Umiltà e comprensione, la famiglia è viva
Si e svolta al Santo Volto una serata di confronto e approfondimento sull'Amoris Laetitia con don Andrea Bozzolo, don Alessandro Giraudo e l'arcivescovo Nosiglia
Se la famiglia rientra nel dibattito pubblico come priorità tra le altre solo e quando ci sono in vista discussioni di leggi in Parlamento o estensioni di diritti con un sottofondo ideologico molto spesso strumentale, il nostro giudizio non può che essere negativo. Infatti la realtà della famiglia dovrebbe essere costantemente nel pensiero sociale, politico ed economico: non solo in termini legislativi ma nella prospettiva di un idea di Paese che attraverso la centralità del primo nucleo vitale della società imponga all’esecutivo un indirizzo in suo favore. Tutto ciò anche attraverso un più sereno e profondo confronto democratico. Dopo i Sinodi dedicati alla famiglia e la recente Esortazione apostolica sull’amore nella famiglia, anche la nostra comunità ecclesiale si interroga sulle parole e le indicazioni di Francesco e in un primo incontro svoltosi venerdì 6 maggio al Santo Volto lo ha fatto con le illuminanti riflessioni dell'Arcivescovo Nosiglia, don Andrea Bozzolo e don Sandro Giraudo. Una serata riuscita grazie all'impegno dell'equipe di Pastorale famigliare coordinata da don Mario Aversano e i coniugi Carando.
Il linguaggio di Bergoglio è coinvolgente, delicato e rigoroso, intriso di tenerezza e di meraviglia. È un linguaggio che lascia parlare la vita concreta delle famiglie. Le sue parole nascono da quell'umile ascolto a cui aveva invitato i padri sinodali in apertura del sinodo del 2014 e di cui egli stesso ha dato testimonianza nelle intense giornate di lavoro dei due sinodi dedicati alla famiglia. Chiesa e famiglia, primo luogo della trasmissione della fede cristiana, sono uniti da un legame biblico che parte dalla dimensione unica della sua massima espressione nella Sacra famiglia di Betlemme. Ma la famiglia contemporanea è in continua trasformazione, in evoluzione, figlia del tempo, lacerata, ferita, a volte fallita.
La famiglia è, nonostante le cadute umanissime e possibili, sempre fedele alla sua intrinseca missione generativa. Nelle pagine dell’AL che andrebbero lette, meditate e messe a confronto nella comunità ecclesiale e in dialogo con la società civile, si percepisce la concretezza delle situazioni che fanno la vita delle famiglie come cifra autentica di un cristianesimo incarnato e misericordioso, umile e coraggioso. Sono riflessioni concrete che parlano di educazione, spiritualità, socialità soprattutto capacita di ascolto al quale veniamo educati, nel quale cresciamo man mano che si procede nella lettura. Sappiamo bene che l’amore nel matrimonio non è, tuttavia, astratto, ma concreto: si vive nel quotidiano. Ed è proprio nella vita ordinaria che le sfide e le crisi trovano la loro ragion d’essere, il loro superamento o la loro consumazione.
Nel matrimonio come asse fondativo della famiglia, come sua causa, si scopre il luogo specifico, dove si praticano le virtù umane fondamentali alla costruzione dell’edificio personale: pazienza, benevolenza, amabilità, perdono, allegria, fiducia, speranza, sopportazione. L’amore coniugale, però, è anche e soprattutto passione. La sfera emotiva è coinvolta a pieno nell’innamoramento iniziale, nella fedeltà vissuta reciprocamente nel tempo, nell’amore verso i figli, nella sessualità, e nell’invecchiare insieme. Se il baricentro è spostato sull’asse sinodo-esodo, uscire e camminare insieme, allora non si resterà delusi dalla lettura delle conclusioni dell’assemblea e delle parole del Papa. Certo esse dovranno diventare vita, perché i protagonisti di questa esperienza umano siamo noi uomini e donne del XXI secolo mai fermi in certezze del passato ma sempre orientati alle speranze del futuro.
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