I segni di Madre Teresa a Torino
Domenica 4 settembre Madre Teresa di Calcutta diventa santa. Visitò la nostra città nel 1978. Cinque Missionarie della carità operano a Mirafiori Sud dal 2008. La Gallery della visita di Madre Teresa a Torino
«Vieni, sii la mia luce nei luoghi bui». La risposta di Madre Teresa alla richiesta di Gesù la rese Missionaria della Carità. Quella risposta oggi, nei giorni della canonizzazione della «piccola» suora di origine albanese, che domenica 4 settembre viene proclamata santa in piazza San Pietro da papa Francesco, continua ad essere incarnata nelle tante discepole della «madre» che stanno accanto ai bisognosi e agli ultimi in ogni angolo del pianeta. Proprio in quelle periferie geografiche ed esistenziali a cui costantemente invita ad andare papa Francesco e che «una piccola matita nelle mani di Dio», come la madre amava definirsi, ben conobbe per le strade di Calcutta dove puntava a ridare dignità ad ogni uomo nelle situazioni più disperate.
«‘Vieni, sii la mia luce’. È il nostro motto!» – afferma suor Vera, superiora della comunità delle cinque Missionarie della carità che dal 2008, chiamate dal cardinale Poletto, prestano servizio a Torino nel quartiere Mirafiori Sud con la propria casa in via Chiala 14, nel luogo dove un tempo sorgeva la parrocchia San Remigio Vescovo, ora in via Millelire 51. Una presenza silenziosa e preziosa in una di quelle periferie che nel capoluogo piemontese porta ancora evidenti i segni della crisi economica e del lavoro che non c’è o è precario per molte famiglie.
Le cinque sorelle, di diverse nazionalità, sono presenti ogni giorno nelle strade, nei condomini, fra le famiglie e nella propria casa, sempre spalancata all’accoglienza in particolare di chi vive nella fragilità: donne sole, vittime di tratta, Rom, senza fissa dimora. «Ogni settimana – racconta la religiosa – facciamo visita alle case del quartiere, bussiamo alle porte semplicemente per portare un sorriso, una parola di speranza e incoraggiamento. Non facciamo distinzioni, andiamo da cristiani, musulmani, famiglie di qualsiasi religione e condizione. E sono molti coloro che aprono la porta, ma soprattutto il proprio cuore».
Quest’anno in occasione dell’anno giubilare le religiose parlano della misericordia. «Sono numerose le persone e famiglie scoraggiate e deluse per diversi eventi della vita che continuano a ferirle, anche duramente – osserva – Portiamo l’immagine di Gesù misericordioso che non si stanca mai di perdonare. Da qualsiasi situazione è sempre possibile ripartire per costruire un futuro di gioia senza i pesi del passato».
«Madre Teresa – evidenzia la superiora – ci ha insegnato a servire i poveri come un privilegio, ci ha insegnato che la povertà più grande da combattere nel nostro tempo è la solitudine. È il vero dramma di molti: il non sentirsi amati, essere considerati uno scarto».
A Mirafiori le suore di Madre Teresa tengono sempre accesa la speranza attraverso i propri servizi di carità al territorio. A «Casa Maria porta di speranza» in via Chiala 14 accolgono donne in difficoltà, in particolare ragazze madri, donne sole con bambini con gravi problemi economici, vittime di tratta e sfruttamento. Sono a disposizione 18 posti letto, le donne accolte possono fermarsi al massimo due mesi nei quali, in collaborazione con la Caritas diocesana, vengono indirizzate ai diversi servizi assistenziali utili a trovare un lavoro e una sistemazione stabile verso l’autonomia.
La casa delle suore offre poi accoglienza a famiglie Rom e a senza fissa dimora con docce calde, la disponibilità di vestiti e abiti adeguati al clima. «In particolare – sottolinea suor Vera – ci prendiamo cura dei bambini delle famiglie rom perché possano andare a scuola in modo dignitoso». Le sorelle prestano anche servizio presso l’ospedale Mauriziano portando conforto ai malati e alle proprie famiglie.
Infine la comunità, in collaborazione con l’Unità pastorale 20, cura durante l’anno un percorso di catechesi per i bambini dai 0 ai 6 anni e le loro famiglie.
Una delegazione di religiose della comunità torinese è presente domenica 4 settembre alla canonizzazione di Madre Teresa in piazza San Pietro, a cui la comunità negli ultimi mesi si è preparata attraverso un percorso di rinnovo e meditazione sul proprio carisma. «L’importante tappa della canonizzazione – sottolinea suor Vera – ci offre l’opportunità di riscoprire la missione che ha portato avanti la nostra fondatrice durante tutta la sua vita. Madre Teresa ci ha spronato a guardare a Gesù sulla croce e a servirlo nei più poveri dei poveri, non nascondendo che anche noi siamo poveri e siamo chiamati a portare l’amore di Gesù che sulla croce perdona i suoi assassini». «La canonizzazione – conclude la superiora di via Chiala – sarà anche un’occasione per mostrare in particolare ai giovani una testimone del Vangelo, un esempio concreto, fortemente positivo e coerente che aiuta a comprendere l’invito del Papa a guardare alle periferie esistenziali di oggi e sprona ciascuno a rimboccarsi le maniche per portare luce anche nei ‘luoghi’ più bui delle nostre città». Per contattare «Casa Maria porta di speranza»: tel. 011.6068658.
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