Torino città universitaria: luogo di dialogo e pluralismo religioso
Firmato a palazzo di Città l'accordo di collaborazione e fornitura di servizio a sostegno degli studenti universitari. Alla firma le principali Chiese e confessioni religiosi e associazioni laiche con il sostegno della Città di Torino e l'adesione del Comitato Interfedi. Fotogallery
La Città di Torino ha avviato un dialogo con le confessioni che partecipano al dialogo interreligioso cittadino per attivare con loro una collaborazione a sostegno del progetto Torino Città Universitaria. Un dialogo aperto e inclusivo, volto a favorire l'integrazione degli studenti e la reciproca conoscenza. Oltre il 7% degli studenti tra i centomila presenti nei due Atenei cittadini proviene da paesi stranieri. Cultura della conoscenza, dialogo tra fedi, idealità e tradizioni culturali diverse, sono i fondamenti del protocollo firmato oggi e di durata triennale.
Accordo interfedi per l'Università
Alla firma hanno partecipato le chiese Avventista, Battista, Luterana, Valdese; l'Arcidiocesi di Torio; la comunità Ebraica; l'Associazione Giovani Musulmani; l'Unione Induista; la parrocchia Ortodossa Romena; l'Istituto Buddista Soka Gakkai; il Centro Mecca di via Botticelli; la Moschea di piazza Cattaneo e la Uaar, l'Unione Atei e Agnostici Razionalisti".
Cosa prevede
Si propone una collaborazione reale ed efficace: con attività, iniziative, opportunità a supporto di azioni offerte dalle associazioni e realtà legate alle religioni o ai gruppi ideali presenti in città che si occupano di formazione, orientamento, studio, internazionalizzazione, ricerca, impresa, lavoro e sostenibilità.
Particolarmente significativa viene giudicata la dichiarazione fatta nel preambolo dell’accordo secondo la quale: "La dimensione pubblica della Città distingue la laicità, che include tutte le religioni e le convinzioni spirituali (incluso l’ateismo) come dimensione caratterizzante la personalità dell’individuo, dal laicismo, inteso come negazione della spiritualità e della dimensione religiosa nello spazio pubblico".
L'adesione e l'impegno dell'Arcidiocesi di Torino
Anche l’Arcidiocesi di Torino ha aderito al Protocollo proposto dalla Città in in seno al progetto “Torino Città Universitaria”. La componente cattolica ha attivamente partecipato al tavolo di lavoro di cui il protocollo è espressione, sia attraverso la presenza dei giovani sia mediante l’interlocuzione con i responsabili della pastorale universitaria che rappresenta l'attenzione, paziente e costante, della Diocesi e del suo pastore Mons. Nosiglia, verso il mondo accademico. Il mondo cattolico, nelle sue diverse espressioni, è da tempo attivamente impegnato nel sostegno alla comunità universitaria.
Tra i progetti in corso:
-Ospitare con lode ed il coordinamento ACUTO (associazione Collegi
universitari cattolici di Torino) offre circa 1.500 posti letto
in strutture di congregazioni religiose, parrocchie ed associazioni,
sviluppando parallelamente percorsi formativi e culturali per gli studenti.
-Servire con Lode, il protocollo firmato con gli atenei ed il mondo
del terzo settore,
mette a disposizione degli studenti attraverso il portale www.servireconlode.it
migliaia di opportunità di volontariato.
-Diverse sono le Oasi del silenzio ossia aule studio in ambiente ecclesiale
aperte al pubblico come la Biblioteca del Polo Teologico o quella dell’Azione Cattolica.
-Di welfare universitario si occupano poi diversi progetti realizzati
nell’ambito dei progetti Cei otto per mille in collaborazione con Caritas Diocesana così come i progetti formativi realizzati attraverso tirocini curricolari in ambiente ecclesiale, da ultimo la realizzazione della Pagina dei Saperi www.saperi.news
Per don Luca Peyron, direttore della pastorale universitaria della Diocesi, che materialmente ha firmato l’accordo per conto della Chiesa locale, che è stato uno degli artefici di questo progetto ha parlato di un accordo storico: «La firma del protocollo rappresenta una ulteriore testimonianza della Chiesa Torinese di fare rete con le istituzioni, nello spirito dell’Agorà del Sociale voluto dal Vescovo mons. Nosiglia, a beneficio soprattutto dei giovani”.
"Riconoscere la dimensione spirituale e su di essa fondare nuove collaborazioni tra pubblico e privato rappresenta – ha proseguito don Peyron– un significativo ed importante passo verso un dialogo vero ed autentico che tiene conto di quel che l’umano è davvero, indipendentemente dalle posizioni politiche o ideologiche delle persone nel rispetto autentico di tutti".
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