L’abbraccio di pace del Papa avvolge il mondo intero
La Pasqua di speranza: all’Urbi et Orbi, in un momento in cui il mondo pensa alla guerra, il Papa invoca la pace. E l’appello per il lavoro ai giovani
Siamo sassolini su questa terra. Sassolini in una terra di dolore e di tragedie. Eppure, in mezzo a tante calamità, con la fede nel Cristo Risorto le nostre esistenze acquistano un senso: il senso di guardare oltre, il senso di dire: “Guarda non c’è un muro; c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa ambivalenza. Guarda avanti, non chiuderti”. Splendide parole pronunciate a braccio da Papa Francesco durante l’omelia della Messa di Pasqua in piazza San Pietro: “Tu sassolino, hai un senso nella vita perché sei un sassolino presso quel sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartato”.
Una sconfitta solo apparente
Oggi la Chiesa ripete, canta, grida: “Gesù è risorto!”. Ma come mai? Pietro, Giovanni, le donne sono andate al Sepolcro ed era vuoto, Lui non c’era: “Sono andati col cuore chiuso dalla tristezza, la tristezza di una sconfitta: il Maestro, il loro Maestro, quello che amavano tanto è stato giustiziato, è morto. E dalla morte non si torna. Questa è la sconfitta, questa è la strada della sconfitta, la strada verso il sepolcro”. Ma l’Angelo dice loro: “Non è qui, è risorto”. E’ il primo annuncio: “E’ risorto”. E poi la confusione, il cuore chiuso, le apparizioni. Ma i discepoli restano chiusi tutta la giornata nel Cenacolo, perché avevano paura che accadesse a loro lo stesso che accadde a Gesù. “E la Chiesa non cessa di dire alle nostre sconfitte, ai nostri cuori chiusi e timorosi: “Fermati, il Signore è risorto”.
La croce va avanti
Ma se il Signore è risorto, come mai succedono queste cose? Come mai succedono tante disgrazie, malattie, traffico di persone, tratte di persone, guerre, distruzioni, mutilazioni, vendette, odio? Ma dov’è il Signore? “Ieri - ha raccontato Francesco - ho telefonato a un ragazzo con una malattia grave, un ragazzo colto, un ingegnere e parlando, per dare un segno di fede, gli ho detto: ‘Non ci sono spiegazioni per quello che succede a te. Guarda Gesù in Croce, Dio ha fatto questo col suo Figlio, e non c’è un’altra spiegazione’. E lui mi ha risposto: ‘Sì, ma ha domandato al Figlio e il Figlio ha detto di sì. A me non è stato chiesto se volevo questo’. Questo ci commuove, a nessuno di noi viene chiesto: ‘Ma sei contento con quello che accade nel mondo? Sei disposto a portare avanti questa croce?’. E la croce va avanti, e la fede in Gesù viene giù”.
La pietra scartata, fonte di vita
Oggi la Chiesa continua a dire: “Fermati, Gesù è risorto”. E questa non è una fantasia, la Risurrezione di Cristo “non è una festa con tanti fiori”. Questo è bello, “ma non è questo è di più”; è il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza. “Cristo è risorto, questo significa”. “In questa cultura dello scarto dove quello che non serve prende la strada dell’usa e getta, dove quello che non serve viene scartato, quella pietra – Gesù - è scartata ed è fonte di vita”.
Cosa ci dice la Chiesa oggi davanti a tante tragedie? Questo, semplicemente. La pietra scartata non risulta veramente scartata: “I sassolini che credono e si attaccano a quella pietra non sono scartati, hanno un senso e con questo sentimento la Chiesa ripete dal profondo del cuore: ‘Cristo è risorto”. Pensiamo un po’, ognuno di noi pensi, ai problemi quotidiani, alle malattie che abbiamo vissuto o che qualcuno dei nostri parenti ha; pensiamo alle guerre, alle tragedie umane e, semplicemente, con voce umile, senza fiori, soli, davanti a Dio, davanti a noi diciamo ‘Non so come va questo, ma sono sicuro che Cristo è risorto e io ho scommesso su questo’”.
“Fratelli e sorelle - ha concluso il Santo Padre - questo è quello che ho voluto dirvi. Tornate a casa oggi, ripetendo nel vostro cuore: ‘Cristo è Risorto!’”.
