La vicinanza del Papa ai terremotati dell’Italia centrale
All’Angelus la preghiera del Papa per le popolazioni terremotate, il commento della parabola di Zaccheo: "Non è con il rimprovero che si convertono i peccatori".
“Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni dell’Italia Centrale colpite dal terremoto”. Così il Papa ha espresso la sua solidarietà all’Angelus: “Prego per i feriti e per le famiglie che hanno subito maggiori danni, come pure per il personale impegnato nei soccorsi e nell’assistenza. Il Signore Risorto dia loro forza e la Madonna li custodisca”.
L’incontro con Zaccheo
Prima della recita dell’Angelus il Papa ha commentato il brano del Vangelo di oggi, l’incontro con Zaccheo (cfr Lc 19,1-10): capo dei “pubblicani”, cioè degli esattori delle tasse, Zaccheo era un ricco collaboratore degli odiati occupanti romani, ed era considerato uno sfruttatore del suo popolo. Anche lui, per curiosità, voleva vedere Gesù, ma la sua condizione di pubblico peccatore non gli permetteva di avvicinarsi al Maestro; per di più, era piccolo di statura, e per questo sale su un albero di sicomoro, lungo la strada dove Gesù doveva passare.
Quando arriva vicino a quell’albero, Gesù alza lo sguardo e gli dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Ma perché Gesù vuole fermarsi da lui? Di quale dovere si tratta?
Il disegno del Padre
“Sappiamo - ha osservato Francesco - che il suo dovere supremo è attuare il disegno del Padre su tutta l’umanità, che si compie a Gerusalemme con la sua condanna a morte, la crocifissione e, al terzo giorno, la risurrezione. E’ il disegno di salvezza della misericordia del Padre. E in questo disegno c’è anche la salvezza di Zaccheo. Il popolo vedeva in lui un furfante, che si è arricchito sulla pelle del prossimo. “E se Gesù avesse detto: «Scendi, tu, sfruttatore, traditore del popolo! Vieni a parlare con me per regolare i conti!», di sicuro il popolo avrebbe fatto un applauso”. Invece incominciarono a mormorare: “Gesù va a casa di lui, del peccatore, dello sfruttatore”.
Lo sguardo di Gesù va oltre i peccati e i pregiudizi
Gesù vede la persona “con gli occhi di Dio”, che non si ferma al male passato, ma intravede il bene futuro; Gesù “non si rassegna alle chiusure, ma apre sempre, sempre apre nuovi spazi di vita”; non si ferma alle apparenze, “ma guarda il cuore”. E qui ha guardato il cuore ferito di quest’uomo: “ferito dal peccato della cupidigia, da tante cose brutte che aveva fatto questo Zaccheo”. “Guarda quel cuore ferito e va lì”.
Non è con il rimprovero che si convertono i peccatori
“A volte - ha sottolineato il Papa - noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto”. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: “quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore, quel valore che Dio continua a vedere malgrado tutto, malgrado tutti i suoi sbagli”. Questo può provocare una sorpresa positiva, “che intenerisce il cuore e spinge la persona a tirare fuori il buono che ha in sé”. È il dare fiducia alle persone che le fa crescere e cambiare. Così si comporta Dio con tutti noi: “non è bloccato dal nostro peccato, ma lo supera con l’amore e ci fa sentire la nostalgia del bene”. Tutti abbiamo sentito questa nostalgia del bene dopo uno sbaglio. “E così fa il nostro Padre Dio, così fa Gesù. Non esiste una persona che non ha qualcosa di buono. E questo guarda Dio per tirarla fuori dal male”.
Il Dio delle sorprese
“La Vergine Maria ci aiuti a vedere il buono che c’è nelle persone che incontriamo ogni giorno, affinché tutti siano incoraggiati a far emergere l’immagine di Dio impressa nel loro cuore. E così possiamo gioire per le sorprese della misericordia di Dio! Il nostro Dio, che è il Dio delle sorprese!”.
Beatificati 4 monaci Benedettini
Ieri, a Madrid, sono stati proclamati Beati José Antón Gómez, Antolín Pablos Villanueva, Juan Rafael Mariano Alcocer Martínez e Luis Vidaurrázaga Gonzáles, martiri nella guerra civile spagnola. “Erano sacerdoti Benedettini. Lodiamo il Signore e affidiamo alla loro intercessione i fratelli e le sorelle che purtroppo ancora oggi, in varie parti del mondo, sono perseguitati per la fede in Cristo”.
La preghiera per il Viaggio in Svezia
Al termine dei saluti il Papa ha ricordato il prossimo Viaggio apostolico in Svezia, in occasione della commemorazione della Riforma: “Chiedo a tutti voi di pregare affinché questo viaggio sia una nuova tappa nel cammino di fraternità verso la piena comunione”.
“Vi auguro una buona domenica - c’è un bel sole… - e una buona festa di Tutti i Santi. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.
Papa Francesco
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