturazione di due appartamenti disastrati e abbandonati da anni. I lavori furono affidati alla ditta Castelli. La spesa era sui 300 mila euro: fui invitato dal Governatorato a saldare le fatture da pagare, come risulta dalla documentazione, e ho pagato dal mio conto con i miei risparmi per un appartamento che non è di mia proprietà e resterà al Governatorato». E la Fondazione Bambin Gesù? «Escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento».                                                                  

NESSUN ATTICO E IL TERRAZZO È CONDOMINIALE – «Il Papa vive in 50 metri quadrati e lei nel lusso…». «L'appartamento è di 296 metri quadrati. Non ci vivo da solo. Abito con una comunità di tre suore, c'è una segretaria che il Papa mi ha concesso per scrivere la memoria di tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco». E il terrazzo? «Sempre questa storia dell'attico. Non esiste nessun attico. Io abito al terzo piano e il terrazzo non è mio, è stato risanato, ma è condominiale».                                                                                                                                    

L’ARRESTO DI MONS. VALLEJO BALDA E DOTT. SA CHAOUQUI – Le indagini della Gendarmeria vaticana sulla sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati, hanno portato all’arresto «di un ecclesiastico, mons. Lucio Angel Vallejo Balda, e della dott.ssa Francesca Chaouqui, in passato segretario e membro della Commissione organizzazione strutture economico-amministrative».                

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