Papa Francesco: la luce di Gesù che vince le tenebre
Al Regina Coeli il Papa commenta l’episodio della pesca miracolosa e lancia un forte appello per la liberazione di padre Tom Uzhunnalil, rapito nello Yemen
Se a uno sguardo superficiale può sembrare a volte “che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento”, la Chiesa “sa con certezza che su quanti seguono il Signore Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua”. Papa Francesco al Regina Coeli ha commentato il Vangelo della terza domenica di Pasqua: l’apparizione di Gesù risorto ai discepoli, sulla riva del lago di Galilea, dove avviene l’episodio della pesca miracolosa (cfr Gv 21,1-19).
Il racconto è collocato nella cornice della vita quotidiana dei discepoli, tornati alla loro terra e al loro lavoro di pescatori, dopo i giorni sconvolgenti della passione, morte e risurrezione del Signore: “Era difficile per loro comprendere ciò che era avvenuto”. Ma, mentre tutto sembrava finito, è ancora Gesù a cercare nuovamente i suoi discepoli: “E’ Lui che va a cercarli”.
Senza Gesù anche il lavoro quotidiano è improduttivo
“Questa volta li incontra presso il lago, dove loro hanno passato la notte sulle barche senza pescare nulla”. Le reti vuote appaiono, in un certo senso, come il bilancio della loro esperienza con Gesù: “lo avevano conosciuto, avevano lasciato tutto per seguirlo, pieni di speranza… e adesso?”. Sì, “lo avevano visto risorto, ma poi pensavano”: “Se n’è andato e ci ha lasciati… E’ stato come un sogno…”.
Il buio è vinto dalla luce
Ma ecco che “all’alba Gesù si presenta sulla riva del lago”; essi però non lo riconoscono (cfr v. 4). A quei pescatori, stanchi e delusi, il Signore dice: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete” (v. 6). I discepoli si fidarono di Gesù e il risultato fu una pesca incredibilmente abbondante. “A questo punto Giovanni si rivolge a Pietro e dice”: “È il Signore!” (v. 7). “E subito Pietro si tuffa in acqua e nuota verso la riva, verso Gesù”.
“In quella esclamazione - ha sottolineato Papa Francesco - c’è tutto l’entusiasmo della fede pasquale, piena di gioia e di stupore, che contrasta fortemente con lo smarrimento, lo sconforto, il senso di impotenza che si erano accumulati nell’animo dei discepoli”. La presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: “il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi”.
Un messaggio da comunicare
Il grande annuncio della Risurrezione infonde nei cuori dei credenti un’intima gioia e una speranza invincibile. “Cristo è veramente risorto!”. Anche oggi la Chiesa continua a far risuonare questo annuncio festoso: “la gioia e la speranza continuano a scorrere nei cuori, nei volti, nei gesti, nelle parole”. “Tutti noi cristiani - ha sottolineato il Papa - siamo chiamati a comunicare questo messaggio di risurrezione a quanti incontriamo, specialmente a chi soffre, a chi è solo, a chi si trova in condizioni precarie, agli ammalati, ai rifugiati, agli emarginati. A tutti facciamo arrivare un raggio della luce di Cristo risorto, un segno della sua misericordiosa potenza”.
L’appello per il rilascio di padre Tom
Al termine del Regina Coeli, il Papa ha rivolto un accorato appello “per la liberazione di tutte le persone sequestrate in zone di conflitto armato”. “In particolare - ha aggiunto - desidero ricordare il sacerdote salesiano Tom Uzhunnalil, rapito ad Aden nello Yemen il 4 marzo scorso”. Padre Tom è caduto nelle mani dei jihadisti durante la brutale aggressione al convento delle suore Suore Missionarie della Carità.
La Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore
La Giornata, che ha per tema: “Nell’Italia di domani io ci sarò” è stata ricordata così: “Auspico che questa grande Università, che continua a rendere un importante servizio alla gioventù italiana, possa proseguire con rinnovato impegno la sua missione formativa, aggiornandola sempre più alle esigenze odierne”.
Il Saluto ai pellegrini ed ai maratoneti
Congedandosi dai fedeli riuniti in piazza il Santo Padre ha voluto rivolgere un saluto “a quelli che stanno facendo la Maratona”. La corsa tra le strade della capitale è giunta alla sua ventiduesima edizione. In Piazza San Pietro erano ancora presenti i pellegrini della Diocesi di Torino, che concluderanno oggi la loro tre giorni romana.
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