Festa dell'Immacolata, Papa Francesco alla statua in piazza di Spagna
Verso natale nel giorno della festa di Maria. Il Papa per le strade di Roma
Nella basilica di San Pietro l’8 dicembre 1854 con la bolla dogmatica «Ineffabilis Deus» Pio IX definisce il dogma dell’Immacolata Concezione: «Per divina ispirazione, a onore della Trinità, con l’autorità di Nostro Signore, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la Vergine Maria fu preservata, per particolare grazie e privilegio di Dio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, immune da ogni macchia di peccato fin dal primo istante del concepimento, e ciò deve essere oggetto di fede certa e immutabile».
Due anni dopo, nel 1856, Pio IX fa erigere la statua in bronzo dell’Immacolata su una colonna marmorea in piazza Mignanelli, accanto a piazza di Spagna e al palazzo di Propaganda Fide. È la zona dell'ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, perché Madrid si era adoperata moltissimo per il dogma. La colonna di marmo, 11,81 metri, proviene dagli scavi romani. Il monumento è inaugurato l'8 dicembre 1857 grazie al lavoro di 220 vigili del fuoco. Dal 1923 ogni anno i pompieri di Roma offrono una corona di fiori alla Madonna.
Papa Francesco l’8 dicembre 2017 rende omaggio alla statua dell’Immacolata. È il 64° anno che succede: Pio XII ci andò per la prima volta l’8 dicembre 1953 in apertura del primo Anno Mariano (1953-8 dicembre-1954) per celebrare i cento anni del dogma.
Fin dalle origini del Cristianesimo, Maria è venerata come la «Panaghìa, tutta santa». La festa liturgica ne sottolinea l’esenzione dalla colpa originale che un teologo medievale traduce con «Potuit, decuit, ergo fecit. Dio lo poteva fare, conveniva che lo facesse, quindi lo fece». In Oriente e nell’Italia meridionale, sotto i bizantini, la festa si celebra dal VII secolo. Il calendario romano la recepisce nel 1746. Il Concilio di Basilea nel 1439 prescrive la celebrazione anche in Occidente.
Il dogma è l’atto supremo che pone il sigillo su una storia millenaria di devozione popolare. Il «sensus fidei fidelium» è nutrito dall’Antico e dal Nuovo Testamento: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Genesi 3,15); «Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia» (Cantico dei Cantici 4,7); «Ti saluto, piena di grazia» (Luca 1,28).
Fino al Concilio di Nicea (20 maggio-giugno 325) – che sancisce la natura divina e umana in Cristo - non si hanno pronunciamenti sull’assenza di peccato «ab initio» di Maria, ma i Padri della Chiesa la esaltano come «tutta santa». Sofronio di Gerusalemme (VI-VII secolo), la celebra «libera da ogni sozzura del corpo, dell’anima e del pensiero»; il monaco bizantino Teodoro Studita (VIII secolo) parla dell’assenza di peccato a cui Dio aveva predestinato la Vergine, ripreso dal patriarca di Costantinopoli Fozio. In Occidente l’attenzione teologica si risveglia nel XII secolo con la diffusione della festa della Concezione della Vergine, suscitando intensi dibattiti. San Bernardo di Chiaravalle e San Tommaso d’Aquino sono contrari a Maria preservata dal peccato originale. In campo francescano il beato Duns Scoto, elabora la spiegazione della «redenzione preventiva», secondo cui Maria rappresenta il capolavoro della redenzione operata da Cristo, che ha ottenuto che la Madre fosse preservata dal peccato originale. I Francescani diffondono questa dottrina. Non solo il popolo ma anche i dotti aderiscono alla convinzione che la Madonna è nata Immacolata. Sant’Alfonso Maria de Liguori conta 92 teologi domenicani «macolisti» (contrari) e 137 «immacolisti» (favorevoli). Questo dimostra che la teologia non è statica e che nella Chiesa si discute.
Un grande impulso al dogma viene nell’800 dalle apparizioni mariane. A Santa Caterina Labouré nel 1830 appare l’Immacolata mentre una voce le chiede di far coniare una medaglia che riproduca la visione. Nel 1842, l’Immacolata della Medaglia miracolosa appare nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma ad Alfonso Ratisbonne, giovane ebreo, ateo e anticlericale, che si converte e diventa sacerdote.
Quattro anni dopo il dogma, Maria appare per 18 volte (11 febbraio-18 luglio 1858) a Bernardette Soubirous a Lourdes. La Vergine afferma nel dialetto guascone dei Pirenei francesi: «Que soy era Immaculada Councepciou. Io sono l’Immacolata Concezione», espressione che la illetterata e rozza pastorella non comprende e sulla quale viene interrogata bruscamente dal parroco, preoccupato che attorno alle presunte apparizioni si rinfocoli la polemica degli agguerriti laicisti francesi.
Il dogma veniva a sancire la devozione, profondamente radicata nel «comune sentire» del popolo cristiano. Pio IX – che fu beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 - da tempo pensava alla proclamazione. A causa del burrascoso avvento della «Repubblica Romana» Papa Mastai Ferretti il 24 novembre 1848 fu costretto a fuggire da Roma e a rifugiarsi a Gaeta nel Regno di Napoli. Privo di ogni prospettiva, dichiara più volte di volersi rifugiare nella preghiera, di abbandonarsi alla Divina Provvidenza e di confidare nella Vergine. Risale al 6 dicembre 1848 la sua prima interrogazione ai cardinali sull’opportunità di definire il dogma. Lo storico gesuita Giacomo Martina nota che la «Rivoluzione romana» è per lui «espressione di un devastante naturalismo: il mezzo più efficace per superarlo era la definizione del dogma dell’Immacolata». Nel 1848 Pio IX chiude la questione istituendo una commissione di teologi e una di cardinali, dalle quali però emergono pareri contrastanti. Anche il filosofo e teologo Antonio Rosmini Serbati, pur ritenendola «moralmente sicura», sconsiglia di definirla dogmaticamente. Il Papa decide allora di sottoporre la questione al parere dei vescovi con l'enciclica «Ubi primum» (2 febbraio 1849): su 603 vescovi consultati 546 sono a favore. La bozza della dichiarazione conosce otto versione, prima di quella definitiva: «Ineffabilis Deus» dell’8 dicembre 1854.
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