Joaquín Navarro-Valls, la voce gentile di Giovanni Paolo II
Il medico spagnolo e giornalista è stato dal 1984 al 2006 portavoce della Sala Stampa Vaticano. Il ricordo di mons. Giuliodori
È morto dopo una lunga malattia Joaquín Navarro-Valls, direttore della sala stampa vaticana dal 1984 al 2006. La notizia è stata appresa pochi minuti fa dal Sir. Nato a Cartagena il 16 novembre 1936, Navarro-Valls è legato, in modo particolare, al pontificato di Giovanni Paolo II. Ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di direttore della sala stampa vaticana l’11 luglio 2006.
In una recente intervista ad Avvenire così parlava di salute e malattia: “La malattia – che, paradossalmente, è l’esperienza umana più universale – è una provocazione che si presenta sempre con quelle due domande inevitabili: perché questa malattia? E perché a me? In un modo o nell’altro coinvolge non soltanto il malato ma tutta la sua famiglia. E spetta tutti noi, quelli non coinvolti direttamente nel mondo della sofferenza, di penetrare in quel mondo della malattia altrui per aiutare, condividere ansietà e dolori, per far sì che alla malattia degli altri non si aggiunga la tremenda sciagura della solitudine. Non possiamo voler ignorare i bisogni degli altri soltanto perché, per adesso, io sono sano. Nessuno merita la salute, così come nessuno merita la malattia”.
“Tempestivo, essenziale ed efficace”. Così mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ricorda oggi al Sir Joaquín Navarro-Valls, per oltre vent’anni direttore della sala stampa vaticana, morto ieri a Roma dopo una lunga malattia. Giuliodori ha avuto modo di collaborare spesso con Navarro-Valls nei dieci anni (1998-2007) in cui è stato direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e portavoce della Cei. “Ho sempre apprezzato – dice il vescovo – la sua persona e il suo modo di comunicare che posso riassumere in tre caratteristiche: tempestivo, essenziale, efficace. Tempestivo, perché in tutte le situazioni, dalle più agevoli alle più delicate, i suoi interventi erano sempre puntuali e mai elusivi. Essenziale, perché era capace, con raffinata competenza giornalistica, di riassumere comunicazioni complesse in poche e chiare parole. Efficace, perché dava sempre agli operatori dei media informazioni utili e interessanti, anche per la garanzia e l’autorevolezza del filo diretto che aveva con i Pontefici con cui ha collaborato”.
In particolare, mons. Giuliodori ricorda “la delicatezza e la prontezza, quando dal Palco di Tor Vergata mi autorizzò a rilasciare la dichiarazione, in quanto ero il portavoce di quell’evento, circa la presenza di oltre 2 milioni di giovani riuniti per la Gmg del 2000 con San Giovanni Paolo II”. Con “il suo stile sobrio e signorile”, conclude il vescovo, “è stato un vero maestro nel suo campo e un servitore intelligente e fedele della comunicazione della Santa Sede”.
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