Nuovi parroci e nomine per la nostra Chiesa
Cari presbiteri, diaconi, religiosi e religiose e fedeli della diocesi di Torino,
come ogni anno, tra fine giugno e inizio luglio vengono pubblicati i cambiamenti dei sacerdoti in diocesi. Sento il dovere anzitutto di ringraziare tanti sacerdoti, anziani e non, che hanno offerto la loro disponibilità a questi cambi, ritenuti necessari nell’ambito di quel riassetto diocesano che stiamo promuovendo nelle diverse Unità pastorali.
Ringrazio la diocesi di Brescia e il suo Vescovo, con cui da tempo abbiamo instaurato un ottimo rapporto, che quest’anno invia un nuovo sacerdote, che sarà impegnato, insieme a un altro bresciano (già in diocesi) e a un nostro condiocesano, in un servizio svolto in équipe a Mirafiori Nord; un altro sacerdote diocesano si unirà invece ai preti già in servizio a Rivoli. È questo un bell’esempio di gemellaggio tra due diocesi, che gestiranno più parrocchie nel territorio, con l’apporto congiunto di sacerdoti di Torino e di Brescia, che ringrazio sentitamente. È una novità per la nostra diocesi e risponde al principio del fraterno aiuto tra le Chiese, fondato su una condivisione di intenti da parte dei due vescovi e degli stessi presbiteri coinvolti, che può diventare un modello anche per altre realtà diocesane in futuro.
Ringrazio pure alcuni Istituti religiosi, che ci offrono l’apporto di équipe di preti della loro comunità a servizio delle nostre parrocchie. E ringrazio infine quei sacerdoti che hanno assunto la responsabilità di più parrocchie, rispetto a quelle che erano già state loro affidate.
Chiedo a tutti i sacerdoti anziani, che hanno lasciato il proprio ministero nelle parrocchie e in altri servizi pastorali, di rendersi disponibili ad aiutare i loro confratelli, compatibilmente alle proprie condizione di salute, ma con ampiezza di prospettive, secondo le necessità della diocesi indicate dal Vescovo. L’attuale situazione comporta l’apporto di tutti e, grazie a Dio e alla loro generosità, molti sono i sacerdoti anziani che si rendono disponibili e che le comunità conoscono e apprezzano. Un prete resta sempre tale e può dunque continuare a donare il suo apporto alla Chiesa e ai fedeli, anche quando non è più parroco o non esercita più un servizio di primaria responsabilità.
Chiedo anche ai fedeli di rendersi sempre più consapevoli delle necessità della diocesi e di assumersi con responsabilità il compito di animare, sostenere e promuovere, nelle loro rispettive comunità, diversi ambiti pastorali un tempo gestiti dai sacerdoti e a cui oggi tocca a loro far fronte, con responsabilità e spirito di servizio. Questo esige un’adeguata formazione, che la Scuola dioce-sana per operatori pastorali, avviata in questi anni, ha offerto e che va dunque ulteriormente estesa a un numero sempre maggiore di persone.
Oltre a incrementare la formazione, bisogna superare la mentalità e la cultura dell’autoreferenzialità, che considera la singola parrocchia, o chiesa succursale, o realtà ecclesiale, un mondo a sé stante, poco incline a collegarsi con le altre dello stesso territorio e con la diocesi, per un’azione sinodale e missionaria più incisiva e permanente. Senza questa presa di coscienza e impegno comuni, avremo sempre meno possibilità concrete di dare risposte non frammentate e occasionali alle necessità della gente e saremo incapaci di costruire un’azione unitaria e convergente e soprattutto «in uscita», come ci invita a fare Papa Francesco.
La Madonna Consolata, nostra patrona, continui a proteggere e a sostenere il cammino della diocesi e soprattutto susciti, grazie all’apporto di preghiera e di impegno delle famiglie e delle co-munità, vocazioni al sacerdozio, al diaconato e alla vita consacrata, ma anche a un laicato attivo e responsabile nel mettersi a servizio della pastorale di evangelizzazione e di carità.
Torino, 20 giugno 2017, Solennità della Beata Vergine Consolata
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