Francesco pellegrino in Turchia, il dialogo di speranza in una terra ricca di contraddizioni
Il viaggio apostolico di Bergoglio in Turchia, incontri con Erdogan, Bartolomeo I e i capi musulamni: presente e passato di una lunga storia umana e spirituale della Chiesa e le altre confessioni
Partiamo da una immagine davvero straordinaria di Papa Francesco a Istanbul durante il suo incontro con il Patriarca Bartolomeo I. Francesco alla preghiera ecumenica nella chiesa del Fanar, sede del patriarcato di Costantinopoli: «La nostra gioia è nel comune affidamento alla fedeltà di Dio». Il Patriarca: «Chiediamo l'intercessione dei Padri della Chiesa perché ritroviamo l'unità come nel primo millennio»
Il Patriarcato di Costantinopoli, antica Bisanzio e attuale Istanbul, risale ad Andrea, fratello di Simon Pietro, l’apostolo «protokleitós, il primo chiamato» da Gesù e perché annunciò a Pietro: «Abbiamo trovato il Messia» (Giovanni 1,41). La metropoli deve il nome e il prestigio all’imperatore Costantino il Grande (274-337) che nel 330 la designa capitale dell’Impero. Il Concilio Costantinopolitano I (381) attribuisce al Patriarca il secondo posto dopo il Vescovo di Roma, e il Concilio di Calcedonia (451) riconosce la parità tra le due sedi. La morte di Teodosio I nel 395 sancisce la definitiva divisione fra Occidente e Oriente. Nel luglio 1054 si consuma il grande scisma: per mille anni cattolici e ortodossi non si parlano. Nel 1204 i Crociati conquistano Costantinopoli e creano l’Impero Latino.
Nonostante duemila anni di storia, la Turchia non riconosce nessuna Chiesa, né il Patriarcato, né il titolo Patriarca ecumenico di Costantinopoli, ma solo quello di Patriarca del Fanar, il quartiere dove sorge la residenza. Le Chiese non hanno personalità giuridica, non possono costruire né restaurare i luoghi di culto, non possono possedere edifici e terreni né aprire scuole. È come se non esistessero.
Il Patriarcato è il punto di riferimento per gli ortodossi e il Patriarca è «primus inter pares» tra Chiese «autocefale» e indipendenti. Per secoli ha avuto sede accanto alla Cattedrale di Santa Sofia, chiamata «Grande Chiesa», che fu scippata dagli islamici e mai restituita, nel 1453 fu trasformata in moschea fino al 1935 quando Mustafa Kemal Atatürk (1881-1983), padre della Patria ed eroe nazionale, ne ha fatto un museo. Con la caduta di Costantinopoli il 29 maggio 1453 finisce l’Impero Bizantino e il Patriarcato si trasferisce in diversi quartieri per stabilirsi definitivamente dal 1601 nel quartiere del Fanar.
Costantinopoli è uno dei cinque antichi patriarcati, con Roma, Alessandria d’Egitto,Antiochia, Gerusalemme. Il Patriarca porta i titoli di «Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e Patriarca ecumenico». Conta 3-4 milioni di fedeli; comprende quattro diocesi in Turchia, le isole del Dodecaneso, il Monte Athos in Grecia, Creta; ha arcidiocesi ed esarcati nella «diaspora», Paesi nei quali sono emigrati i fedeli: Stati Uniti (New York), Australia (Sydney), Gran Bretagna (Londra), Francia (Parigi), Germania (Bonn), Austria e Ungheria (Vienna), Belgio-Olanda-Lussemburgo (Bruxelles), Svezia e Scandinavia (Stoccolma), Nuova Zelanda (Wellington), Svizzera (Ginevra), Toronto (Canada), America del Sud (Buenos Aires), Panama e America Centrale (Città del Messico), Sud-Est asiatico (Hong Kong), Spagna e Portogallo (Madrid), Corea e Giappone (Seoul).
L’organismo di governo è il Santo Sinodo, presieduto dal Patriarca e composto da 12 metropoliti principali e da altri 21 metropoliti e 3 vescovi ausiliari. Intraprende varie iniziative pan ortodosse: coordina le relazioni tra le altre Chiese ortodosse, tiene i rapporti con le altre Chiese e le altre religioni; convoca le assemblee panortodosse e le presiede. Adesso si sta lavorando a un Concilio-Sinodo di tutte le Chiese ortodossie. Ha promosso il proselitismo nei Balcani, in Europa centrale e Russia occidentale. Ma poi il Patriarca di Mosca («la terza Roma») entrò in competizione con Roma e con Costantinopoli. Nel 1920 invita le Chiese cristiane «a pervenire a una relazione più stretta gli uni con gli altri, per promuovere la causa dell’unione» e a creare una «Lega delle Chiese di Cristo». Nel 1948 nasce il Consiglio mondiale delle Chiese.
