La preghiera di Francesco per i morti a Lampedusa
Udienza generale che si svolge mentre dal Canale di Sicilia arrivano terribili notizie di morte: sarebbero oltre 300 morti nei naufragi avvenuti al largo di Lampedusa. Il Papa ricorda il grande dono dei figli e il Concistoro di domenica
I figli sono un dono che Dio fa a una famiglia e al mondo e devono essere generati con generosità e responsabilità ma «le società che considerano i figli come un peso, sono depresse». Papa Francesco, all’udienza generale del mercoledì, prosegue con la catechesi sulla famiglia in preparazione al Sinodo generale ordinario del 4-25 ottobre 2015 su «Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo».
UNICI, IRRIPETIBILI, AMATI PRIMA DI VEDERLI - «I figli – spiega il Papa – sono unici, irripetibili, amati prima di vederli, ti ringiovaniscono e ti proiettano nel futuro se li accogli, mentre sconti un vuoto se li consideri un peso e li rifiuti. Rendono una società viva, se composta di persone aperte la vita, o al contrario depressa perché vittima della sua stessa chiusura». Dopo aver parlato, nelle passate settimane, dei padri e delle madri, Francesco sviluppa una riflessione animata da grande passione umana e pastorale sul «legame stretto che passa fra la speranza di un popolo e l’armonia fra le generazioni: la gioia dei figli fa palpitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto meno sono un possesso dei genitori. No, no. I figli sono un dono, sono un regalo. Capito? I figli sono un dono».
DONO PER LA FAMIGLIA E LA SOCIETA’ – A coloro che hanno la pretesa del «figlio a ogni costo» Papa Francesco ricorda che «un figlio è un dono, non perché è bello, non perché la pensa come me, non perché incarna i miei desideri». Un figlio lo si ama da subito e «questa vita generata da noi è destinata a lui, al suo bene, a quello della famiglia, della società, dell’umanità intera. Oggi sembra più difficile per i figli immaginare il loro futuro. I padri hanno forse fatto un passo indietro e i figli sono diventati più incerti nel fare i loro passi avanti. Possiamo imparare il buon rapporto fra le generazioni dal nostro Padre celeste, che lascia libero ciascuno ma non ci lascia mai soli. E se sbagliamo, Lui continua a seguirci con pazienza senza diminuire il suo amore per noi».
LA PATERNITA’ DI DIO E IL RAPPORTO GENITORI-FIGLI – Il quarto comandamento «Onora il padre e la madre» viene subito dopo i tre comandamenti «che riguardano Dio». E questo indica «quel qualcosa di divino che sta alla radice di ogni altro rispetto tra gli uomini: una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore; quando non si onorano i genitori si perde il proprio onore! È una società destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi. Però, anche una società avara di generazioni, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa». Ognuno è invitato a pensare e riflettere sul fatto che l’Europa è vecchia di nome e di fatto perché il tasso di natalità non arriva all’1 per cento e in Italia da decenni è dello zero virgola. Come fa molto spesso, Francesco richiamal’insegnamento di Paolo VI e della «Humanae vitae»: «Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va! La generazione dei figli deve essere responsabile, come insegna l’enciclica “Humanae vitae”, ma avere più figli non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile. Non avere figli è una scelta egoistica. La vita ringiovanisce e acquista energie moltiplicandosi: si arricchisce, non si impoverisce». Conclude: «Tanti di voi hanno figli e tutti siamo figli. Facciamo una cosa, un minuto di silenzio. Ognuno di noi pensi nel suo cuore ai propri figli – se ne ha – ma pensi in silenzio. E tutti noi pensiamo ai nostri genitori e ringraziamo Dio per il dono della vita (silenzio). Il Signore benedica i nostri genitori e benedica i vostri figli».
UN’ECOTOMBE NEL MEDITERRANEO – La denuncia arriva dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Alto si leva il richiamo di Jorge Mario Bergoglio, nipote e figlio di emigranti piemontesi nel 1929 in Argentina: «Seguo con preoccupazione le notizie giunte da Lampedusa, dove si contano altri morti tra gli immigrati a causa del freddo lungo la traversata del Mediterraneo. Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso». Le vittime si aggirano fra le 330 e le 380. I superstiti parlano di quattro gommoni partiti dalla Libia e naufragati, ciascuno con un centinaio di persone a bordo: quindi se 420 migranti sono partiti, se solo 40 si sono salvati, la conclusione è 330-380 morti.
«VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!» -È una delle più gravi tragedie dell’immigrazione degli ultimi tre anni: forse la peggiore, tra 400 e 500 vittime, è avvenuta nell’ottobre 2013. Ora le «carrette» sono partite con il «mare forza 7», senza cibo né acqua. Stracolme di giovanissimi, provenienti dall’Africa sub sahariana. I sopravvissuti raccontano di essere stati costretti «a salire sui gommoni con la forza dai trafficanti, minacciati con armi e bastoni. Ci hanno derubato di tutto». Il Consiglio d’Europa denuncia che l’«Operazione Triton» - che dalla fine 2014 sostituisce l’operazione italiana «Mare nostrum» - «non è assolutamente all’altezza». Certo che così l’Italia (e l’Unione Europea) risparmia dei soldi, ma lascia morire centinaia di poveretti. Un triplice «Vergogna! Vergogna! Vergogna!» uscì spontaneo dal cuore di Papa Francesco quando, il 4 ottobre 2013 ad Assisi per la festa di san Francesco, venne informato delle sconvolgenti dimensioni della tragedia. «Vergogna! Vergogna! Vergogna!» è il caso di ripetere oggi.
RIFORMA DELLA CURIA: NESSUNA BOZZA – I giornalisti vaticanisti hanno una fantasia sbrigliata, che quasi mai corrisponde a verità. Ecco cosa dice il portavoce vaticano padre Federico Lombardi: «Ci sono persone che hanno scritto che c’era un documento, una bozza di 66 pagine e con 100 e passa articoli. Ho chiesto se davvero ci fosse questa bozza. Sono caduti dalle nuvole e mi hanno detto che forse la stampa fa riferimento a un appunto dell’anno scorso. Il che vuol dire che non è un documento di lavoro presentato ai nove cardinali e su cui si sia discusso e si sia detto andiamo avanti. È uno dei tanti materiali. Mons. Marcello Semeraro (segretario del C9, n.d.r.) ha raccolto pacchi di materiali da parte dei 9 cardinali e da parte di altri che li hanno presentati e su cui si è impostato e portato avanti il lavoro. Quindi non c’è una bozza e non c’è stata una bozza di lavoro su cui si ragioni». Il 13-15 aprile è fissata la prossima riunione del Consiglio dei 9 cardinali che con il Papa prepara la riforma della Curia Romana. Un’altra ci sarà forse in luglio, quindi i tempi non saranno brevi. L’unica cosa che appare chiara sono i due nuclei attorno ai quali sarà organizzata la Curia: Laici-famiglia-vita e Carità-giustizia-pace.
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