Fermiamo il traffico di migranti
Si chiama «Stop tratta» ed è stata rilanciata al Salone del libro di Torino la campagna del Vis e delle Missioni don Bosco contro il traffico di esseri umani nell'Africa subsahariana: che cosa possiamo fare noi per creare sviluppo là e per fermare i viaggi della morte verso il Mediterraneo
Ce lo siamo ripetuti tante volte: per fermare il flusso dei disperati che sbarcano a Lampedusa o spingono ai confini dell’Europa muri, fili spinati e cariche della polizia non servono. Chi fugge dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame non ha nulla da perdere: non importa se partire significa rischiare la vita quando restare a casa è morte certa.
Che fare allora? Per chi scappa da conflitti armati e torture non si può fare altro che accogliere, è nostro preciso dovere di cittadini oltre che di cristiani; ma per chi non ha da mangiare e da bere il discorso è diverso: intervenire alla radice del problema, creare i presupposti perché si creino sviluppo e condizioni di vita accettabili per fermare l’«esodo dei morti di fame», se era necessario ieri oggi lo è ancora di più. Ed è precisamente questo l’obiettivo della campagna «Stop tratta – Qui si tratta di esseri umani. Stop al traffico di migranti» realizzata dalla onlus salesiana Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) e dalle Missioni don Bosco, che hanno unito le forze per contrastare il traffico di esseri umani e proporre alternative concrete alla migrazione in Europa.
La campagna ha fatto tappa al Salone del libro di Torino lo scorso maggio: l’occasione, la presentazione di un libro di fiabe di Anna Masucci, già volontaria del Vis, destinato a bambini dai 6 agli 11 anni, a genitori e insegnanti. Alla presentazione, oltre all’autrice, sono intervenuti Giampietro Pettenon presidente dell’associazione Missioni don Bosco, Alessandro Brescia tesoriere dell’onlus Vis e don Silvio Roggia, missionario salesiano in Ghana. Il libro, la cui vendita è finalizzata al sostegno della campagna «Stop tratta», racconta con linguaggio adatto ai ragazzini e con suggestive illustrazioni di Nevio De Zolt, i viaggi e le speranze di 5 migranti del Sahel (i paesi dell’Africa dell'Africa sub-sahariana) e di un giovane afgano e i motivi per cui ogni anno da queste zone partono con il miraggio dell’Europa circa 350 mila persone.
«Da sempre si emigra per migliorare le proprie situazioni di vita: il problema sono le condizioni delle traversate – ha spiegato Giampietro Pettenon - Le organizzazioni malavitose, che prolificano proponendo questi viaggi da 5 mila-7 mila, euro illudono famiglie di disperati che non conoscono le «mannaie» che li attendono: deserto e mare che non hanno mai visto. Molti muoiono nel deserto e se riescono ad arrivare in Libia dove c’è l’inferno dei campi di detenzione spesso subiscono violenze e soprusi, rischiando di finire nelle mani dei trafficanti di organi o di pseudomanager di squadre di calcio europee che in realtà gestiscono la tratta dei minorenni... Chi scampa a questo incubo arriva sulle coste del Mediterraneo per la traversata verso l’Italia dove di nuovo rischia la vita».
Per questo motivo – come ha sottolineato Alessandro Brescia è necessario fermare questi viaggi della schiavitù «e la nostra campagna avviata nell’ottobre del 2015 grazie collaborazione dei nostri due organismi nati nel mondo salesiano, ha come obiettivo promuovere in 5 paesi dell’Africa sub-sahariana (Senegal, Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria ed Etiopia) campagne di sensibilizzazione nazionale per scoraggiare le partenze accanto alla realizzazione di progetti di sviluppo in loco per migliorare le condizioni di vita». Informazione e sviluppo là: questi gli strumenti per contrastare la tratta dei migranti con il Vis (che da 30 anni realizza con progetti di sviluppo) e con il supporto indispensabile dei missionari salesiani che da decenni vivono accanto a quelle popolazioni.
«’Il vento non si ferma con le mani’ dice un nostro proverbio africano – ha richiamato don Silvio Roggia missionario salesiano in Ghana – e ben esprime lo stato d’animo della nostra gente: quando non si ha nulla la tentazione di scappare è fortissima e la mancanza di consapevolezza è la prima causa che li rende facile preda dei trafficanti di esseri umani. Per questo è importante che l’informazione dei rischi del viaggio arrivi alla nostra gente ma anche in Europa in modo che vengano sostenuti i progetti di sviluppo promossi dai missionari e dalle ong come il Vis con il supporto delle Chiese locali. La nostra scommessa è sconfiggere la tratta dei nuovi schiavi: il sistema preventivo di don Bosco è la nostra ‘arma’».
- Luca Cristaldi, Anna Masucci con illustrazioni di Nevio De Zolt, L’orizzonte alle spalle. Fiabe di viaggi e speranze, Missioni don Bosco- Vis 2016 – Per richiedere il volume: info@missionidonbosco.org (tel. 011. 3990101) – vis@volint.it (06. 516291) – Inromazioni sulla campagna su www.stoptratta.org.
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