Francesco anatema contro la guerra e le sue inaudite violenze

Appello del Papa dopo gli sconvolgenti sviluppi del conflitto in Siria e gli attacchi terroristici

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Francesco anatema contro la guerra e le sue inaudite violenze

Papa Francesco «inorridito» per l’attacco chimico in Siria. Al termine dell’udienza generale di mercoledì 5 aprile 2017 invoca: «Cessi la tragedia» della popolazione, colpita il 4 aprile a Khan Sheikhun nella provincia di Idlib da un attacco chimico che  provoca oltre 70 vittime, tra cui almeno 20 bambini. Unanime la condanna internazionale.

Dice il Pontefice: «Assistiamo inorriditi» agli ultimi eventi per la «inaccettabile strage in cui sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra. Incoraggio gli sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione».

Parla anche dell’attentato di sabato 1° aprile 2017 nella metropolitana di San Pietroburgo che causa 14 vittime: «Il mio pensiero va al grave attentato nella metropolitana di San Pietroburgo, che ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione. Mentre affido alla misericordia di Dio quanti sono tragicamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai feriti».

Il bombardamento chimico comincia poco dopo le 6 di mattina di martedì 4 aprile. I testimoni raccontano di avere capito subito che non si trattava di un bombardamento con armi convenzionali, e nemmeno di un attacco con il cloro, di cui Assad ha fatto largo uso negli ultimi anni. I sintomi – difficoltà respiratorie, schiuma alla bocca, vomito, pupille ridotte a un puntino – sono compatibili con quelli già riscontrati nei casi di attacchi compiuti con il sarin, un tipo di gas nervino che agisce rapidamente ed è molto più letale del cloro. L’organizzazione Medici senza frontiere afferma che probabilmente le vittime sono state esposte a due sostanze diverse. Qualche ora dopo un altro attacco, con armi convenzionali, colpisce l’ospedale che ha accolto la maggior parte dei feriti. È il tipico bombardamento dei soccorritori che si stanno prendendo cura dei feriti di un primo bombardamento. Una tattica che serve a massimizzare i danni e i morti e che in passato è stata usata diverse volte dal regime di Assad.

Sono cruente le immagini della devastazione a Khan Sheikhun: bambini e adulti stesi per terra cercano a fatica di respirare. Le forze di Damasco e quelle di Mosca negano ogni coinvolgimento. L’italiano Staffan de Mistura, inviato Onu, parla di «orribile attacco chimico» venuto dal cielo. Convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Stati Uniti, Francia e Regno Unito presentano un progetto di risoluzione, che condanna l'attacco e chiede un'inchiesta rapida e completa. Ma, come al solito, Mosca definisce il documento «inaccettabile» e blocca ogni cosa.

Intervistato da «Radio Vaticana», il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, dice: «Sono i civili e, tra questi, un elevato numero di bambini, a pagare le conseguenze di questa terribile guerra e di questi gas tossici che hanno colpito la popolazione. Siamo quasi nella Settimana Santa e nella Pasqua. Come cristiano mi viene da riflettere: tutti questi bambini sono associati alla passione del Signore. È una sofferenza che dura da sei anni. Questa gente, soprattutto la popolazione civile, da oltre sei anni vive la settimana di passione e il Venerdì Santo. Innumerevoli sono stati gli appelli della comunità internazionale e di Papa Francesco, affinché la popolazione civile sia risparmiata dalle terribili conseguenze del conflitto. Abbiamo visto troppe vittime civili. Uno dei principali fondamenti del diritto umanitario internazionale, nei casi di guerra, è la protezione dei civili. In Siria tale protezione non avviene. Il popolo fa fatica a credere alla comunità internazionale: è stanco di parole, è stanco di risoluzioni non applicate. C’è una certa delusione e un certo scetticismo. Occorre passare dalle parole ai fatti e far sì che i civili e i bambini siano protetti».

In Siria la guerra civile provoca decine di migliaia di vittime: il dittatore Bashar al-Assad non vuole mollare il potere ai fondamentalisti islamici che vogliono instaurare una dittatura islamica. Una situazione tragica, quella della Siria, da oltre quarant’anni sotto la dittatura degli Assad padre e figlio, una tirannide protetta da altre tirannidi (Iran, Russia e Cina). L’Onu è bloccata dai veti incrociati.

Generale dell’Aviazione militare siriana ed alto esponente del partito Ba’th, Hafiz al-Asad è presidente-dittatore della Siria dal 1971 alla morte nel 2000. Succede, per designazione del padre, il figlio Bassar al-Asad, nato a Damasco l’11 settembre 1965. Diventato presidente senza alcuna esperienza politica, si lega a doppia mandata con Vladimir Putin, il tiranno di Mosca. Mentre gli Stati Uniti di George Bush junior definiscono «Stati canaglia» Corea del Sud, Cuba, Iraq di Saddam Hussein, Iran degli ayatollah, la Siria di Assad e la Libia di Gheddafi. Paesi considerati una minaccia per la pace mondiale e che si distinguono per un governo autoritario e crudele che viola sistematicamente i diritti umani, che sponsorizzano il terrorismo e che organizzano attentati.

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