Palermo 1995 - «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia»

La storia dei convegni decennali della Chiesa italiana da Palermo l'avvio del Progetto culturale e il ritorno delle settimane sociali

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Palermo 1995 - «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia»

«I cattolici vanno aiutati a capire il loro ruolo, anche nell’assunzione delle responsabilità pubbliche. Per questo riteniamo di riprendere al più presto, in termini nuovi, l’esperienza delle “Settimane sociali” che, arricchite dalle riflessioni maturate con il Concilio, con il magistero pontificio e con le indicazioni dell’episcopato, potranno essere di grande aiuto al maturarsi di coscienze tese al servizio della Patria con spiccata sensibilità cristiana».

Così afferma la nota pastorale dei vescovi «La Chiesa in Italia dopo Loreto» (9 giugno 1985) successiva al convegno lauretano ((9-13 aprile 1985). Le Settimane sociali – interrotte dal 1970 per 21 anni – riprendono nel 1991 a Roma. Seguono Torino 1993 (Giovanni Saldarini), Napoli 1999, Bologna 2004, Pistoia-Pisa 2007, Reggio Calabria 2010, Torino 2013 (Cesare Nosiglia). La ripresa è frutto anche delle sollecitazioni dei convegni Cei, in forma flebile a Roma 1976, in forma più robusta a Loreto 1985.

Al terzo convegno a Palermo il 20-24 novembre 1995 partecipano 2.300 delegati, 400 volontari, 400 giornalisti rispetto al centinaio del 1976 e ai 200 del 1985. Il tema è lo stesso degli orientamenti pastorali degli anni Novanta «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia» con 5 àmbiti: cultura e comunicazione sociale; impegno sociale e politico; amore preferenziale per i poveri; famiglia; giovani. 

Si calcola che in Sicilia dall’Unità d’Italia a oggi ci siano state almeno 5 mila vittime della mafia. Nel secondo dopoguerra, dalla strage di Ciaculli nel 1963 (7 vittime) è un crescendo di terrore: 55 vittime negli anni Ottanta; 7 morti nel 1990 tra cui il giudice-bambino Rosario Livatino, prossimo venerabile; 6 nel 1991; 23 nel 1992 tra cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro scorte; 19 nel 1993 tra cui il 15 settembre don Pino Puglisi, beatificato il 25 maggio 2013.

Al convegno, alla Fiera del Mediterraneo, il 23 novembre arriva Giovanni Paolo II. Tutti ricordano il terribile anatema contro i mafiosi ad Agrigento, sullo sfondo del  tempio della Concordia, il 9 maggio 1993: «Che sia concordia! Dio ha detto una volta: non uccidere! Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione… mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Nel nome di questo Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via, verità e vita. Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta, un giorno verrà il giudizio di Dio».                                                                                                                                             

L’arcivescovo di Palermo cardinale Salvatore Pappalardo sottolinea «quei molteplici mali di cui la società soffre nei diversi àmbiti e livelli». Parlano torinese le relazioni fondamentali tenute dal presidente del Comitato organizzatore cardinale Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino (1989-1999); dal sociologo e docente universitario Franco Garelli; dal teologo Piero Coda: nato a Cafasse (Torino) nel 1955 si laurea in filosofia a Torino e poi in teologia alla Lateranense di Roma, dove diventa professore ordinario. Ordinato per la diocesi di Frascati, è uomo di punta del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich.                                                                  

Il Papa orienta i lavori: «Il nostro non è il tempo della semplice conservazione dell’esistente ma della missione». Dopo la frantumazione e la fine della Dc, la Chiesa «non deve e non intende coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito». Il pluralismo politico dei cristiani è legittimo, ma «non ha nulla a che fare con una diaspora culturale dei cattolici». Il credente non può «ritenere ogni idea o visione del mondo compatibile con la fede», né aderire a «forze politiche e sociali che si oppongano o che non prestino sufficiente attenzione ai principi della dottrina sociale della Chiesa sulla persona e il rispetto della vita umana, la famiglia, la libertà scolastica, la solidarietà, la promozione della giustizia e della pace». Spazio trova il confronto con la società civile nella tavola rotonda «Istanze spirituali e realtà economica: la proposta cristiana a confronto con il pensiero laico» con Massimo Cacciari, Ernesto Galli Della Loggia, Saverio Vertone, Giorgio Rumi e Sergio Zavoli. Per la prima volta vengono invitati i delegati delle Chiese e comunità  cristiane e i rappresentanti ebrei e islamici.                                                                                                                                   

Sei mesi dopo la nota pastorale «Con il dono della carità dentro la storia.La Chiesain Italia dopo il convegno di Palermo» individua il contributo più prezioso per il bene del Paese in una «nuova evangelizzazione, incentrata sul Vangelo della carità e attenta alla cultura del nostro tempo, per aiutarlo a liberarsi dei suoi limiti e a sprigionare le sue virtualità positive. Occorre una fioritura di santità» attraverso le vie della spiritualità, della formazione alla vita cristiana, della comunione e della missione.

In una prospettiva di pastorale missionaria, rivolta a formare una mentalità cristiana, si colloca il «Progetto culturale della Chiesa in Italia». Il cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma e presidente della Cei, sottolinea la complementarietà tra la pastorale ordinaria, la vita e il lavoro quotidiano delle comunità, e la dimensione «alta» della cultura e della ricerca intellettuale. Al «cattolico spiritualista» e al «cattolico presenzialista» Palermo preferisce il «cattolico inculturato» che si preoccupa di preservare la propria identità di fede.                                                                             

Qualificata la presenza torinese. Delegati della diocesi sono il cardinale arcivescovo Giovanni Saldarini; sacerdoti, diaconi, religiosi/e Francesco Ardusso, Sergio Baravalle, Leonardo Birolo, Gianni Carrù, Guido Fiandino, Elisabetta Flick, Gianni Fornero, Ambrogio Garegnani, Giuseppe Ghiberti, Chiara Molinengo, Emma Odone, Franco Peradotto, Giuseppe Pollano, Angelo Viganò; laici/e Lorenza Anfossi, Bruno Barberis, Mario Berardi, Marco Bonatti, Giorgio Chiosso, Roberto Cortese, Beppe Del Colle, Angelo Detragiache, Giuliana Gandiglio, Giovanni Girola, Ilaria Godio, Stefano Lepri, Tommaso Panero Alberto Riccadonna, Daniela e Franco Tubiana, Giuseppe Varaldo, Elena Vergani. Nella presidenza del convegno siedono Saldarini, Coda, Garelli. Presidenza del Comitato preparatorio: cardinale Saldarini, Roberto Amadei (Bergamo, Nord), Giuseppe Costanzo (Siracusa, Sud), Cesare Nosiglia (vescovo ausiliare di Roma, Centro). Invitati e partecipanti torinesi a vario titolo: mons. Livio maritano, vescovo di Acqui Terme, don Luigi Ciotti, Ernesto Olivero, padre Eugenio Costa junior, Antonio Labanca, padre Giordano Muraro, don Mario Operti, don Domenico Ricca, Anna Maria De Marchi Savio e Fiorenzo Savio, don Teresio Scuccimarra , don Riccardo Tonelli.                                                                                 

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