Ostensione: domenica 19 aprile dopo la messa, alle 16 l'apertura del pellegrinaggio alla Sindone
La Santa Messa presieduta da monsignor Cesare Nosiglia. Il ricordo all'Angelus di Papa Francesco per l'Ostensione 2015
Oggi è il giorno dell’apertura dell’Ostensione della Sindone. Alle 11, in diretta Rai, è stata celebrata la Messa presieduta dall’Arcivescovo di Torino, custode pontificio del Telo, alle 16 inizia il lungo flusso di pellegrini - già un milione i prenotati - che per 67 giorni sfileranno di fronte al Telo. Persone di ogni età, provenienza e credo che si lasceranno interrogare da quell’immagine che ancora oggi nessuno scienziato è riuscito a riprodurre e che rimanda anche nei più piccoli particolari al racconto della Passione riportato dai Vangeli.
Immagine di dolore e sofferenza che l’Arcivescovo Nosiglia invita a contemplare alla luce di un motto tratto dal Vangelo di Giovanni «L’Amore più grande». Un motto che parla a tutti, ma che la Commissione diocesana per la Sindone ha voluto rivolgere in particolare a malati e disabili, protagonisti di questa ostensione. E sin dai primi giorni proprio i giovani potranno vivere di fronte al Telo «una notte bianca della fede» con testimonianze, preghiere e riflessioni.
Si apre l'Ostensione
Pronti a mettersi a servizio dei pellegrini 4.600 volontari appositamente formati per accogliere i pellegrini e accompagnarli lungo il percorso che dai Giardini reali porta alla Cattedrale con la sosta per la «prelettura». Offriranno informazioni, leggeranno la preghiera di fronte al Telo, saranno a disposizione per garantire a tutti la possibilità di godere al meglio del pellegrinaggio.
Aperte anche le mostre e le varie iniziative culturali e spirituali messe in campo per arricchire il pellegrinaggio: sotto il Duomo l’esposizione del Compianto sul cristo Morto del Beato Angelico, al Santo Volto la mostra «Holy Mistery» e a Venaria «Pregare, un’esperienza umana». E poi concerti, rappresentazioni sacre, visite guidate alla riscoperta della devozione sindonica su tutto il territorio piemontese.
Per valorizzare infine l’esperienza spirituale del pellegrinaggio due le penitenzierie attrezzate con sacerdoti disponibili a confessare in varie lingue. E porte aperte al Santuario della Consolata dalle 6.30 alle 19.30 tutti i giorni per favorire il raccoglimento dei pellegrini.
La Parole di Papa Francesco al Regina Coeli
Il Pontefice ha esortato i cristiani ad essere testimoni gioiosi e non egoisti e vanitosi. Quindi, ha ricordato l’inizio dell’Ostensione della Sindone a Torino, dove si recherà il prossimo 21 giugno.
L'omelia di Mons. Nosiglia nella Solenne Celebrazione Eucaristica di domenica 19 aprile
Il Vangelo della terza domenica di Pasqua (Lc 24,35-48) ci introduce all'ostensione della Sindone che da oggi svela la sua realtà agli occhi e al cuore di tanti pellegrini che si accosteranno con devozione e amore a questo sacro Telo fino al 24 giugno. I discepoli del Signore, che appaiono dubbiosi, stupiti e spaventati di fronte alla
vista di Gesù risorto e pensano di vedere un fantasma, sono lo specchio di tanti che, in questi tempi travagliati e complessi, non hanno più occhi per vedere e riconoscere davanti a sé il Signore risorto, fonte prima di speranza e di forza per affrontare serenamente e con coraggio il cammino della vita e i problemi che via via si presentano, sia sul piano della fede che della famiglia, del lavoro e della vita sociale.
In questi mesi, ci metteremo in cammino per compiere quel percorso di preghiera e di fede che ci condurrà a sostare davanti alla Sindone, per vedere con gli occhi - ma sopratutto con il cuore - i segni della Passione e morte del Signore che questo sacro Telo contiene in modo così mirabile e pienamente rispondente a quanto i Vangeli ci hanno trasmesso. Fissiamo questo commovente "specchio del Vangelo" come lo definì San Giovanni Paolo Secondo, con l'intensa meraviglia di chi si accosta alla prova dell'Amore più grande, rivelato da questa immagine, tanto unica da differenziarsi da mille altre, prodotte da mano d'uomo secondo canoni noti della tradizione della pietà e dell'arte.
