Dove nasce Dio, nasce la speranza

Papa Francesco ha pronunciato il suo terzo messaggio Urbi et Orbi dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro.  Natale è un giorno di luce che disperde l’angoscia

Parole chiave: Urbi et Orbi (2), Papa (648), Natale (44), Francesco (119)
Dove nasce Dio, nasce la speranza

 

E’ Lui stesso, Gesù, il “giorno” luminoso che è sorto all’orizzonte dell’umanità. “Giorno di misericordia, nel quale Dio Padre ha rivelato all’umanità la sua immensa tenerezza. Giorno di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia. Giorno di pace, in cui diventa possibile incontrarsi, dialogare, e soprattutto riconciliarsi. Giorno di gioia: una gioia grande per i piccoli e gli umili, e per tutto il popolo (cfr Lc 2,10)”.

 

In questo giorno, dalla Vergine Maria, è nato Gesù, il Salvatore. “Il presepe - ha osservato Papa Francesco - ci fa vedere il segno che Dio ci ha dato: un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia (Lc 2,12)”. Come i pastori di Betlemme “anche noi andiamo a vedere questo segno, questo avvenimento che ogni anno si rinnova nella Chiesa”.

 

Insieme ai pastori, prostriamoci davanti all’Agnello “adoriamo la Bontà di Dio fatta carne, e lasciamo che lacrime di pentimento riempiano i nostri occhi e lavino il nostro cuore. Tutti ne abbiamo bisogno!”

 

Dove nasce Dio nasce la speranza

 

“Solo la Misericordia di Dio - ha commentato il Papa - può liberare l’umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l’egoismo genera in essa. La grazia di Dio può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili”.

 

Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra. Eppure “proprio là dove è venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne, continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire”.

 

Gli appelli alla pace

 

“Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo diretto e giungere ad un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti, con gravi ripercussioni sull’intera Regione”.

 

“Al Signore domandiamo che l’intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata. È altrettanto urgente che l’accordo sulla Libia trovi il sostegno di tutti, affinché si superino le gravi divisioni e violenze che affliggono il Paese”.

 

Il Santo Padre ha ricordato anche le atrocità che “in quei paesi come Yemen e nell’Africa subsahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze e non risparmiano neppure il patrimonio storico e culturale di interi popoli”. Il pensiero di Francesco è andato pure a quanti sono stati colpiti da “efferate azioni terroristiche, particolarmente dalle recenti stragi avvenute sui cieli d’Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi”.

 

“Ai nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede, il Bambino Gesù doni consolazione e forza. Sono i nostri martiri di oggi”.

 

Pace e concordia anche per le  “care popolazioni  della Repubblica Democratica del Congo, del Burundi e del Sud Sudan affinché, mediante il dialogo, si rafforzi l’impegno comune per l’edificazione di società civili animate da un sincero spirito di riconciliazione e di comprensione reciproca”.

 

Il Natale “porti vera pace anche all’Ucraina, offra sollievo a chi subisce le conseguenze del conflitto e ispiri la volontà di portare a compimento gli accordi presi, per ristabilire la concordia nell’intero Paese”.

 

La gioia di questo giorno “illumini gli sforzi del popolo colombiano perché, animato dalla speranza, continui con impegno a perseguire la desiderata pace”.

 

Il Natale degli scartati

 

Dove nasce Dio, nasce la speranza; e dove nasce la speranza, le persone ritrovano la dignità. “Eppure - ha constatato Papa Francesco - ancor oggi schiere di uomini e donne sono private della loro dignità umana e, come il Bambino Gesù, soffrono il freddo, la povertà e il rifiuto degli uomini. Giunga oggi la nostra vicinanza ai più indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico”.

 

Non manchi “il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita”.

 

Siano ricompensati “con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sé e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono”.

 

In questo giorno di festa “il Signore ridoni speranza a quanti non hanno lavoro - e sono tanti! - e sostenga l’impegno di quanti hanno responsabilità pubbliche in campo politico ed economico affinché si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignità di ogni vita umana”.

 

Dove nasce Dio, fiorisce la misericordia

 

“Essa è il dono più prezioso che Dio ci fa, particolarmente in questo anno giubilare, in cui siamo chiamati a scoprire la tenerezza che il nostro Padre celeste ha nei confronti di ciascuno

“E’ il Natale dell’Anno Santo della Misericordia - ha concluso Papa Francesco - perciò auguro a tutti di poter accogliere nella propria vita la misericordia di Dio, che Gesù Cristo ci ha donato, per essere misericordiosi con i nostri fratelli. Così faremo crescere la pace!”.

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