Papa Francesco: I rifugiati conoscono le vie che portano alla pace

Il videomessaggio di Papa Francesco per il 35° anniversario del Centro Astalli: “Troppe volte non vi abbiamo accolto! Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono”.

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Papa Francesco: I rifugiati conoscono le vie che portano alla pace

A pochi giorni dalla visita all’isola di Lesbo, Papa Francesco ha lanciato un nuovo accorato appello a vincere la chiusura e l’indifferenza delle nostre società nei confronti di migranti e rifugiati: “ognuno di voi può essere un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità”.

“Ero forestiero e mi avete accolto” il Papa ha citato le parole dell’evangelista Matteo (cfr Mt 25,35): “Ero forestiero... Ognuno di voi, rifugiati che bussate alle nostre porte ha il volto di Dio, è carne di Cristo. La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito. Chi come voi è fuggito dalla propria terra a causa dell’oppressione, della guerra, di una natura sfigurata dall’inquinamento e dalla desertificazione, o dell’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, è un fratello con cui dividere il pane, la casa, la vita”.

“Troppe volte non vi abbiamo accolto! - ha proseguito Papa Francesco - Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono. Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti”.

 

 

Il Centro Astalli

Il Centro ha iniziato le sue attività nel 1981 accogliendo l’appello di padre Pedro Arrupe. L’allora Padre Generale della Compagnia di Gesù era rimasto profondamente colpito dalla tragedia di migliaia di boat people vietnamiti in fuga dal loro Paese devastato dalla guerra, ed aveva esortato i gesuiti di tutto il mondo a “portare almeno un po’ di sollievo a questa situazione così tragica”.

Da 35 anni il Centro si occupa di accompagnare, servire e difendere i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, non di rado anche dalla tortura. Il Centro si impegna anche a far conoscere all’opinione pubblica chi sono i rifugiati, qual’è la loro storia e quali sono i motivi che li hanno portati fin qui.

L’incoraggiamento di Papa Francesco

Nel suo videomessaggio il Papa ha ringraziato gli operatori laici e religiosi, ed i volontari che operano nel centro: “perché mostrate nei fatti che se si cammina insieme la strada fa meno paura” e li ha incoraggiati a proseguire: “Trentacinque anni sono solo l’inizio di un percorso che si fa sempre più necessario, unica via per una convivenza riconciliata. Siate sempre testimoni della bellezza dell’incontro. Aiutate la nostra società ad ascoltare la voce dei rifugiati”.

“Continuate a camminare con coraggio al loro fianco - ha concluso Papa Francesco - accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”.

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