L’unità si fa camminando. La richiesta di perdono di Papa Francesco
Con la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, si è chiusa la settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani
Papa Francesco ha chiesto perdono “per i comportamenti non evangelici tenuti da parte di cattolici nei confronti di cristiani di altre chiese”, ma ha anche chiesto ai cattolici di perdonare “se, oggi o in passato, hanno subito offese da altri cristiani”.
Insieme al Papa hanno varcato la Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura il Metropolita dell'Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, Gennadios Zervós, l'Arcivescovo anglicano David Moxon, rappresentante presso la Santa Sede dell’Arcivescovo di Canterbury. Alla celebrazione erano presenti anche una delegazione di Valdesi ed i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali di Roma.
La conversione di San Paolo
Papa Francesco ha esordito citando le parole di San Paolo: “Io sono il più piccolo tra gli apostoli […] perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana” (1 Cor 15,9-10). La conversione di San Paolo non è “prima di tutto un cambiamento morale”, ma “un’esperienza trasformante della grazia di Cristo”, e al tempo stesso “la chiamata ad una nuova missione: quella di annunciare a tutti quel Gesù che prima perseguitava perseguitando i suoi discepoli”.
Siamo tutti chiamati ad annunciare le opere di Dio
Tutti noi credenti in Cristo siamo “chiamati ad annunciare le opere meravigliose di Dio” (cfr 1 Pt 2,9). “Al di là delle differenze che ancora ci separano - ha proseguito il Papa - riconosciamo con gioia che all’origine della vita cristiana c’è sempre una chiamata il cui autore è Dio stesso. Possiamo progredire sulla strada della piena comunione visibile tra i cristiani non solo quando ci avviciniamo gli uni agli altri, ma soprattutto nella misura in cui ci convertiamo al Signore, che per sua grazia ci sceglie e ci chiama ad essere suoi discepoli. E convertirsi significa lasciare che il Signore viva ed operi in noi”. Per questo motivo, quando insieme i cristiani di diverse Chiese ascoltano la Parola di Dio e cercano di metterla in pratica, compiono davvero passi importanti verso l’unità. E non è solo la chiamata che ci unisce; ci accomuna anche la stessa missione: “annunciare a tutti le opere meravigliose di Dio”.
L’unità si fa in cammino
“Come San Paolo, e come i fedeli a cui scrive San Pietro, anche noi non possiamo non annunciare l’amore misericordioso che ci ha conquistati e che ci ha trasformati. Mentre siamo in cammino verso la piena comunione tra noi, possiamo già sviluppare molteplici forme di collaborazione, andare insieme e collaborare per favorire la diffusione del Vangelo. E camminando e lavorando insieme, ci rendiamo conto che siamo già uniti nel nome del Signore. L’unità si fa in cammino”.
La richiesta di perdono di Papa Francesco
“In questo Anno giubilare straordinario della Misericordia - ha esortato Papa Francesco - teniamo ben presente che non può esserci autentica ricerca dell’unità dei cristiani senza un pieno affidarsi alla misericordia del Padre”. “Chiediamo anzitutto perdono per il peccato delle nostre divisioni, che sono una ferita aperta nel Corpo di Cristo. Come Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa Cattolica, voglio invocare misericordia e perdono per i comportamenti non evangelici tenuti da parte di cattolici nei confronti di cristiani di altre Chiese. Allo stesso tempo, invito tutti i fratelli e le sorelle cattolici a perdonare se, oggi o in passato, hanno subito offese da altri cristiani. Non possiamo cancellare ciò che è stato, ma non vogliamo permettere che il peso delle colpe passate continui ad inquinare i nostri rapporti. La misericordia di Dio rinnoverà le nostre relazioni”.
L’ecumenismo del sangue
Papa Francesco ha poi ricordato la preghiera che Gesù Cristo ha rivolto al Padre: “siano una sola cosa […] perché il mondo creda” (Gv 17,21). “L’unità - ha osservato Francesco - è dono della misericordia di Dio Padre. Qui davanti alla tomba di San Paolo, apostolo e martire, custodita in questa splendida Basilica, sentiamo che la nostra umile richiesta è sostenuta dall’intercessione della moltitudine dei martiri cristiani di ieri e di oggi”. “Sostenuti dal loro esempio - ha concluso Papa Francesco - questo esempio che fa proprio l’ecumenismo del sangue, e confortati dalla loro intercessione, rivolgiamo a Dio la nostra umile preghiera”.
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione