Filippine, le parole di Papa Francesco «Impariamo a piangere di fronte ai bambini abusati»
Una folla straboccante ha seguito per le vie della città, sfidando il maltempo. Per le autorità di Manila - comunica padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede - i fedeli presenti sono tra 6 e 7 milioni: è record assoluto per gli incontri con i Papi
Appena rientrato alla nunziatura, Papa Francesco incontra a lungo il padre della giovane volontaria Chrystel, 27 anni, morta a Tacloban schiacciata da un’impalcatura. Un colloquio commovente, con l’arcivescovo di manila cardinale Luis Antonio Tagle a fare da interprete. Racconta il portavoce vaticano padre Federico Lombardi: «Il papà gli ha detto di essere sconvolto ma che si era consolato pensando che la figlia aveva preparato l’incontro della gente con il Papa. Hanno cercato di telefonare alla madre a Hong Kong ma non si è riusciti».
L’episodio di cronaca minore dice la grandezza d’animo e la sensibilità di questo Papa, per nulla impressionato dall’aver toccato il record di popolarità planetaria – 7 milioni di persone partecipano alla sua Messa - si preoccupa di incontrare e consolare un padre afflitto. È il buon pastore che lascia al sicuro le 99 pecorelle per andare a cercare, consolare, prendere sulla spalle la pecorella sofferente e smarrita.
LO SPLENDIDO GIARDINO DEL MONDO - «Dio ha creato il mondo come uno splendido giardino ma l’uomo ha sfigurato quella naturale bellezza e ha creato strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, l’ignoranza e la corruzione». Piove a dirotto su milioni e milioni di persone ammassate nel Grandstan Rizal Park di Manila che partecipano alla Messa domenica 18 gennaio, a conclusione della visita nelle Filippine. Informa Lombardi: «Per le autorità di Manila sono 6-7 milioni». Vent’anni fa domenica 15 gennaio 1995 san Giovanni Paolo II celebrò in quello stesso parco con 5 milioni di giovani filippini e asiatici la Giornata mondiale della gioventù. Bergoglio, con l'impermeabile giallo, a bordo della papamobile impiega un'ora per attraversare l'aerea e salutare la sua gente. Tutti i giornali e i siti del mondo libero riportano la notizia, a eccezione della laica «la Repubblica», quotidiano che ha una concezione tutta sua dell’informazione.
L’IDEOLOGIA VUOLE DISTRUGGERE LA FAMIGLIA – Il Papa invita le famiglie filippine «a difendere la loro identità dalle colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia. Siate candidi come colombe, che sanno sognare la famiglia come Dio l’ha pensata, e furbi come serpenti per non lasciarvi intrappolare dalle spire di chi la famiglia la vuole smontare». Nel catino del «Mall of Asia Arena» legge il discorso in un inglese compassato ma improvvisa frasi in spagnolo che scatenano l’entusiasmo: «Non è possibile una famiglia senza il sogno. Quando in una famiglia si perde la capacità di sognare, i bambini non crescono e l’amore non cresce, la vita si affievolisce e si spegne. La famiglia che prega e insegna ai figli i sani valori è una benedizione. Le famiglie siano molto sagaci, molto abili, molto forti, per dire “no” a qualsiasi tentativo di colonizzazione ideologica». Cita Paolo VI e l’enciclica «Humanae vitae» che difendeva «l’apertura alla vita»: Paolo VI «era coraggioso buon pastore e allertò le sue pecore sui lupi in arrivo».
I POVERI AL CENTRO DEL VANGELO - Parla della società appesantite da corruzione e povertà: «I poveri sono il centro e il cuore del Vangelo. Se togliamo i poveri dal Vangelo non possiamo comprendere il messaggio di Cristo. Solo diventando noi stessi poveri, potremo identificarci con gli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. La Chiesa è chiamata a riconoscere e combattere le cause delle disuguaglianze e delle ingiustizie».
ASCOLTARE DIO AL TEMPO DI INTERNET – Incontrando migliaia di giovani nel campo sportivo dell’Università di Santo Tomas, sostituisce il testo preparato in inglese con parole improvvisate a braccio in spagnolo, dopo un toccante abbraccio con una ragazzina che aveva raccontato la sua dura «vita di strada» e gli aveva chiesto: «Perché i bambini soffrono?». «Nel mondo manca la capacità di piangere. Piangono gli emarginati, gli esclusi, gli scartati, ma quelli che hanno una vita senza particolari necessità non sanno piangere». Chiede: «Piango quando vedo un bambino affamato, drogato, un bambino senza casa, un bambino abbandonato, abusato, sfruttato?». Come ascoltare la voce di Dio al tempo di Internet? «Accumuliamo informazioni e richiamo di trasformarci in giovani da museo. Solo attraverso l’amore l’informazione diventa feconda. Per essere saggi, pensate, sentite, agite».
TRA I SUPERSTITI DEL TIFONE - «Ho voluto essere qui con voi per dirvi che non siete soli, che Gesù e sua Madre non vi hanno abbandonato». Migliaia sfidano una tempesta di vento e pioggia per partecipare alla Messa a Tacloban, sconvolta nel 2013 da «Yolanda», il più devastante tifone della storia. Il maltempo costringe a dimezzare la sosta. La folla è un’unica macchia gialla dei sottilissimi impermeabili di plastica. Sulla papamobile sferzata dall’acqua anche Bergoglio indossa la cerata sopra i paramenti. Pastore di un popolo che ha perso tutto: «Quando ho visto da Roma questa catastrofe, ho sentito che dovevo venire qui. In quei giorni ho deciso di fare il viaggio qui. Un po’ tardi - mi direte voi - ed è vero, ma sono qui per dirvi che il Signore Gesù non delude. Non so cosa dirvi, ma guardiamo Gesù». Parla la lingua del cuore: «Molti di voi hanno perso tutto. Io non so che cosa dirvi. Lui sì, sa che cosa dirvi! Molti di voi hanno perso la famiglia. Rimango in silenzio, vi accompagno con il mio cuore in silenzio. Molti si chiedono: “Perché Signore?”. A ognuno il Signore risponde. Io non ho altre parole da dirvi».
PROMOTORI DEL VANGELO IN TUTTA L’ASIA – All’immenso popolo di un continente giovane Papa Francesco chiede di portare il Vangelo in tutta l’Asia, a cominciare dalla Cina, perché la bellezza del mondo creato da Dio non sia sfregiata da ingiustizie, corruzione e abusi. Davanti a milioni e milioni di occhi il Papa delle periferie dice che «il Santo Niño è un piccolo Bambino che vi ama con il cuore di Dio». Per i filippini e per Manila è un giorno imperdibile: c’è il Papa nella festa del loro protettore, il Santo Niño, Gesù Bambino. «Oggi purtroppo la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello».
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