Concilio Panortodosso, il grande freddo
Errata corrige. Contrariamente a quanto scrivevamo due settimane fa, non è ancora questo il momento del Santo e grande Concilio della Chiesa ortodossa
Si sarebbe dovuto aprire il 16 giugno, sull’isola di Creta con le delegazioni delle quattordici Chiese autocefale ortodosse, guidate dai loro patriarchi o arcivescovi. E invece tutto sembra essere mutato in queste due settimane al punto da rendere difficile immaginare che la riunione di Creta sarà quel Santo e grande Concilio della Chiesa ortodossa che ci si attendeva da secoli. I Sinodi di Bulgaria, Serbia, Antiochia e Georgia hanno infatti scritto al Patriarca Bartolomeo palesando i motivi che frenavano o impedivano del tutto alle rispettive Chiese dal partecipare al concilio, salvo venisse posticipato per riuscire appunto a dirimere prima le questioni in sospeso.
La Georgia e la Bulgaria hanno lamentato che il tema del calendario liturgico per loro molto importante fosse stato espunto dall’ordine del giorno; ogni Chiesa non è d’accordo con l’uno o l’altro dei testi preparati per il Concilio, testi non più passibili di modifiche e di cui si sarebbe chiesto a Creta una approvazione unanime. La Chiesa di Antiochia è in lizza con il Patriarca di Gerusalemme su questioni di giurisdizione, al punto che tra le due Chiese c’è stata la rottura della comunione eucaristica e Antiochia vorrebbe che la questione fosse risolta prima di un Concilio. Da più parti si sono levate anche critiche sui costi esorbitanti che le Chiese devono sostenere per partecipare (i costi totali non saranno superiori ai 2,5 milioni di euro, ha reso noto il metropolita Emmanuel Adamakis).
Il patriarcato di Mosca nei giorni scorsi ha tentato di mediare lanciando ripetutamente la proposta di convocare una riunione straordinaria prima dell’inizio del Concilio per cercare una soluzione a tali questioni in modo da non inficiare i 50 anni di preparazione di questo appuntamento. Ma sembrerebbe che il patriarca Bartolomeo non abbia nemmeno risposto alla proposta di Mosca. Numerose dichiarazioni e raccomandazioni si sono lette in queste settimane, tutte che auspicavano di non rompere l’unità dell’ortodossia, molte desiderose di rimandare a data migliore il Concilio. Intanto però il 10 giugno a Creta sono iniziati i lavori della commissione incaricata di redigere il messaggio del Concilio pan ortodosso, sotto la presidenza del metropolita di Francia Emmanuel Adamakis, ma con l’assenza del rappresentante del patriarcato di Mosca nella commissione, il metropolita Ilarion Alfeev. È proprio da Mosca, Chiesa che ha un peso particolare nella costellazione ortodossa, è arrivato un lunghissimo comunicato del Sinodo, emesso dopo la riunione del 13 giugno. Tutte le difficoltà emerse in queste settimane e le questioni irrisolte sono elencate nero su bianco e sono il motivo che spingono Il Sinodo di Mosca a ritenere che occorre “proseguire il lavoro di preparazione del Santo e Grande Concilio e pervenire ad un accordo tra l’insieme delle Chiese ortodosse sulla sua convocazione ad altra data”.
Se la proposta di rinvio non sarà accettata dalla Santa Chiesa di Costantinopoli o se il Concilio di Creta, nonostante l’assenza di accordo di numerose Chiese ortodosse locali, sarà convocato lo stesso, la delegazione del Patriarcato di Mosca non vi parteciperà. Ora si tratta di attendere e vedere se Bartolomeo, il primus inter pares, risponderà. In ogni caso canonicamente non è lui da solo che potrà prendere decisioni sull’appuntamento, visto che la convocazione (ed eventuale sospensione) sono rimesse a una decisione sinodale. Quindi un incontro inizierà in ogni caso a Creta domenica prossima. È facile immaginare la sofferenza di Bartolomeo in questi giorni e ore, lui che per questo Concilio ha tanto lavorato, perché finalmente si potessero iniziare ad affrontare insieme alcune delle questioni che dividono l’ortodossia e perché queste Chiese potessero mostrarsi al mondo e parlare al mondo insieme.
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