Nosiglia: lancia la proposta di un master di approfondimento sulla informazione religiosa
Al Circolo della Stampa - Palazzo Ceriana Mayneri (Sala Toniolo) in corso Stati Uniti 27 a Torino una riflessione agli operatori dei media per festeggiare San Francesco di Sales. L'incontro è stato seguito in diretta sui social dal sito della Diocesi di Torino
Nella casa dei giornalisti mons. Nosiglia ha incontrato i giornalisti dialogando sul tema dell'informazione e la comunicazione in un tempo complesso e fluido, in cui, tra diritti e doveri gli operatori dei media, stanno attraversando un epocale cambiamento professionale e di capacità di farsi mediatori credibili tra fatti, opinioni, realtà e formazione dell'opinione pubblica.
Introdotti dal direttore delle Comunicazioni sociali della Diocesi don Livio Demarie e dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte Alberto Sinigaglia il dialogo si è sviluppato su temi ampi e profondi, le sfide e le problematiche relative alla professione del giornalismo, e il titolo dell'ìincontro formativo era già una decisa e ampia domanda sul futuro: "I diritti dell'informazione e il rispetto dell'umanita'".
Mons. Nosiglia ha aperto la sua riflessione ricordando che per il giornalista occorrono «la sapienza del cuore e la fortezza per non soccombere all’accondiscendenza alla volontà superiore» ed ha lanciato l'idea di un master per i giornalisti che sia luogo di studio, ricerca e dialogo, un modo per diventare esperti e saggi nel raccontare la realtà con spirito di servizio e di verità, non solo quella ecclesiale ma tutta, nel rispetto della coscienza e delle credenza di ognuno ma uniti grazie ad una idea nuova e di prospettiva basata su una nuova "infoetica".
Il ruolo del giornalista è davvero molto importante perchè decisivo nel rapporto con il lettore, i cittadini e le comunità. Per fare buona infomrmazione ci vuole un'etica davvero profonda per essere, come cristiani, onesti e come dice Gesù il vostro operare sia "Si, si, no, no", ha ribadito l'Arcivescovo di Torino.
Mons. Nosiglia ha ricordato ancora l'attualità della lezione di San Francesco di Sales che descrive i rischi e i vizi della attività giornalistica. E' necessario promuovere per ogni operatore una formazione che porti ad avere una statura morale e una forte onestà intellettuale, in una visione cristiana volta ad una azione di servizio.
C'è dunque una differenza sostanziale tra un'azione mercenaria della attività giornalistica ed una virtuosa e puntuale, umile e sempre rispettosa delle persone perchè il giornalista è soprattutto un educatore, un formatore di mentalità che aiuto le persone a conoscere e comprendere la realtà.
In particolare Nosiglia ha ricordato la fondamentale importanza della tutela dei minori, presenti ontologicamente nel messaggio cristiano e decisivini, per la loro tutela e salvaguardia, nella riflessione deontologica del giornalista.
Il dialogo si è poi sviluppato con una serie di domande e dialoghi che hanno arricchito la mattinata. Durante il quale si è parlato di rete e di forme tradizionali di informazione, di contenuti e strumenti di etica dell'informazione e rispetto della dignità dell'uomo, di cronaca e storia.
Il presidente dell'Ordine Sinigaglia ha affermato che "la Rete, grazie a velocità e molteplicità di voci, espone al massimo i giornalisti al rischio di farsi veicolo di notizie false" e Nosiglia ha ribadito che " i social network non sono negativi in sé, ma quando si tratta di minori il discorso diventa più delicato". Un dibattito che avrebbe potuto durare ancora a lungo e che conferma un dialogo profondo e proficuo tra Chiesa e mondo dell'informazione e comunicazione.
scarica la relazione integrale di mons. Nosiglia qui sotto in allegato
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