Il Papa: ogni sì pieno a Dio dà origine a una storia nuova
“Dio desidera visitarci e attende il nostro sì”. Ma un sì pieno, non un “forse”. L'Angelus dedicato alla solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Per ciascuno di noi c’è una storia di salvezza fatta di sì e di no a Dio. All’Angelus il Papa ha commentato le letture di oggi: “due passaggi ci conducono all’origine del bene e del male”.
Il primo “no”
Il Libro della Genesi mostra il primo no, “il no delle origini”, “il no umano”, quando l’uomo ha preferito guardare a sé piuttosto che al suo Creatore, ha voluto “fare di testa propria”, ha scelto “di bastare a sé stesso”. Ma, così facendo, uscendo dalla comunione con Dio, “ha smarrito proprio sé stesso e ha incominciato ad avere paura, a nascondersi e ad accusare chi gli stava vicino” (cfr Gen 3,10.12). Questi sono i sintomi: “la paura, è sempre un sintomo di no a Dio, indica che sto dicendo no a Dio”; “accusare gli altri e non guardare a sé stessi indica che mi sto allontanando da Dio”. Questo fa il peccato. Ma il Signore non lascia l’uomo in balia del suo male: “subito lo cerca e gli rivolge una domanda piena di apprensione: «Dove sei?» (v. 9). Come se dicesse: «Fermati, pensa: dove sei?». È la domanda di un padre o di una madre che cerca il figlio smarrito: «Dove sei? In che situazione sei andato a finire?». E questo Dio lo fa con tanta pazienza, fino a colmare la distanza creatasi dalle origini. Questo è uno dei passaggi”.
Il grande “Sì”
Il secondo passaggio cruciale, narrato oggi nel Vangelo “è quando Dio viene ad abitare tra noi, si fa uomo come noi”. E questo è stato possibile per mezzo di un grande sì: “quello del peccato era il no; questo è il sì, è un grande sì”, quello di Maria al momento dell’Annunciazione. Per questo sì Gesù ha incominciato il suo cammino sulle strade dell’umanità “lo ha incominciato in Maria, trascorrendo i primi mesi di vita nel grembo della mamma: non è apparso già adulto e forte, ma ha seguito tutto il percorso di un essere umano”. Si è fatto in tutto uguale a noi, eccetto una cosa, “quel no”, eccetto il peccato. Per questo ha scelto Maria, “l’unica creatura senza peccato, immacolata”.
Maria risponde alla proposta di Dio dicendo: “Ecco la serva del Signore”. Non dice, come ha sottolineato Francesco: “Mah, questa volta farò la volontà di Dio, mi rendo disponibile, poi vedrò…”. No. Il suo è un sì pieno, totale, per tutta la vita, senza condizioni. E come il no delle origini aveva chiuso il passaggio dell’uomo a Dio, così il sì di Maria ha aperto la strada a Dio fra noi. È il sì più importante della storia, “il sì umile che rovescia il no superbo delle origini”, “il sì fedele che guarisce la disobbedienza”, “il sì disponibile che ribalta l’egoismo del peccato”.
I mezzi sì
Anche per ciascuno di noi c’è una storia di salvezza fatta di sì e di no. “A volte, però - ha osservato il Papa - siamo esperti nei mezzi sì: siamo bravi a far finta di non capire bene ciò che Dio vorrebbe e la coscienza ci suggerisce”. Siamo anche “furbi” e per non dire un no vero e proprio a Dio diciamo: “Scusami, non posso”, “non oggi, penso domani”; “Domani sarò migliore, domani pregherò, farò del bene, domani”. E questa furbizia ci allontana dal sì, ci allontana da Dio e ci porta al no, al no del peccato, al no della mediocrità. Il famoso “sì, ma…”; “sì, Signore, ma….”. Così però chiudiamo la porta al bene, e il male approfitta di questi sì mancati. “Ognuno di noi - ha aggiunto Francesco - ne ha una collezione dentro. Pensiamoci, ne troveremo tanti di sì mancati”. Invece ogni sì pieno a Dio “dà origine a una storia nuova”: dire sì a Dio è veramente “originale”, è origine, non il peccato, “che ci fa vecchi dentro. Ci invecchia presto!”. Ogni sì a Dio origina storie di salvezza per noi e per gli altri. Come Maria con il proprio sì.
“In questo cammino di Avvento - ha proseguito - Dio desidera visitarci e attende il nostro sì. Pensiamo: io, oggi, quale sì devo dire a Dio? Pensiamoci, ci farà bene. E troveremo la voce del Signore dentro di Dio, che ci chiede qualcosa, un passo avanti”. “Credo in Te, spero in Te, Ti amo; si compia in me la tua volontà di bene”. Questo è il sì. “Con generosità e fiducia, come Maria, diciamo oggi, ciascuno di noi, questo sì personale a Dio”.
L’appello per Sumatra
Dopo la recita dell'Angelus il Papa ha ricordato il forte terremoto ha colpito l’isola di Sumatra, in Indonesia: “Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e per i loro familiari, per i feriti e per quanti hanno perso la casa. Il Signore dia forza alla popolazione e sostenga l’opera di soccorso”.
Il grazie all’Azione Cattolica
In questa festa di Maria Immacolata l’Azione Cattolica Italiana vive il rinnovo dell’adesione: “Rivolgo un pensiero speciale a tutte le sue associazioni diocesane e parrocchiali. La Vergine benedica l’Azione Cattolica e la renda sempre più scuola di santità e di generoso servizio alla Chiesa e al mondo”.
Piazza di Spagna e Santa Maria Maggiore
“Oggi pomeriggio mi recherò in Piazza di Spagna per rinnovare il tradizionale atto di omaggio e di preghiera ai piedi del monumento all’Immacolata. Dopo andrò a Santa Maria Maggiore a pregare la Salus Populi Romani. Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo gesto, che esprime la devozione filiale alla nostra Madre celeste”.
“A tutti auguro buona festa e buon cammino di Avvento con la guida della Vergine Maria. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.
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