Santi i genitori di santa Teresa di Lisieux

Marie-Azélie Guérin (1831-1877) e Louis (1823-1894) Martin canonizzati da Papa Francesco il 18 ottobre 2015

Parole chiave: santa teresa di lisieux (1), santi (55), papa (648)
Santi i genitori di santa Teresa di Lisieux

I santi genitori di una santa. Domenica 18 ottobre 2015, Giornata missionaria mondiale, nel «cuore» del Sinodo sulla famiglia, Papa Francesco proclama santi i genitori di santa Teresa di Lisieux, che è anche «dottore della Chiesa». Un evento straordinario che dice la bellezza e la grandezza della famiglia, che vive opera secondo il cuore di Dio. 

Marie-Azélie Guérin nasce a Saint-Denis-sur-Sarthon in Francia il 23 dicembre 1831 e muore ad Alençon il 28 agosto 1877. Seconda figlia di Isidore Guérin e Louise-Jeanne Macé, la sorella maggiore Marie-Louise diventa monaca nel monastero della Visitazione, il fratello minore Isidore è farmacista. Zélie desidera farsi suora tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli ma non può accedere a causa dell’instabile salute, minata dalle difficoltà respiratorie e dai continui mal di testa. Rinuncia al convento ma prega Dio di darle figli da consacrare a Lui. Diventa una ricamatrice di merletti e, dopo un breve fidanzamento, nel 1858 sposa l’orologiaio Louis Martin.

Louis Martin nasce a Bordeaux il 22 agosto 1823 e muore ad Arnières-sur-Iton il 29 luglio 1894. Louis-Joseph-Aloys-Stanislas è il terzo dei cinque figli di Pierre-François Martin, capitano dell’esercito napoleonico, e di Marie-Anne-Fanie Boureau.

Di indole contemplativa, amante della poesia, del disegno e della pittura, tenta di entrare in un monastero di San Bernardo, ma è rifiutato perché non conosce il latino. Lavora come orologiaio e orefice. Il 13 luglio 1858, dopo appena tre mesi di fidanzamento, sposa Zélie Guérin. Vanno ad abitare ad Alençon in rue Pont-Neuf. Di Zélin ci sono giunte 260 lettere, di Louis solo 18.

La coppia ha ben 9 figli. Quattro maschi che muoiono in tenera età e 5 figlie che diventano tutte religiose: Marie (1860-1940), carmelitana a Lisieux con il nome di suor Marie del Sacro Cuore; Pauline (1861-1851), carmelitana a Lisieux con il nome di suor Agnès di Gesù; Léonie (1863-1941), monaca nel convento della Visitazione a Caen con il nome suor Françoise-Thérèse; Céline (1869-1959), carmelitana a Lisieux con il nome di Geneviève del Sacro Volto: anche per essa è in corso la causa di beatificazione; Thérèse (2 gennaio 1873-30 settembre 1897), carmelitana a Lisieux con il nome di suor Thérèse del Bambin Gesù e del Sacro Volto, beata il 29 aprile 1923, santa il 17 maggio 1925, «dottore della Chiesa» il 19 ottobre 1997 nel centenario della morte.

I processi diocesani per la beatificazione vengono istruiti separatamente ma poi vengono unificati dalla Congregazione per le cause dei santi. Con Giovanni Paolo II diventano venerabili il 26 marzo 1994. Nel 1995 si apre il processo di beatificazione: all'intercessione della coppia è attribuito il miracolo della guarigione di Pietro Schilirò, un bambino di Muggiò (Milano), nato nel 2002 con una grave malformazione ai polmoni. Con Benedetto XVI, Marie-Zélie e Louis Martin il19 ottobre 2008 sono beatificati dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione dei santi, nella basilica di Santa Teresa di Lisieux. Nell’omelia il cardinale si chiede «Qual è il segreto della riuscita della loro vita cristiana?» e risponde: «Hanno camminato insieme con Dio alla ricerca della volontà del Signore e per essere sicuri di camminare nella vera volontà del Signore, si sono rivolti alla Chiesa esperta in umanità, cercando di conformare tutti gli aspetti della loro vita agli insegnamenti della Chiesa. L'accettazione dunque della volontà di Dio era per loro regola di vita. Essi hanno servito prima Dio nel povero, non per semplice slancio di generosità, né per giustizia sociale, ma semplicemente perché il povero è Gesù».

Il comune denominatore dei coniugi Martin è la grande fede in Dio e il totale abbandono alla Divina Provvidenza. Nonostante lo straziante dolore per la perdita di ben quattro figli, non cadono nella disperazione. In un tempo in cui l’aborto volontario è diventato ordinaria consuetudine, la parola di Zélie scuote le coscienze. Il 17 ottobre 1871 scrive a una cognata, reduce da un aborto spontaneo: «Che il buon Dio vi accordi la rassegnazione alla sua santa volontà. Il vostro caro piccolo bambino è presso di Lui; vi vede, vi ama, e voi lo ritroverete un giorno. È una grande consolazione che io ho provato e che provo ancora. Quando ho chiuso gli occhi ai miei cari piccoli bambini e li ho seppelliti, ho provato un grande dolore, a cui mi sono tuttavia rassegnata. Molti mi dicevano: “Sarebbe stato meglio non averli mai avuti”. Non potevo sopportare questo linguaggio. Non trovavo affatto che le pene e le preoccupazioni potessero essere messi sulla bilancia con la felicità eterna dei miei figli. Inoltre, essi non erano perduti per sempre, la vita è corta e piena di miserie, li si troverà lassù».

Louis è per Zélie un eccezionale sostegno. L’8 ottobre 1863 in viaggio d’affari a Parigi scrive alla moglie: «Cara amica non potrò arrivare ad Alençon che lunedì; il tempo mi sembra lungo e non vedo l’ora di essere vicino a te». Papà e mamma creano un ambiente familiare di grande laboriosità e di forte sensibilità di fede. La figlia santa Teresa scrive: «Avevo soltanto buoni esempi intorno a me, naturalmente volevo seguirli. Ho avuto genitori degni più del Cielo che della terra».

Viene proclamato santo anche don Vincenzo Grossi (1845-1917), sacerdote della diocesi di Cremona e fondatore della Congregazione delle Figlie dell’Oratorio, beatificato da Paolo VI nel 1975.

La quarta santa è stata più veloce di Madre Teresa di Calcutta, morta il 5 settembre 1997 e beatificata il 19 ottobre 2003. Con il riconoscimento del miracolo attribuito all'intercessione della beata Maria dell'Immacolata Concezione (Maria Isabella Salvat Romero) si aprono le porte della canonizzazione per la suora spagnola morta appena 17 anni fa, il 31 ottobre 1998.

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