Il Papa ai disabili: la diversità è una ricchezza
La discriminazione? E’ una cosa bruttissima! Così il Papa al Convegno per Persone Disabili, promosso dalla CEI.
E’ veramente un bel clima quello che si respira in Aula Paolo VI sabato mattina: Papa Francesco sta ricevendo i partecipanti al Convegno per persone disabili promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Non viene pronunciato il discorso scritto per l’occasione “perchè è un po’ noioso”, il Papa preferisce parlare a braccio e rispondere alle domande dei partecipanti.
Proprio mentre il dialogo verte sui temi della diversità e della discriminazione, una bambina diversamente abile sale gli scalini e si avvicina al Papa, che la abbraccia e la bacia: “Questa è coraggiosa, questa non ha paura, lei rischia, sa che le diversità sono una ricchezza! Lei mai sarà discriminata, si sa difendere da sola”. Poco dopo altri bambini si avvicinano e si mettono a sedere ai piedi del Santo Padre.
Le diversità fanno la comunità
La prima a parlare è Lavinia, una ragazza che ha affrontato il tema della diversità ed ha anche raccontato la sua paura di “non capire”, timore che provava agli inizi del catechismo.
“Tutti siamo diversi” è la risposta di Francesco: “non c’è uno che sia uguale all’altro e ci sono alcune diversità più grandi o più piccole, ma tutti siamo diversi. Perché abbiamo paura delle diversità? Perché andare all’incontro di una persona con una diversità grave è una sfida e ogni sfida ci dà paura, è più comodo non muoversi, ignorare le diversità, dire che tutti siamo uguali e se c’è qualcuno che non lo è lasciamolo da parte”.
Le diversità sono una ricchezza “perché io ho una cosa tu un’altra e con queste due facciamo una cosa più bella e più grande”. “Un mondo dove tutti siano uguali sarebbe noioso! È vero che ci sono diversità che sono dolorose, tutti sappiamo, che hanno radice in alcune malattie ma anche quelle ci aiutano, ci sfidano e ci arricchiscono. Mai aver paura delle diversità, è proprio la strada per migliorare e essere più belli e più ricchi”.
Occorre mettere in comune quello che abbiamo: “C’è un gesto bellissimo che le persone fanno quasi incoscientemente, stringere la mano: quando io stringo la mano metto in comune quello che io ho con te, se è un stringere la mano sincero. Io ti do il mio e tu dai il tuo: questo fa bene a tutti e mi fa crescere”.
La discriminazione
E’ il momento di Serena, una ragazza di Pistoia che vive in sedia a rotelle. Serena chiede perchè ci sono tanti ragazzi disabili che non ricevono la Comunione. “E’ una domanda - ha risposto Papa Framcesco - che mi mette in difficoltà, perché se io dico quello che penso...”.
Serena ha parlato “di una delle cose più brutte che ci sono tra noi”: la discriminazione. È una cosa bruttissima: “Tu non sei come me, tu vai di là e io di qua!”. “Ma io vorrei seguire la catechesi...”. “In questa parrocchia no, questa parrocchia è per quelli che si assomigliano”. “Questa parrocchia è buona o no? - Chiede il Papa - Cosa deve fare il parroco? Convertirsi! È vero che se tu vuoi fare la comunione devi avere una preparazione e se tu non capisci questa lingua - per esempio se tu sei sordo - devi avere la possibilità in quella parrocchia di prepararti col linguaggio dei sordi!”.
“Se tu sei diverso hai anche tu la possibilità di essere il migliore. La diversità non dice che questo che ha i cinque sensi sia migliore di chi è sordomuto. Tutti abbiamo la stessa possibilità di crescere, di amare il Signore, di capire la dottrina cristiana, di ricevere i sacramenti”.
Papa Francesco ha poi ricordato il Papa Pio X, che “più di cento anni fa ha detto che si doveva dare la comunione ai bambini. Tanti si sono scandalizzati!. Quel bambino non capisce, è diverso, non capisce bene...”. “Date la comunione ai bambini! Ha detto il Papa e ha fatto di una diversità una uguaglianza perché lui sapeva che il bambino capisce in un altro modo”.
Non si può essere discriminati. Ognuno di noi ha il modo di conoscere le cose che è diverso, ma tutti possono conoscere Dio! Nella parrocchia nella messa, nei sacramenti tutti sono uguali, perché tutti hanno lo stesso Signore e la stessa mamma, la Madonna.
La pastorale dell’orecchio
La terza domanda è quella di don Luigi, che ha osservato come “non sempre tutti siamo capaci di accogliere” eh ha chiesto aiuto per “educare le comunità ad accogliere”.
“Se un sacerdote non accoglie tutti che consiglio darebbe il Papa? - E’ la risposta di Francesco - Ma che chiuda le porte della Chiesa, o tutti o nessuno! Ma il prete dice: Non posso accogliere tutti perché non tutti sono capaci di capire. Sei tu che non sei capace di capire! Quello che deve fare il prete, aiutato dai laici e dai catechisti, è aiutare tutti a capire la fede, l’amore, come essere amici, a capire le differenze, come diventano complementari”.
“Io credo - ha aggiunto - che nella pastorale della Chiesa si fanno tante cose belle e buone, ma c’è una cosa che si deve fare di più, soprattutto i sacerdoti: l’apostolato dell’orecchio, ascoltare! - Ma padre è noioso, perché sempre sono le stesse storie- . Ma non sono le stesse persone! E tu devi avere la pazienza di ascoltare. Accogliere e ascoltare!”.
Papa Francesco
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