Dopo anni di gelo, lo storico abbraccio tra Francesco e Kirill

Storico incontro tra fratelli. Il calore di un abbraccio, uno sguardo intenso: Francesco ed il Kirill siglano una  Dichiarazione Congiunta

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Dopo anni di gelo, lo storico abbraccio tra Francesco e Kirill

 

“Abbiamo parlato come fratelli, abbiamo lo stesso Battesimo, siamo Vescovi”. Questo il commento pronunciato a braccio da Papa Francesco durante la firma della Dichiarazione Congiunta: “abbiamo parlato delle nostre Chiese e ci siamo trovati d’accordo nel fatto che l’unità si costruisce camminando. Abbiamo conversato con franchezza, senza mezze parole”. A quasi mille anni dal Grande Scisma del 1054, un Papa abbraccia il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

 

Al suo arrivo a L’Avana, il 19 settembre 2015, Francesco aveva descritto Cuba come “un arcipelago che si affaccia verso tutte le direzioni, con uno straordinario valore come chiave tra nord e sud, tra est e ovest”. “La sua vocazione naturale - aveva aggiunto - è quella di essere punto d’incontro perché tutti i popoli si trovino in amicizia”. Queste parole si sono presto avverate. Meno di cinque mesi dopo, proprio l’aeroporto José Martí dell’Avana, è diventato il teatro di questo storico evento.

 

Il Papa ha voluto ringraziare il presidente Raúl Castro e tutto il popolo cubano: “Se continua così Cuba sarà capitale dell’unità”. L’isola è stata offerta proprio dal Castro come “terreno neutrale” per questo incontro, in segno di gratitudine per il ruolo fondamentale ricoperto da Francesco nell’ottenere il disgelo con gli Stati Uniti.

 

Francesco ha detto di avere trovato in Kirill “un forte desiderio di unità”. Nel colloquio sono venute fuori “una serie di iniziative fattibili e realizzabili”. Un nuovo grande passo verso quell’unità tra le due Chiese che, come ha confermato lo stesso Patriarca: “potranno lavorare assieme affinché non ci sia più una guerra, affinché ovunque la vita umana sia rispettata, perché si rafforzino le fondamenta della morale della famiglia e della persona”.

 

Insieme contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo

 

“Il nostro sguardo - riporta la Dichiarazione - si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione” In molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa “i nostri fratelli e sorelle in Cristo vengono sterminati”. In Siria, in Iraq e in altri paesi del Medio Oriente “constatiamo con dolore l’esodo massiccio dei cristiani”. “Esortiamo la comunità internazionale ad unirsi per porre fine alla violenza e al terrorismo e, nello stesso tempo, a contribuire attraverso il dialogo ad un rapido ristabilimento della pace civile”.

 

L’ecumenismo del sangue

 

“Ci inchiniamo davanti al martirio di coloro che, a costo della propria vita, testimoniano la verità del Vangelo, preferendo la morte all’apostasia di Cristo. Crediamo che questi martiri del nostro tempo, appartenenti a varie Chiese, ma uniti da una comune sofferenza, sono un pegno dell’unità dei cristiani”.

 

Il dialogo interreligioso

 

“In quest’epoca inquietante, il dialogo interreligioso è indispensabile. Sono assolutamente inaccettabili i tentativi di giustificare azioni criminali con slogan religiosi. Nessun crimine può essere commesso in nome di Dio, «perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace» (1 Cor 14, 33)”.

 

La famiglia fondata sul su matrimonio uomo-donna

 

“La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica”.

 

Il diritto inalienabile alla vita

 

“Milioni di bambini sono privati della possibilità stessa di nascere nel mondo. La voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio (cfr Gen 4, 10). Lo sviluppo della cosiddetta eutanasia fa sì che le persone anziane e gli infermi inizino a sentirsi un peso eccessivo per le loro famiglie e la società in generale. Siamo anche preoccupati dallo sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita”.

 

No alla secolarizzazione dell’Europa

 

“Constatiamo che la trasformazione di alcuni paesi in società secolarizzate, estranee ad ogni riferimento a Dio ed alla sua verità, costituisce una grave minaccia per la libertà religiosa. È per noi fonte di inquietudine l’attuale limitazione dei diritti dei cristiani, se non addirittura la loro discriminazione, quando alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica”.

 

I poveri ed i migranti

“Il nostro sguardo si rivolge alle persone che si trovano in situazioni di grande difficoltà, che vivono in condizioni di estremo bisogno e di povertà mentre crescono le ricchezze materiali dell’umanità. Non possiamo rimanere indifferenti alla sorte di milioni di migranti e di rifugiati che bussano alla porta dei paesi ricchi”.

 

Il conflitto in Ucraina

 

“Deploriamo lo scontro in Ucraina che ha già causato molte vittime, innumerevoli ferite ad abitanti pacifici e gettato la società in una grave crisi economica ed umanitaria. Invitiamo tutte le parti del conflitto alla prudenza, alla solidarietà sociale e all’azione per costruire la pace”.

 

 

IL TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papa-francesco_20160212_dichiarazione-comune-kirill.html

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