Urbi et orbi
Al termine della celebrazione il Santo Padre ha raggiunto la loggia centrale della Basilica di San Pietro per pronunciare il suo messaggio “Urbi et Orbi”. Alla città ed al mondo, turbato da atti e voci di guerra, la preghiera del Papa è un’invocazione di pace: “ il Signore risorto guidi i passi di chi cerca giustizia e pace e doni ai responsabili delle nazioni il coraggio di fermare dilagare dei conflitti e di fermare il traffico delle armi”.
C'è la tensione sempre più alta fra la Corea del Nord e gli Stati Uniti, venti di guerra che si aggiungono alle guerre già dolorosamente combattute, come quella in Siria, dove non si contano più le vittime innocenti. Ma anche i tanti conflitti dimenticati, come le guerre civili in Africa e quelli in America Latina.
Un Pastore che ci viene a cercare
“Tutti noi, quando ci lasciamo dominare dal peccato, perdiamo la strada buona e andiamo errando come pecore smarrite. Ma Dio stesso, il nostro Pastore, è venuto a cercarci, e per salvare noi si è abbassato fino all’umiliazione della croce. E oggi possiamo proclamare: «E’ risorto il buon Pastore che per il suo gregge è andato incontro alla morte, alleluia!» (Messale Romano, IV Dom. di Pasqua, Ant. alla Comunione).
Attraverso i tempi, il Pastore Risorto non si stanca di cercare noi, suoi fratelli smarriti nei deserti del mondo. Cercare chi è smarrito nei labirinti della solitudine e dell’emarginazione. Si fa carico di quanti sono vittime di antiche e nuove schiavitù: lavori disumani, traffici illeciti, sfruttamento e discriminazione, gravi dipendenze. Si fa carico dei bambini e degli adolescenti che vengono privati della loro spensieratezza per essere sfruttati; e di chi ha il cuore ferito per le violenze che subisce entro le mura della propria casa. Il Pastore Risorto si fa compagno di strada di quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa di conflitti armati, di attacchi terroristici, di carestie, di regimi oppressivi.
Un abbraccio di pace a tutte le nazioni
Nelle complesse e talvolta drammatiche vicende dei popoli “il Signore Risorto guidi i passi di chi cerca la giustizia e la pace; e doni ai responsabili delle Nazioni il coraggio di evitare il dilagare dei conflitti e di fermare il traffico delle armi”.
Il pensiero del Papa vola “dall’amata e martoriata Siria”, vittima di una guerra che non cessa di seminare orrore e morte” a tutto il Medio Oriente “a partire dalla Terra Santa, come pure in Iraq e nello Yemen”. Non manchi la vicinanza del Buon Pastore “alle popolazioni del Sud Sudan, del Sudan, della Somalia e della Repubblica Democratica del Congo, che patiscono il perpetuarsi di conflitti, aggravati dalla gravissima carestia che sta colpendo alcune regioni dell’Africa”. Gesù Risorto sostenga gli sforzi di quanti “specialmente in America Latina si impegnano a garantire il bene comune delle società, talvolta segnate da tensioni politiche e sociali che in alcuni casi sono sfociate in violenza”. Il Buon Pastore “aiuti l’Ucraina, ancora afflitta da un sanguinoso conflitto, a ritrovare concordia e accompagni le iniziative volte ad alleviare i drammi di quanti ne soffrono le conseguenze”. Il Signore Risorto “che non cessa di colmare il continente europeo della sua benedizione, doni speranza a quanti attraversano momenti di crisi e difficoltà, specialmente a causa della grande mancanza di lavoro soprattutto per i giovani”.
“Cari fratelli e sorelle - ha concluso - quest’anno come cristiani di ogni confessione celebriamo insieme la Pasqua. Risuona così ad una sola voce in ogni parte della terra l’annuncio più bello: «Il Signore è veramente risorto, come aveva predetto!». Egli, che ha vinto le tenebre del peccato e della morte, doni pace ai nostri giorni. Possiate sentire ogni giorno la presenza del Signore Risorto, e condividere con gli altri la gioia e la speranza che Lui ci dona. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buona festa e arrivederci!”.
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