Padre Lombardi a Torino: "Comunicare vuole dire unire"

Quella di Padre Federico Lombardi è la comunicazione della Santa Sede ed ha un linguaggio semplice, personale e scherzoso. Così si presenta l’ex direttore della Sala Stampa vaticana – nipote del «microfono di Dio» – la sera di lunedì 8 maggio all’associazione cattolica Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti), per un incontro-testimonianza sull’esperienza decennale trascorsa a riprendere con le telecamere del Centro televisivo vaticano ben tre pontefici – Giovanni Paolo II, Benedetto XI e Francesco – oltre che per una riflessione su una comunicazione unita, trasparente e, in un certo senso, buona e bella.

Il suo racconto prende vita dalla parola «autenticità», attributo del carisma comunicativo che incarnava Papa Wojtyla, pur nella sofferenza della malattia: egli è stato «esempio di una credibilità nell’essere se stessi senza paura, ma anche di un messaggio ottimista, di apertura e di speranza».

Ma il cammino di Padre Lombardi lo porterà a dover contrastare la minaccia degli scandali di Vatileaks, sotto il pontificato di Papa Ratzinger. È in questo contesto che la comunicazione della Santa Sede si scopre del suo velo occultatore, riconoscendo le proprie colpe e pagando il prezzo della trasparenza, che oggi attanaglia le questioni sulle fake news.

Infine, di Papa Bergoglio tutti conoscono le grandi doti comunicative – dal linguaggio verbale a quello non verbale – oltre che il suo messaggio di misericordia e perdono. È lui che incarna la comunicazione ecumenica della Santa Sede che, nel suo essere pura, deve saper far prevalere fatti massmediatici caratterizzati dalla bontà e dalla bellezza, rispetto agli scandali e cronache, il cui profitto è alimentato dall’odio. Il Vangelo è per definizione la «Buona Notizia». Ed è grazie al cammino a fianco di questi tre uomini della Chiesa cattolica che anche Padre Lombardi annuncia la «buona notizia» alla platea dell’Ucid.