L'ambiente è un bene collettivo ed è una responsabilità di tutti

Il confronto tra Papa Francesco e il presidente degli Stati Uniti

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L'ambiente è un bene collettivo ed è una responsabilità di tutti

Il 24 maggio 2015, Papa Francesco promulga la prima (e finora unica) enciclica «Laudato sì'», il suo manifesto etico, ambientalista e sociale. E, parlando il 24 settembre 2015 al Congresso degli Stati Uniti, afferma che i cambiamenti climatici sono «un problema che non possiamo lasciare alle generazioni future». Invece l’aspirante presidente Donald Trump proclama: «Io non credo ai cambiamenti climatici».

Il 24 maggio 2017 il Papa riceve il presidente americano e gli omaggia e un medaglione con l'ulivo della pace e quattro propri documenti: «Evagelii gaudium» (24 novembre 213), «Laudato sì'» (24 maggio 2015), «Amoris laetitia» (19 marzo 2016), il messaggio per la Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2017).

Il 3 giugno 2017 Trump annuncia l’uscita dell’America dall'«Accordo di Parigi» sul clima. Contro questa sciagurata decisione si scaglia la comunità internazionale perché danneggia il Pianeta e l’umanità tutta e non beneficia in alcun modo gli Stati Uniti. Dall'Europa alla Cina, dall'India alla Russia e all’Unione Africana, è unanime il dissenso sulla scelta del presidente-magnate. «Trump ha messo l'America al primo posto, non c'è niente di cui chiedere scusa» bofonchia Scott Pruitt, capo dell'Agenzia Usa per la difesa dell'ambiente e liquida l'accordo come «un mucchio di parole con benefici minimi sull'ambiente».

Di «scelta disastrosa» parla l’arcivescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, che condanna il capitalismo senza regole che c’è dietro e le idee di Trump: «Prima l’America. Voglio far ripartire il lavoro. Voglio che tutte le multinazionali del petrolio funzionino». Intervistato da «Radio Vaticana» l’arcivescovo affida all’Europa «un ruolo importantissimo e nuovo perché adesso la guida del mondo passa nelle mani degli europei».

Trump propone: «Facciamo un nuovo accordo che non sia disastroso per l’America». Il presidente francese Macron gli risponde picche: «Nessun nuovo accordo. L’accordo è questo e basta». Per Sorondo questa è l’ora dell’Europa e invita Emmanuele Macron, Angela Merkel e Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio italiano, «a tenere il punto». La decisione di Trump appare come la fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea: porta solo problemi e drammi per tutti.

Molto critica la dichiarazione dei vescovi cattolici statunitensi, secondo i quali la trovata di Trump «danneggerà il clima e le popolazioni, in particolare quelle più povere e vulnerabili». Mons. Oscar Cantú, vescovo di Las Cruces e presidente del Comitato per la giustizia internazionale e la pace della Conferenza episcopale Usa, auspica che l’inquilino della Casa Bianca proponga «modi concreti per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la gestione ambientale». Si profila un’intesa tra la Cina e l’Unione Europea per applicare l’intesa, così difficilmente raggiunta da 195 Paesi alla conferenza Cop21 di Parigi nel dicembre 2015 e che fu fortemente caldeggiata da Papa Bergoglio.

A molti la posizione di Trump appare antiscientifica, antistorica e antieconomica. «Antiscientifica» perché è contro le posizioni unanimi di tutti gli scienziati del modo sui cambiamenti climatici. «Antistorica» perché rallenta gli Stati Uniti nei confronti degli altri Stati, soprattutto della Cina. «Antieconomica» perché i mercati si stanno ormai volgendo verso l’abbandono del carbone e del petrolio. Da notare che i vari Stati americani che compongono gli Usa possono decidere autonomamente di continuare con gli impegni presi, e si prevede che l’85 per cento degli Stati americani lo farà. Un po’ come è successo con i migranti. La Cina si rende conto che le sul politiche per inseguire l’innalzamento del Pil erano autolesioniste e distruttive delle  risorse e del territorio propri e degli altri Stati. Inoltre in tutto il mondo dall’inizio di quest’anno 2017 i fondi che fanno capo a istituzioni legate alla Chiesa cattolica disinvestono dal fossile (carbone e petrolio) e reinvestono in energie rinnovabili.

I terrificanti effetti dei cambiamenti climatici - uragani, inondazioni, siccità, carestie, scarsità di acqua – colpiscono le popolazioni più povere nelle aree più densamente popolate sulle rive degli oceani: con l’innalzamento dei mari, queste popolazioni saranno costrette a spostarsi in massa. Le Nazioni che hanno scelto di seguire Trump sono veramente poche: una di queste è la Siria.

«Anche se la decisione del presidente degli Stati Uniti non è una sorpresa, si tratta di una sfida per la tutela dell’ambiente. Essa infligge un duro colpo al clima di fiducia globale che aveva generato l’accordo alla Conferenza di Parigi». Lo afferma il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, presidente della Conferenza episcopale tedesca e della Commissione delle Conferenze episcopali europee (Comece). Leggi anche

A nome di questo organismo, il cardinale critica aspramente la decisione. Fino alla fine – scrive Marx in un comunicato diffuso  da Bruxelles - avevamo sperato che le discussioni in seno al G7 a Taormina e l’incontro con Francesco avessero influenzato positivamente la sua decisione. L’enciclica “Laudato Si’”, che il Papa gli ha consegnato nell’incontro in Vaticano, sottolinea che la politica internazionale si indebolisce se dà la priorità agli interessi particolari rispetto al bene comune. È un peccato che questo si verifichi ancora una volta e che la responsabilità mondiale si fermi ai confini di un Paese. La comunità internazionale non deve scoraggiarsi. Gli europei hanno il dovere di restare uniti e di svolgere un ruolo di primo piano nella salvaguardia del clima».

 

«Non dimentichiamo mai che l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti»: cosi Francesco per la Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dall’Onu nel 1972 e celebrata il 5 giugno, quest’anno dedicata  a «Collegare le persone alla natura, in città e in campagna, dai Poli all’Equatore».

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