Papa Francesco conquista il cuore del Congresso degli Stati Uniti d'America
Le donne e gli uomini più importanti d'America hanno accolto le parole del Santo Padre con 37 applausi ed 8 standing ovation.
In quello che è stato il primo discorso tenuto da un Pontefice a Capital Hill, Papa Francesco ha toccato tutti i temi più scottanti del nostro tempo: il fondamentalismo, non solo religioso, ma anche politico, che crea una dicotomia apparentemente insuperabile tra "buoni" e "cattivi". L'immigrazione: non spaventiamoci per il numero di chi arriva chiedendoci aiuto, ma guardiamo i loro volti. Il traffico di armi: Perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere sofferenze a individui e società? L'abolizione della pena di morte: la giusta e necessaria punizione non deve mai escludere l’obiettivo della riabilitazione. I mali dell'economia: la politica non può essere sottomessa al servizio di economia e finanza. E' necessario combattere la povertà. I mali sociali: la logica dello scarto, le difficoltà della famiglia minacciata, forse come mai in precedenza.
Le immagini che sono rimbalzate sui circuiti internazionali prima dell'arrivo di Papa Francesco hanno fatto vedere un John Boehner, lo Speaker della Camera dei Rappresentanti, visibilmente emozionato. Lo stesso Boehner che ha accolto Francesco all'ingresso, quando lo ha poi accompagnato sulla loggia per la benedizione alla folla che attendeva all’esterno, non ha saputo trattenere le lacrime di commozione.
Papa Francesco, a sorpresa, ha introdotto il suo discorso parlando di Mosè che “ci offre una buona sintesi del vostro lavoro: a voi viene richiesto di proteggere, con gli strumenti della legge, l’immagine e la somiglianza modellate da Dio su ogni volto umano”. Ed è proprio questa la chiave di lettura del discorso di Francesco. Guardare. Guardare il volto delle persone in difficoltà, il viso degli immigrati che ci chiedono aiuto, guardare in faccia i problemi e lavorare per cercare una soluzione, non fuggire per la paura lasciandoli irrisolti. Guardare il politico dello schieramento opposto e scorgere non un avversario da combattere, ma una persona con la quale instaurare un dialogo e confrontarsi.
Dopo il riferimento a Mosè, Francesco ha introdotto quattro icone del popolo americano: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton.
Il fondamentalismo
La figura di Licoln serve per affrontare il primo nodo: il fodamentalismo. “Siamo tutti pienamente consapevoli, ed anche profondamente preoccupati - dice il Papa - per la inquietante l’odierna situazione sociale e politica del mondo. Il nostro mondo è sempre più un luogo di violenti conflitti, odi e brutali atrocità, commesse perfino in nome di Dio e della religione. Sappiamo che nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere”.
Immigrati e rifugiati
Con il riferimento a Martin Luther King Francesco ha introdotto il secondo nodo: immigrati e rifugiati: “Negli ultimi secoli, milioni di persone sono giunte in questa terra per rincorrere il proprio sogno di costruire un futuro in libertà. Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati”. Francesco non trascura neppure la sorte dei nativi americani: “Tragicamente, i diritti di quelli che erano qui molto prima di noi non sono stati sempre rispettati”.
“Il nostro mondo sta fronteggiando una crisi di rifugiati di proporzioni tali che non si vedevano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale... Non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni”. Dobbiamo evitare una tentazione oggi comune: scartare chiunque si dimostri problematico.
La regola d’oro
Ricordiamo la Regola d’Oro: «Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te» (Mt 7,12). Questa norma ci indica una chiara direzione. Trattiamo gli altri con la medesima passione e compassione con cui vorremmo essere trattati. Cerchiamo per gli altri le stesse possibilità che cerchiamo per noi stessi. Aiutiamo gli altri a crescere, come vorremmo essere aiutati noi stessi.
La Regola d’Oro ci mette anche di fronte alla nostra responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo.
La pena di morte
“Questa convinzione - prosegue Francesco - mi ha portato, fin dall’inizio del mio ministero, a sostenere a vari livelli l’abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini”.
La povertà
“In questi tempi in cui le preoccupazioni sociali sono così importanti, non posso mancare di menzionare la serva di Dio Dorothy Day, che ha fondato il Catholic Worker Movement. Il suo impegno sociale, la sua passione per la giustizia e per la causa degli oppressi, erano ispirati dal Vangelo, dalla sua fede e dall’esempio dei santi”.
“La lotta contro la povertà e la fame dev’essere combattuta costantemente su molti fronti, specialmente nelle sue cause”. So che molti americani oggi, come in passato, stanno lavorando per affrontare questo problema.
L’ambiente
“Nell’Enciclica Laudato si’ esorto ad uno sforzo coraggioso e responsabile per «cambiare rotta» (ibid., 61) ed evitare gli effetti più seri del degrado ambientale causato dall’attività umana. Sono convinto che possiamo fare la differenza e non ho dubbi che gli Stati Uniti - e questo Congresso – hanno un ruolo importante da giocare.
Il dialogo
Un secolo fa, all’inizio della Grande Guerra, che il Papa Benedetto XV definì “inutile strage”, nasceva un altro straordinario Americano: il monaco cistercense Thomas Merton. Egli fu uomo di dialogo, un promotore di pace tra popoli e religioni.
“È mio dovere costruire ponti e aiutare ogni uomo e donna, in ogni possibile modo, a fare lo stesso. Quando nazioni che erano state in disaccordo riprendono la via del dialogo – un dialogo che potrebbe essere stato interrotto per le ragioni più valide – nuove opportunità si aprono per tutti”.
Il traffico di armi
Essere al servizio del dialogo e della pace significa anche essere veramente determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tutto il mondo. Qui dobbiamo chiederci: perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro che è intriso di sangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi.
La famiglia
“Terminerò la mia visita nella vostra terra a Filadelfia, dove prenderò parte all’Incontro Mondiale delle Famiglie.” Papa Francesco confessa di non poter nascondere la sua preoccupazione per la famiglia che è minacciata, forse come mai in precedenza, dall’interno e dall’esterno.
I giovani
“In particolare, vorrei richiamare l’attenzione su quei membri della famiglia che sono i più vulnerabili, i giovani. Per molti di loro si profila un futuro pieno di tante possibilità, ma molti altri sembrano disorientati e senza meta, intrappolati in un labirinto senza speranza, segnato da violenze, abusi e disperazione. I loro problemi sono i nostri problemi. Non possiamo evitarli”.
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione