Papa Francesco al Regina Coeli: “Ho visto tanto dolore!”
Il ricordo commosso della visita all’Isola di Lesbo, l’episodio della donna assassinata per motivi religiosi e l’appello per il lavoro al Regina Coeli. In mattinata ordinati 11 nuovi sacerdoti.
La visita all’isola di Lesbo ha colpito molto Papa Francesco che, al Regina Coeli, ha messo da parte il testo dattiloscritto ed ha parlato a braccio condividendo con i fedeli in Piazza San Pietro il ricordo della sua giornata sull’isola greca. Sul retro di uno dei fogli attraverso il leggio si potevano vedere alcune righe scritte a penna. Un’aggiunta dettata dal cuore all’ultimo minuto, ma quanto mai efficace:
“Ho visto tanto dolore!” ha raccontato commosso. Sono stati oltre 300 i migranti ai quali Papa Francesco, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo e l’Arcivescovo Ieronymos di Atene e di tutta la Grecia, hanno stretto le mani. “Tanti di loro erano bambini”. “Alcuni di loro - ha aggiunto il Papa hanno assistito alla morte dei genitori e dei compagni, alcuni morti annegati in mare”.
Quell’uomo piangeva tanto...
“Voglio raccontare - ha proseguito - un caso particolare, di un uomo giovane, non ha 40 anni. Lo ho incontrato ieri, con i suoi due figli. Lui è musulmano e mi ha raccontato che era sposato con una ragazza cristiana, si amavano e si rispettavano a vicenda. Ma purtroppo questa ragazza è stata sgozzata dai terroristi, perché non ha voluto rinnegare Cristo e abbandonare la sua fede. E’ una martire! E quell’uomo piangeva tanto…”.
Il Vangelo di oggi
Come di consueto, prima del Regina Coeli il Papa si è soffermato a commentare il Vangelo del giorno, Gesù il Buon Pastore: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10,27-28).
Con Gesù siamo al sicuro
L’immagine del pastore e delle pecore indica lo stretto rapporto che Gesù vuole stabilire con ciascuno di noi. Egli è la nostra guida, il nostro maestro, il nostro amico, il nostro modello, ma soprattutto è il nostro Salvatore. Queste parole ci comunicano un senso di assoluta sicurezza e di immensa tenerezza. La nostra vita è pienamente al sicuro nelle mani di Gesù e del Padre, che sono una sola cosa: “un unico amore, un’unica misericordia, rivelati una volta per sempre nel sacrificio della croce”.
Per salvare le pecore smarrite “che siamo tutti noi”, il Pastore “si è fatto agnello e si è lasciato immolare per prendere su di sé e togliere il peccato del mondo”. “Per questo - ha aggiunto Francesco - non abbiamo più paura: la nostra vita è ormai salvata dalla perdizione. Niente e nessuno potrà strapparci dalle mani di Gesù, perché niente e nessuno può vincere il suo amore. L’amore di Gesù è invincibile! Il maligno, il grande nemico di Dio e delle sue creature, tenta in molti modi di strapparci la vita eterna”. Ma il maligno non può nulla se non siamo noi ad aprirgli le porte della nostra anima, seguendo le sue lusinghe ingannatrici.
Il terremoto in Ecuador e in Giappone
Questa notte un violento terremoto ha colpito l’Ecuador, causando numerose vittime e ingenti danni. Il Papa ha pregato “per quelle popolazioni” ed anche “per quelle del Giappone, dove pure ci sono stati alcuni terremoti in questi giorni. L’aiuto di Dio e dei fratelli dia loro forza e sostegno”.
La preghiera per le Vocazioni
Oggi ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Sono 11 i nuovi sacerdoti ordinati in mattinata da Papa Francesco. A loro ha raccomandato di tenere sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore “che non è venuto per essere servito, ma per servire; per cercare e salvare ciò che era perduto”. Poi ha aggiunto: “Siate consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini. Scelti, non dimenticatevi questo. Scelti! E’ il Signore che vi ha chiamato, uno ad uno. Scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore, e non in mio favore!”.
I precari dei call center
L’ultimo appello di Francesco al Regina Coeli è stato per le tante famiglie preoccupate per il problema del lavoro: “Penso in particolare alla situazione precaria dei lavoratori italiani dei Call Center: auspico che su tutto prevalga sempre la dignità della persona umana e non gli interessi particolari”.
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