I Patriarchi sono molto longevi. In 70 anni se ne sono succeduti tre: Athenagoras I (1948-1972), Demetrio I (1972-1991), Bartolomeo I è in carica dal 1991. Nello stesso periodo sisono succeduti sette Papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco.
Bartolomeo I è attento al dialogo ecumenico grazie ai suoi studi anche in istituti cattolici.Dimitrios Archontonis nasce nell’isola di Imbro il 29 febbraio 1940. La vocazione ecumenica, oltre alla naturale predisposizione, si deve anche al fatto che ha studiato e viaggiato molto all’estero. Feequenta l’Istituto Orientale di Roma che, come l’Istituto Biblico e l’Università Gregoriana, sono della Compagnia di Gesù. Studia all’Istituto ecumenico di Bossey in Svizzera e all’Università di Monaco di Baviera. Consegue il dottorato all’Orientale di Roma con la tesi: «La codificazione dei canoni e dei decreti canonici nella Chiesa ortodossa».
Il Santo Sinodo il 22 ottobre 1991 all’unanimità lo elegge arcivescovo di Costantinopoli. Poliglotta, conosce greco, turco, latino, italiano, francese, inglese e tedesco; si batte per la collaborazione inter-ortodossa e inter-cristiana. È il principale ispiratore della «Giornata ecumenica di preghiera per la salvaguardia del creato» che si tiene il 1° settembre.
Il dialogo con i Papi di Roma è ripreso 53 anni fa con Giovanni XXIII che invita gli «osservatori» delle «Chiese separate» al Concilio Vaticano II (1962-65). Paolo VI torna nella terra di Gesù e il 5 gennaio 1964 a Gerusalemme l’abbraccio tra Paolo VI e il Patriarca Atenagora I mette fine a nove secoli di lotte e scomuniche. Il 21 novembre 1964 il Concilio approva il decreto sull’ecumenismo «Unitatis redintegratio». Al 7 dicembre 1965 risale la «dichiarazione comune» di Paolo VI e Atenagora I che cancella le reciproche somuniche.
Nel luglio 1967 Paolo VI visita Atenagora a Costantinopoli e il Patriarca gli rende visita in Vaticano nell’ottobre 1967 quando Paolo VI gli restituisce le reliquie di Sant’Andrea. Papa Montini il 14 dicembre 1974 nella Cappella Sistina compie un gesto clamoroso: bacia i piedi al metropolita di Calcedonia, Melitone, in memoria del gesto al Concilio di Firenze (1439) quando i Patriarchi ortodossi si rifiutarono di baciare i piedi al Pontefice Romano.
Giovanni Paolo II e il Patriarca Dimitrios I nel novembre 1979 avviano il dialogo teologico. Ottocento anni dopo la IV crociata (1204-aprile-2014) Bartolomeo concede ai cattolici «il perdono» e Papa Wojtyla nel 2004 restituisce le reliquie dei Santi GregorioNazianzeno e Giovanni Crisostomo: il «sacco» rifornì l’Occidente di reliquie e opere d’arte, compresa probabilmente la Sindone di Torino.
Papa Benedetto è stato in Turchia nel novembre 2006. Nella visita alla Moschea Blu accetta l’invito di Mustafà Cagrici, muftì di Istanbul, a raccogliersi davanti al «mihrab», la nicchia che indica La Mecca: assolutamente non prega – come scrissero e scrivonotuttora i giornali - ma sosta in silenzioso raccoglimento.
Dialogo con Islam, contro ogni fondamentalismo e violenza. La religione è pace non guerra
Il Papa sta in silenzio, senza scarpe, con il capo chino e le mani giunte, accanto al Gran Muftì Rahmi Yaran che apre le palme delle mani recitando a voce bassa una preghiera. È l'immagine più importante del secondo giorno della visita di Bergoglio a Istanbul, che sotto la cupola di Moschea Blu ha detto: «Non solo dobbiamo glorificare e lodare Dio, ma dobbiamo anche adorarlo. Ecco la prima cosa». E inoltre Francesco invita i leader religiosi islamici al reciproco rispetto e all'amicizia come «messaggio alle rispettive comunità» e condanna gli atti del «gruppo estremista e fondamentalista» dell'Isis.
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