Bergoglio: Alle nozze di Cana, siamo tutti invitati!
All’Udienza Generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco saluta le coppie di sposi che festeggiano il 50° anniversario. La Catechesi sulle nozze di Cana.
Le nozze di Cana sono il primo dei segni che l’evangelista Giovanni ha inserito nel suo Vangelo, una sorta di “portale d’ingresso”, in cui sono scolpite parole ed espressioni che illuminano l’intero mistero di Cristo e aprono il cuore dei discepoli alla fede.
Prima di iniziare la Catechesi il Papa si è soffermato a salutare un gruppo di coppie di sposi che festeggiano il loro cinquantesimo anniversario: “Quello si che è il vino buono della famiglia! - ha commentato - La vostra è una testimonianza che gli sposi novelli e i giovani devono imparare. È una bella testimonianza”.
Una storia d’amore
Nell’introduzione troviamo l’espressione “Gesù con i suoi discepoli” (v. 2). Coloro che Gesù ha chiamato a seguirlo li ha legati a sé in una comunità e ora, come un’unica famiglia, sono invitati tutti alle nozze. Dando avvio al suo ministero pubblico nelle nozze di Cana, Gesù si manifesta come lo sposo del popolo di Dio, annunciato dai profeti, e ci rivela la profondità della relazione che ci unisce a Lui: “è una nuova Alleanza di amore”. “Cosa c’è a fondamento della nostra fede? Un atto di misericordia con cui Gesù ci ha legati a sé”. E la vita cristiana è la risposta a questo amore, “è come la storia di due innamorati”. Dio e l’uomo si incontrano, si cercano, si trovano, si celebrano e si amano: proprio come l’amato e l’amata nel Cantico dei Cantici. Tutto il resto viene come conseguenza di questa relazione. La Chiesa è la famiglia di Gesù in cui si riversa il suo amore; è questo amore che la Chiesa custodisce e vuole donare a tutti.
Gesù trasforma la Legge di Mosè in Vangelo
Nel contesto dell’Alleanza si comprende anche l’osservazione della Madonna: “Non hanno vino” (v. 3). “Come è possibile - chiede il Santo Padre - celebrare le nozze e fare festa se manca quello che i profeti indicavano come un elemento tipico del banchetto messianico?” (cfr Am 9,13-14; Gl 2,24; Is 25,6). L’acqua è necessaria per vivere, ma “il vino esprime l’abbondanza del banchetto e la gioia della festa”.
“È una festa di nozze nella quale manca il vino; i novelli sposi provano vergogna di questo”. Con una battuta di spirito Papa Francesco ha osservato: “Ma immaginate voi finire una festa di nozze bevendo thé; sarebbe una vergogna. Il vino è necessario per la festa”. Trasformando in vino l’acqua delle anfore utilizzate “per la purificazione rituale dei Giudei” (v. 6), Gesù compie un segno eloquente: “trasforma la Legge di Mosè in Vangelo, portatore di gioia”. Come dice altrove lo stesso Giovanni: “La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (1,17).
Le parole di Maria
Le parole che Maria rivolge ai servitori vengono a coronare il quadro sponsale di Cana: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (v. 5). “È curioso - ha commentato il Papa - sono le ultime sue parole riportate dai Vangeli: sono la sua eredità che consegna a tutti noi”. Anche oggi la Madonna dice a noi tutti: “Qualsiasi cosa vi dica – Gesù vi dica -, fatela”. È l’eredità che ci ha lasciato: è bello! Si tratta di un’espressione che richiama la formula di fede utilizzata dal popolo di Israele al Sinai in risposta alle promesse dell’alleanza: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!” (Es 19,8). E in effetti a Cana i servitori ubbidiscono. “Gesù disse loro: Riempite d’acqua le anfore. E le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto. Ed essi gliene portarono” (vv. 7-8).
In queste nozze, “davvero viene stipulata una Nuova Alleanza e ai servitori del Signore, cioè a tutta la Chiesa, è affidata la nuova missione: Qualsiasi cosa vi dica, fatela!”. Servire il Signore significa ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. E’ la raccomandazione semplice ma essenziale della Madre di Gesù ed è il programma di vita del cristiano. Per ognuno di noi, “attingere dall’anfora equivale ad affidarsi alla Parola di Dio per sperimentare la sua efficacia nella vita”. Allora, insieme al capo del banchetto che ha assaggiato l’acqua diventata vino, anche noi possiamo esclamare: “Tu hai tenuto da parte il vino buono finora” (v. 10). Sì, il Signore continua a riservare quel vino buono per la nostra salvezza, così come continua a sgorgare dal costato trafitto del Signore.
Il vino nuovo non viene più a mancare
La conclusione del racconto suona come una sentenza: “Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (v. 11). Le nozze di Cana sono molto più che il semplice racconto del primo miracolo di Gesù. “Come uno scrigno - ha commentato il Santo Padre - Egli custodisce il segreto della sua persona e lo scopo della sua venuta: l’atteso Sposo dà avvio alle nozze che si compiono nel Mistero pasquale. In queste nozze Gesù lega a sé i suoi discepoli con una Alleanza nuova e definitiva. A Cana i discepoli di Gesù diventano la sua famiglia e a Cana nasce la fede della Chiesa. A quelle nozze tutti noi siamo invitati, perché il vino nuovo non viene più a mancare!”
I saluti ai pellegrini e l’iniziativa “un minuto per la pace”
Come di consueto al termine dell’Udienza il Papa si è soffermato a salutare i pellegrini giunti da ogni parte d’Italaia e del mondo, in particolare: il pellegrinaggio della Diocesi di Asti, accompagnato del Vescovo Mons. Ravinale; i giovani atleti del Pellegrinaggio Macerata-Loreto con la “fiaccola della pace”, accompagnati da Mons. Marconi e Mons. Vecerrica. All’Udienza erano presenti anche i i Delegati della Società di San Vincenzo de’ Paoli riuniti in Assemblea Generale.
A tutti, il Pontefice ha augurato “che questo incontro con il Successore di Pietro susciti un rinnovato impegno in favore della pace e della solidarietà verso i più bisognosi”.
Un saluto speciale è andato all’Azione Cattolica Italiana che oggi rilancia l’esperienza di preghiera “Un minuto per la pace”, culminante nella Celebrazione Eucaristica nella Basilica di Santo Spirito in Sassia. L’appuntamento è per le ore 13: l’invito rivolto a tutti dall’Azione Cattolica è quello di fermarsi per un minuto, in strada, a casa, al lavoro, e pregare affinchè “cessi ogni guerra”. Un bel modo per rivolgere il cuore a Dio ed anche per ricordarsi che ciascuno di noi può essere strumento di pace.
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