Papa Francesco: «Al centro sempre la persona, non il dio denaro»
La Banca del credito cooperativo di Roma nel 60° di fondazione
Bergoglio nel suo incontro è stato netto nel definire che «in questo tempo l’aria della corruzione soffia dappertutto: diffondete l’onestà, lottate contro la corruzione»; «il lavoro dà dignità alle persone» contro la disoccupazione.
Intervenendo a braccio sabato 12 settembre a oltre 7 mila tra soci e dipendenti, con le famiglie, della Banca del credito cooperativo (BCC) di Roma nel 60° di fondazione. Il compito della banca cooperativa è «cercare di umanizzare l’economia, unire l’efficienza con la solidarietà». Ribadisce alcuni incoraggiamenti rivolti il 28 febbraio 2015 alle Confcooperative: «Essere un motore che sviluppa la parte più debole delle comunità locali; essere protagonisti nel proporre e realizzare nuove soluzioni di welfare, a partire dalla sanità; preoccuparvi del rapporto tra economia e giustizia sociale; facilitare e incoraggiare la vita delle famiglie; promuovere un uso solidale e sociale del denaro, nello stile della vera cooperativa, dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale». In sostanza, come frutto di tutto questo «far crescere l’economia dell’onestà. A voi è chiesto non solo di essere onesti – questo è normale – ma di diffondere e radicare l’onestà in tutto l’ambiente. Partecipate attivamente alla globalizzazione perché sia globalizzazione della solidarietà».
Riferendosi al fatto che la BCC di Roma «sia la più grande Banca di credito cooperativo in Italia» ricorda che «la sfida più importante è crescere continuando a essere una vera cooperativa e diventandolo ancora di più. Questo significa favorire la partecipazione attiva dei soci. Fare insieme e fare per gli altri. Naturalmente la sana e prudente gestione vale sempre e per tutti. Fare la banca è un mestiere delicato, che richiede grande rigore. Ma una banca cooperativa deve avere qualcosa in più: cercare di umanizzare l’economia, unire l’efficienza con la solidarietà».
Papa Bergoglio si sofferma su uno dei cardini della dottrina sociale della Chiesa: la sussidiarietà. «Come banche di credito cooperativo avete messo in pratica la sussidiarietà quando avete affrontato le difficoltà della crisi con i vostri mezzi, riunendo le forze, e non a spese degli altri. Questo è sussidiarietà: non pesare sulle istituzioni e quindi sul Paese quando si possono affrontare i problemi con le proprie forze. Per questo è importante che voi andiate avanti nel cammino di integrazione delle banche di credito cooperativo in Italia. Non solo perché l’unione fa la forza, ma perché bisogna pensare più in grande, allargare l’orizzonte». E poi la battuta finale: «Rimane chiaro, non vi chiedo soldi: vi chiedo preghiere».
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