Poniamoci sulla scia di generazioni di pellegrini che hanno compiuto il nostro stesso percorso per incontrare la Sindone e ci farà bene sentirci gocce nel fiume, che scorre nei secoli, di un'umanità bisognosa di Dio, del suo affetto misericordioso, della sua comprensione amorosa e solidale, e sentirci amati ognuno di amore di
predilezione, accolti in un abbraccio affettuoso, che ci rincuora e ci unisce.
Allora,con papa Francesco comprenderemo che non siamo noi che guardiamo quel Volto, ma ci sentiremo guardati e invitati a non passare oltre, con superficialità, a tanta sofferenza attorno a noi e nel mondo. È la prova più toccante che Lui, il nostro Signore e Redentore, non ha voluto passare oltre la nostra miseria, ha invece condiviso ogni nostra sofferenza. Da quest'intensa esperienza di amore egli ci invita a uscire - fuori dell'accampamento, fuori delle nostre pigre sicurezze - per andare ad annunciarlo a un mondo che ha bisogno di lui senza rendersene conto.
Quanti doni sentiamo di voler chiedere davanti al sepolcro di Gesù, giunti a questo punto della nostra vita! La Sindone è ricordo della bontà di Dio manifestata nella nostra esistenza in tanti momenti a volte anche di prove che ognuno ha passato e in cui abbiamo sperimentato la sua vicinanza di Padre; al contempo è ricordo anche
del dolore che abbiamo procurato al Figlio con le cattive scelte operate lungo il cammino. Sale spontanea dal cuore, davanti alla Sindone, la preghiera di ringraziamento per quanto di positivo c'è stato nel nostro passato e la preghiera di impetrazione perché non restiamo mai sopraffatti dal peso degli errori commessi.La sua
misericordia è molto superiore alla nostra indegnità.
Ma ecco, subito lo sguardo si allarga al di là della nostra cerchia personale, se appena proviamo a entrare nelle prospettive del nostro Redentore e a prendere consapevolezza dei bisogni e delle sofferenze di ogni genere che travagliano l'umanità nel nostro tempo. Il piano di Dio, creatore e padre, che ha affidato all'uomo la cura del creato, dotandolo di ricchezze di ogni genere, è contrastato da un egoismo che crea disuguaglianza e disperazione in chi è debole, indifeso, sofferente. Lo sguardo rivolto alla Sindone incontra la mite presenza
della carità totale, dimentica di sé, misericordiosa. E questo rappresenta per noi un continuo invito a farci solidali con la sorte di quanti sentono venir meno forze fisiche e morali e sentono salire intorno a sé il freddo dell'abbandono e nel loro cuore, della disperazione. Invito a non lasciarci mai abbattere dal male ma a
vincerlo con il bene,a non arretrare mai di fronte alla violenza contro gli innocenti, dall'impegno di riconciliazione e di pace, fondati sulla giustizia e sulla verità dell'amore. L'esperienza del pellegrinaggio alla Sindone,e la vista di quella povertà assoluta del Crocifisso abbandonato nel sepolcro ci arricchirà in una misura che non ci sarà tolta, se ci lasceremo conquistare dall'amore che essa attesta e comunica. E l'amore non passa, perchè l'amore è Dio che "non ha risparmiato suo Figlio" e ci vuole donare ogni cosa con lui.(cfr Rm 8,32). "Di questo voi siete testimoni" ci dice Gesù (Lc 24,48): l'annuncio pasquale risuoni nei nostri cuori nel contemplare la Sindone, che ci conduce per mano dal Venerdì Santo alla Risurrezione, per rivelarci quanto l'Amore più grande ha vinto la morte e dona la vita. Di questo annuncio siamo chiamati ad essere testimoni ogni giorno, mediante i segni di quella carità che suscita speranza nel cuore dei poveri e di chiunque l'accoglie con fede.
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