Madre Teresa verrà proclamata santa il 4 settembre
La cerimonia, presieduta da Papa Francesco, si svolgerà a Roma
Proclamata Beata nel 2003 da San Giovanni Paolo II, la fondatrice delle Missionarie della Carità era nata a Skopje, in Macedonia, il 26 agosto 1910, Premio Nobel per la Pace nel 1979, si è spenta a Calcutta il 5 settembre 1997.
Il ricordo di Papa Francesco
Durante il Viaggio Apostolico a Tirana, nel settembre 2014, Papa Francesco aveva raccontato il suo incontro con la religiosa al Sinodo del 1994: “era seduta proprio dietro di me durante i lavori. Ho ammirato la sua forza, la decisione dei suoi interventi, senza lasciarsi impressionare dall’assemblea dei vescovi. Diceva quello che voleva dire...”. Nel racconto di Francesco c’è stato spazio anche per una battuta: “Avrei avuto paura se fosse stata la mia superiora...”.
La scelta del nome Teresa
Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, questo il nome al secolo di Madre Teresa, aveva scelto di chiamarsi così perchè ammirava Santa Teresa di Lisieux. Dopo avere preso i voti si trasferì in India dove lavorò come insegnante presso la Saint Mary's High School di Calcutta. Ben presto dimostrò il suo valore, anche come organizzatrice, tant'è che all’età di soli 34 anni fu nominata direttrice.
Le Missionarie della Carità
Nella periferia di Calcutta venne a contatto con la povertà più estrema. Dopo avere toccato la carne di Cristo nei poveri, si rese conto di avere ricevuto una “chiamata nella chiamata” come la definì lei. Nel 1950 fondò la congregazione delle Missionarie della Carità per meglio potersi prendere cura dei “più poveri dei poveri” e “di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la società e che sono rifuggite da tutti”.
La divisa delle Missionarie della Carità, il sari bianco con le striscie azzurre, venne scelto da Madre Teresa proprio perchè era il più economico che avesse trovato tra quelli in vendita in un piccolo negozio.
Nel 1952, in un tempio indù abbandonato donatole dall’Arcidiocesi di Calcutta, fondò la Casa Kalighat per i puri di cuore, dove venivano assistiti anziani ed ammalati, senza distinzione di fede. In seguito Madre Teresa aprì una casa per lebbrosi “la città della pace”, un orfanotrofio e moltissimi altri ospedali e lebbrosari in tutta Calcutta.
In questi luoghi gli ammalati di lebbra, un tempo emarginati e scartati, potevano vivere e lavorare, coltivare i campi, allevare capi di bestiame e dedicarsi all’artigianato. “Non ci sono lebbrosi - ripeteva spesso Madre Teresa - solo la lebbra, e si può curare”.
Gli sforzi per la Pace
L’impegno di Madre Teresa non fu solo rivolto all’assistenza degli ammalati e dei più poveri, ma ebbe anche un notevole rilievo in campo internazionale.
Nel 1982, mentre il conflitto tra Israele e Palestina rischiava di infiammare tutto il Medio Oriente, Madre Teresa riuscì a persuadere i combattenti a cessare il fuoco per il tempo sufficiente ad evacuare un ospedale assediato a Beirut. Moltissimi i pazienti ed i disabili che vennero messi in salvo grazie a questo gesto.
Alla caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est, Madre Teresa avviò poi decine di progetti anche in questi luoghi, dai quali era partita per recarsi in India.
Una tomba semplice
Madre Teresa è sepolta a Calcutta in una tomba semplice e bianca su cui è incisa un verso del Vangelo di Giovanni, sintesi della vita della religiosa: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Una piccola matita tra le mani di Dio.
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