Papa Francesco: "Vi chiedo perdono per il Vaticano e Roma"
Le parole chiare di Bergoglio all'udienza del mercoledì
«Prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa voglio chiedervi perdono per gli scandali che ci sono stati recentemente sia a Roma che in Vaticano. Vi chiedo perdono». Così a braccio esclama in piazza San Pietro Papa Francesco prima dell’udienza generale dedicata ai bambini nell’ambito del tema della famiglia, sul quale lavora il Sinodo dei vescovi.
Chiarisce padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana: «Quando il Papa ha chiesto scusa ai fedeli per gli “scandali che in questi ultimi tempi sono accaduti sia a Roma che in Vaticano”, non parlava di politici o, specificamente, delle vicende legate al sindaco uscente Ignazio Marino, o al Sinodo in corso in Vaticano, ma semmai a questioni che si leggono sui mass media e che riguardano “uomini di Chiesa” e “la vita cittadina”».
Le udienze generali del mercoledì seguono uno schema collaudato: lettura in varie lingue di un passo della Sacra Scrittura; catechesi-spiegazione del Papa; breve sintesi e saluti in varie lingue; preghiera del Padre Nostro; benedizione papale; incontro con quanti sono ammessi a un saluto personale. Spiega il portavoce: «Il Papa ha ascoltato la lettura della Bibbia che parlava degli scandali introducendo la catechesi e ha detto queste parole. Se il Papa usa una formula di carattere ampio e generale, questa è la sua intenzione. Se vuole dire delle cose più particolari e precise sa benissimo farlo. Se usa un'espressione di carattere generale non è compito mio farla diventare più ristretta o larga di quel che ha voluto dire, non ho quindi precisazioni da dare. Il Papa ha fatto riferimento a Roma non per quanto riguarda il sindaco, perché quella è una questione politica e non ecclesiale, ma perché si rende conto che ci sono persone turbate o addolorate per le notizie diffuse dai media, e quindi ha chiesto perdono».
Aggiunge il portavoce: «Il Papa si rende conto che ci sono persone semplici, delle persone che vengono alle udienze, che a volte sono turbate o addolorate per delle notizie che si leggono. E allora in questo senso, per quanto c’è una responsabilità della Chiesa o di uomini di Chiesa, il Papa chiede perdono che non ci sia edificazione e positività ma che ci siano anche esempi negativi o cose che turbano».
Il brano è Matteo 18,1-20. Gesù dice: «Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Commentando il brano, Francesco parla di «uno scandalo insopportabile, quello dei bambini violati, abbandonati o non amati, che è tanto più grave, in quanto essi non hanno i mezzi per decifrarlo. Dio veglia su questa promessa, fin dal primo istante. Ricordate cosa dice Gesù? Gli angeli dei bambini rispecchiano lo sguardo di Dio, e Dio non perde mai di vista i bambini. Guai a coloro che tradiscono la loro fiducia, guai! Il loro fiducioso abbandono alla nostra promessa, che ci impegna fin dal primo istante, ci giudica».
E aggiunge: «Vorrei aggiungere un'altra cosa, con molto rispetto per tutti, ma anche con molta franchezza. La loro spontanea fiducia in Dio non dovrebbe mai essere ferita, soprattutto quando ciò avviene a motivo di una certa presunzione, più o meno inconscia, di sostituirci a Lui. Il tenero e misterioso rapporto di Dio con l’anima dei bambini non dovrebbe essere mai violato. La parola di Gesù è forte. Guai al mondo per gli scandali. Gesù è realista e dice che è inevitabile che avvengano scandali: ma guai all'uomo a causa del quale avviene lo scandalo».
Pare di capire che si tratta delle vicende di omosessualità nella parrocchia romana di Santa Teresa d’Avila, sede della Curia generalizia dei Carmelitani scalzi. Oppure della clamorosa sortita autopropagandistica fatta dal teologo polacco Krysztof per disturbare il Sinodo; o ancora all’ex arcivescovo polacco Józef Wesolowski, ex nunzio nella Repubblica Dominicana, accusato di pedofilia e pedopornografia, il cui processo penale in Vaticano è stato bloccato dal ricovero e poi dalla morte, le cui «cause naturali» sono oggetto di approfondimento di patologi clinici incaricati dal Tribunale vaticano. Oppure ancora della lettera indirizzata al Papa, ricevuta lunedì 5 ottobre quando il Sinodo ha aperto i lavori, firmata da 13 cardinali: «Con il desiderio di vedere fruttuosamente il Sinodo sulla famiglia servire la Chiesa, rispettosamente le chiediamo di prendere in considerazione una serie di preoccupazioni». Dalla lettera hanno preso le distanze i cardinale Angeli Scola, arcivescovo di Milano; André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e uno dei tre presidenti delegati del Sinodo; Peter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest e relatore generale del Sinodo.
Sollecitato dai giornalisti, Lombardi precisa: «Chi ha diffuso la lettera ha compiuto un atto di disturbo, non voluto da chi ha scritto. La lettera ha avuto ben più eco di quel che merita». Anche il cardinale inglese Vincent Gerald Nichols, arcivescovo di Wstminster, assicura che la lettera «non ha avuto nessuna enfasi, nessun impatto sul prosieguo dei lavori».
Merita ricordare che dal 9 all’11 ottobre si è svolta la seconda riunione plenaria della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, iniziata con la partecipazione alla Messa mattutina celebrata dal Papa a Casa Santa Marta. Informa un comunicato: «I membri della Commissione, presieduta dal cardinale statunitense Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, hanno concentrato i lavori sui rapporti presentati dai gruppi di lavoro, costituiti nel febbraio scorso. Tra i temi affrontati: le linee guide per la tutela e la protezione dei minori; il sostegno alle vittime e alle loro famiglie; la formazione di sacerdoti e religiosi. I membri della Commissione hanno preso parte a conferenze e seminari sulla protezione dei minori in Irlanda, Regno Unito, Francia, Nuova Zelanda, Isole del Pacifico e nelle Filippine dove hanno partecipato 76 vescovi. I membri della commissione avranno un incontro con i vescovi del Centro America». Il comunicato sottolinea «la risposta positiva di quanti hanno partecipato alle iniziative della Commissione, e in particolare il contributo per le Chiese locali nel continuare a sviluppare linee guida efficaci nella protezione dei minori».
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