Papa Francesco e il patriarca Kirill un incontro che parte da lontano
Verso l'unità, storico appuntamento a Cuba il 12 febbraio
«Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca si incontrano» venerdì 12 febbraio 2016 all’aeroporto dell’Avana: «Questo incontro dei Primati della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa russa, preparato da lungo tempo, sarà il primo nella storia e segnerà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese, un segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà: Dio benedica questo incontro, che possa produrre buoni frutti».
«Questo è l'autunno del dialogo. Vorrei che fossimo già in inverno perché la primavera sarebbe più vicina per i rapporti tra cattolici e ortodossi». Questo mi disse il metropolita Kirill quando venne a Torino per l’ostensione della Sindone del 2000. Kirill Gundiaev, metropolita di Smolensk e Kaliningrad, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato e braccio destro del Patriarca Alessio II, a capo di una delegazione invitata dall'arcivescovo Severino Poletto, venerdì 22 settembre 2000 in Cattedrale presiedette i Vespri e venerò «la sacra icona». Nove anni dopo Kirill è diventato Patriarca, eletto il 27 gennaio 2009 dal Concilio plenario di 711 membri. Il viaggio in Messico (12-17 febbraio 2016) di Francesco «come missionario della misericordia e della pace» si apre con lo storico incontro a Cuba.
Nel grande Paese latinoamericano in 25 anni sono stati uccisi i cardinale, 38 sacerdoti, 1 diacono, 4 religiosi, 5 sacrestani, 1 giornalista cattolica. La guerra contro i potentissimi «cartelli della droga» ha provocato più di 80 mila morti. Secondo l’agenzia «Fides» nel 2015 nel mondo sono stati uccisi 23 operatori pastorali, di cui 8 sacerdoti e una suora, in America Latina. Anche in Colombia la Chiesa paga un alto prezzo in un continente in cui spadroneggiano narcotrafficanti, guerriglia, paramilitari, delinquenza, povertà, furti e rapine. La beatificazione il 23 maggio 2015 di Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador e martire il 23 marzo 1980, è un segno di speranza, come l’apertura della causa di beatificazione del vescovo argentino Enrique Angelelli ucciso dai dittatori militari, come la beatificazione il 5 dicembre 2015 dei missionari polacchi Miguel Tomaszek e Zbigniew Strzałkowski del «fidei donum» bergamasco Alessandro Dordi, assassinati nell’agosto 1991 dai guerriglieri maoisti di Sendero Luminoso.
Il Messico ha avuto una delle più cruente persecuzioni, scatenata dai liberali e massoni contro i «cristeros». Il decreto del presidente Plutarco Elías Calles nel 1926 confisca i beni ecclesiastici, chiude Seminari e scuole cattoliche, sottopone i sacerdoti all’autorità civile, espelle i missionari stranieri, perseguita i fedeli: o rinunciano alla fede o perdono il lavoro. L’insurrezione è inevitabile. I «cristeros» - contadini, operai e studenti - impugnano le armi per spezzare il giogo. «Viva Cristo Rey» è il loro grido di battaglia, la Madonna di Guadalupe la loro bandiera, il 15enne José «Tarcisius» il loro beniamino. Fatto prigioniero e rinchiuso in una chiesa, trasformata in un pollaio, grida a squarciagola «Viva Cristo Rey, viva la Madonna di Guadalupe». La sera del 10 febbraio 1928 i soldati gli spellano le piante dei piedi, lo costringono a camminare sul sale, lo accoltellano e gli sparano. Sul suo corpo trovano un biglietto: «Cara mamma, il tuo José muore in difesa della fede cattolica per amore di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe». Giovanni Paolo II – che il 25 settembre 1988 beatifica il martire José Ramón Miguel Agustín Pro Juárez, gesuita fucilato il 23 novembre 1927 – riconosce il martirio di José, beatificato il 20 novembre 2005 con Benedetto XVI . Francesco il 21 gennaio 2016 ha riconosciuto il miracolo attribuito al martire Jos Sánchez del Río (1913-1928). Contro i massacri, i campi di concentramento e le impiccagioni Pio XI interviene con le encicliche «Paterna sane. De catholicorum iniqua condicione in Mexicana Republica» (2 febbraio 1926), «Iniquis afflitisque. De asperrima rei catolicae condicione in Mexico» (18 novembre 1926), «Acerba animi. De iniqua rei catolicae condicione in Mexicana Republica» (29 settembre 1932), «Firmissimam constantiam. De rei catholicae in Mexico condicione» ( 28 marzo 1937).
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione